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Notiziario Marketpress di Mercoledì 18 Febbraio 2009
 
   
  "CONDIZIONI INTOLLERABILI" NEI CENTRI DI DETENZIONE PER RIFUGIATI IN EUROPA, SECONDO GLI EURODEPUTATI

 
   
  Bruxelles, 18 febbraio 2009 - Martine Roure chiede che l´Europa si assuma una "responsabilità collettiva" dinanzi alle richieste di asilo I deputati europei della commissione parlamentare Libe (Libertà civili, giustizia e affari interni) da più di tre anni stanno visitando i centri di accoglienza per i rifugiati in Europa. Mancanza d´igiene, degrado, insufficienza di cure mediche: ecco il quadro della situazione in almeno 26 centri di accoglienza di 11 Stati membri. Sulla base del rapporto della commissione Libe, il Parlamento europeo ha adottato il 5 febbraio scorso, una risoluzione sulle condizioni di accoglienza dei richiedenti asilo e dei rifugiati. "Abbiamo costatato uno stato di degrado e una mancanza d´igiene evidenti", ha dichiarato la relatrice Martine Roure (Pse). "Chiediamo che le procedure d´asilo siano più chiare, giuste, effettive e proporzionate". Condizioni intollerabili - I centri di accoglienza per rifugiati e stranieri richiedenti asilo sono strutture che dovrebbero ospitare e fornire un primo soccorso allo straniero che entra in un territorio nazionale. Due direttive europee, la direttiva "Accoglienza" e la direttiva "Procedure", impongono agli Stati membri tutta una serie di obblighi volti a tutelare i diritti di queste persone. In base alle norme europee, gli Stati membri hanno l´obbligo di fornire, oltre ad un´adeguata assistenza medica, una consulenza giuridica appropriata e un servizio d´interpretazione pubblico e gratuito. Molto spesso però gli stranieri che entrano nel territorio nazionale sono accolti in condizioni, che i deputati della commissione Libe hanno definito "intollerabili": mancanza d´igiene, sovraffollamento, promiscuità e strutture non sufficientemente attrezzate per fornire un primo soccorso e sostegno psicologico. Le cure specialistiche, per esempio, per le donne incinte o vittime di torture, sono completamenti inesistenti. Gli Stati membri stanno facendo sempre più ricorso alla detenzione piuttosto che a un sistema di accoglienza vero e proprio. Troppi centri si trovano ormai in strutture penitenziarie. I deputati europei deplorano quindi che le direttive vigenti in materia siano poco o male applicate da parte di alcuni Stati membri e chiedono che la Carta dei diritti fondamentali dell´Ue sia rispettata e applicata sempre, anche nei casi d´immigrati irregolari. La relazione della deputata socialista invita inoltre gli Stati membri ad effettuare dei controlli periodici dei centri di accoglienza già esistenti per verificare le condizioni in cui sono trattenute le persone. Partendo dal principio che i centri di accoglienza non sono dei centri di detenzione, la relazione invita inoltre a migliorarne le condizioni di vita "sociale", autorizzando, per l´esempio, l´accesso al telefono, a Internet, alla televisione e alla radio. In Europa ci sono degli Stati membri che, per ragioni geografiche, sono più esposti a flussi migratori importanti. L´unione europea, in questi casi, deve fare prova di solidarietà: "Abbiamo una responsabilità comune e non possiamo lasciare gli Stati membri con frontiere esterne, soli di fronte al problema dell´immigrazione", ha dichiarato la relatrice Martine Roure. A tale proposito, la relazione chiede alla Commissione di riflettere a uno strumento europeo di solidarietà con lo scopo di alleggerire l´onere degli Stati membri che accolgono un numero elevato di rifugiati. Tale strumento dovrebbe rispettare e allo stesso tempo proteggere i diritti dei richiedenti asilo. Le delegazioni della commissione Libe hanno visitato, tra il 2005 e il 2008, alcuni centri di permanenza temporanea in Italia (Lampedusa), Spagna (Ceuta e Melilla e Isole Canarie), Francia (Parigi), Malta, Grecia, Belgio, Regno Unito, Paesi Bassi, Polonia, Danimarca e Cipro. .  
   
 

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