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Notiziario Marketpress di Giovedì 12 Febbraio 2009
 
   
  LA RICERCA: PRESENZA DELLE DONNE NELLE PROFESSIONI INTELLETTUALI

 
   
  Trento, 12 Febbraio 2009 - Una ricerca sulla presenza delle donne nelle professioni in provincia di Trento è stata presentata ieri dall’assessore alla solidarietà internazionale e alla convivenza Lia Beltrami Giovanazzi e da Roberto Degiorgis e Federica Bertolini membri di Fidia, la società di formazione e di consulenza che ha svolto l’indagine. Secondo i dati raccolti, è generalmente in crescita la presenza femminile sebbene permangano ambiti tendenzialmente “maschili”. “È necessario avviare un percorso culturale anche all’interno di istituzioni come partiti e Ordini affinché la presenza e la partecipazione femminili siano incentivate. È importante dare voce alle donne perché hanno capacità diverse dagli uomini, e sono fondamentali all’interno di organizzazioni quali, per esempio, direttivi di partiti e comitati. ” Così l’assessore alla solidarietà internazionale e alla convivenza Lia Beltrami Giovanazzi commenta la presentazione della ricerca dal titolo “La presenza delle donne nelle professioni intellettuali” condotta dalla società di formazione e consulenza Fidia. Roberto Degiorgis e Federica Bertolini di Fidia hanno presentato oggi i dati dell’indagine davanti ad alcuni membri di Ordini e Collegi professionali trentini – in larga maggioranza donne – riuniti presso la Sala numero uno del palazzo della Regione. La ricerca, iniziata nel giugno 2008, ha rilevato l’esistenza di Ordini “femminilizzati” – come quello degli assistenti sociali, dei biologi e degli infermieri – e altri caratterizzati tradizionalmente da una presenza prevalentemente maschile – rispondono a questa categoria l’Ordine degli Ingegneri, il Collegio dei Geometri e il Collegio notarile. Nonostante ciò, si riscontra, da dieci anni a questa parte, una crescita della percentuale delle donne in tutte le professioni. Ma, mentre le professioni maschili vengono man mano colonizzate dalle donne, gli uomini continuano a non scegliere percorsi tradizionalmente femminili. Secondo i ricercatori la causa di questa “assenza” potrebbe essere lo scarso riconoscimento sociale di alcune professioni. Ancora: le cariche dirigenziali sono tendenzialmente ricoperte da uomini che per altro percepiscono in media redditi più alti e il mondo del privato risulta in genere più discriminatorio del pubblico. I ricercatori individuano anche alcune linee guida per cercare di scardinare questo sistema e favorire la presenza femminile. Tra queste: promozione di un nuovo sistema di valutazione slegato alla permanenza in ufficio, introduzione di un nuovo sistema di calcolo dell’indennità di maternità e istituzione di comitati Pari Opportunità negli Ordini e nei Collegi provinciali. .  
   
 

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