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Notiziario Marketpress di Giovedì 12 Febbraio 2009
 
   
  MAHAGONNY: IN SCENA ALLA TOSSE I DETENUTI-STUDENTI DI MARASSI

 
   
  Genova, 12 febbraio 2009 - Reclusi, ma liberi di esprimere e comunicare al pubblico emozioni, idee e creatività artistica dal palco della Tosse. Sono dieci detenuti del carcere di Marassi, allievi dei corsi interni del Vittorio Emanuele Ii - Ruffini, che insieme a tre studenti del Dams imperiese dell’Università di Genova interpretano e danno vita corale allo spettacolo Mahagonny, liberamente tratto da uno dei pilastri della drammaturgia brechtiana (Ascesa e rovina della città di Mahagonny) nel progetto di laboratorio teatrale sostenuto dalla Provincia con Regione, Comune e Fondazione Carige e realizzato, con la collaborazione del Dams e dei Teatri della Tosse e Stabile, dall’Istituto scolastico superiore Vittorio Emanuele Ii – Ruffini e dalla Casa Circondariale di Marassi nella cui sede l’edizione 2009 è stata presentata dalla vice direttrice del penitenziario Cristina Marrè con l’assessora provinciale alle carceri Milò Bertolotto, i presidi del Dams e del Vittorio Emanuele-ruffini, Roberto Trovato e Nicola Scialfa, il regista Sandro Baldacci, l’insegnante coordinatrice del laboratorio Mirella Cannata e Daniele Bello per la Regione. “E’ molto importante che le istituzioni sostengano progetti come questo – ha detto Milò Bertolotto - perché mettono in luce il fatto che il carcere non è un’isola chiusa rispetto alla società e che al suo interno ci sono persone che hanno commesso errori, ma hanno diritto di avere prospettive per il futuro e di poter esprimere la propria voce, i propri sentimenti e passioni. La Provincia è da tempo impegnata a sostenere azioni e interventi per il mondo del carcere e il reinserimento delle persone recluse, aprendo nuove opportunità e canali di dialogo con la società che possono arricchire la nostra umanità in un mondo in cui si moltiplicano la solitudine e gli esclusi. ” Il laboratorio teatrale (che coinvolge tutti i detenuti iscritti ai corsi scolastici di grafica interni al carcere del Vittorio Emanuele-ruffini, dalla progettazione del manifesto alla costruzione delle scene ) “è la quarta edizione di un progetto estremamente positivo - ha detto Cristina Marrè – sul piano artistico e sociale, scolastico e formativo nel quale la Casa Circondariale crede con molta convinzione e che è stato possibile realizzare nelle sue rappresentazioni all’esterno del carcere anche grazie all’impegno e alla grande professionalità della Polizia Penitenziaria. ” Mahagonny, dura e provocatoria metafora di una città in cui tutto, ma proprio tutto, è lecito se si possiede denaro mentre chi è colpevole di non averne viene messo a morte e dove il clima di disordini sociali viene ‘rasserenato’ per legge dall’intervento militare, andrà in scena al Teatro della Tosse il 13 e 14 febbraio, alle 11 per le scuole e alle 21 per il pubblico (biglietti interi a 13 euro e per gli studenti a 7, informazioni e botteghino allo 0102470793 e, per le scuole, allo 010-2487011) ed è diretto da Sandro Baldacci. “Per gli spettacoli delle scorse edizioni avevamo elaborato testi e sceneggiature con i detenuti del laboratorio, quest’anno invece abbiamo scelto un classico del teatro del novecento, rivisitando un dramma di stampo anticapitalistico di Brecht: sappiamo di esserci assunti un rischio nei confronti della compagnia e del pubblico perché quest’opera, suddivisa in quadri, è molto dura e potente e ci aspettiamo, dal dibattito che seguirà gli spettacoli con gli studenti, che faccia molto riflettere. ” Un laboratorio che sale sul palcoscenico “con una visione del carcere che cozza con altre che avanzano - dice il preside Scialfa - e che vuole parlare soprattutto ai giovani perché comprendano la realtà vera del carcere e non i suoi luoghi comuni più triti e ottusi, espressione di una società che spesso non tende all’inclusione ma ad escludere il diverso o lo straniero. ” Il Dams vuole dare risposte “al teatro sociale - dice il preside Roberto Trovato - partecipando a un progetto che si misura con la creatività e il rispetto della dignità di chi ha commesso errori ed è fondamentale per la loro crescita e per quella dei nostri studenti con i quali, dopo un’iniziale diffidenza, i detenuti hanno instaurato ottimi rapporti e anche amicizia. ” Il sogno, aggiunge il regista Baldacci, “sarebbe che da tutto questo nascessero, con il sostegno delle istituzioni, opportunità permanenti di formare professionalità teatrali anche per le persone detenute, per esempio nel settore dei tecnici di scena. ” .  
   
 

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