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Notiziario Marketpress di
Lunedì 09 Febbraio 2009 |
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FIRMATO ACCORDO PER FRONTEGGIARE CRISI OCCUPAZIONE VENETO
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Venezia 9 febbraio 2009 - “Noi siamo quelli che agiamo e facciamo le cose, non i proclami”. Lo afferma Elena Donazzan, assessore regionale alla Formazione ed al Lavoro, in occasione della sottoscrizione dell’Accordo quadro sulle linee guida per fronteggiare la crisi occupazionale del Veneto, siglato il 5 febbraio a Palazzo Balbi tra la stessa Regione e le parti sociali. “Questo accordo- sottolinea Donazzan- non è la semplice reiterazione dei precedenti, ma è un accordo di ordine generale, destinato a fronteggiare le crisi in atto anche con strumenti innovativi, con misure regionali che, da un lato, sono connesse all’approvazione della nuova legge in discussione in Consiglio regionale e, dall’altro, mirano ad essere sinergiche con i provvedimenti che stanno adottando a livello nazionale”. “Le linee guida- prosegue l’Assessore - definiscono misure concrete che la Regione intende adottare sia con risorse proprie che con risorse del Fondo sociale europeo, sia con l’assunzione di ulteriori strumenti per la maggiore efficacia di sostegno al reddito”. Gli obiettivi generali che si intende raggiungere sono l’estensione delle tutele, l’utilizzo ottimale degli strumenti ordinari e straordinari e la coerenza nell’utilizzo degli stessi strumenti, il sostegno al rilancio delle imprese, il Piano di politiche attive del lavoro e la prevenzione degli abusi. Si è deciso: 1. Estensione delle tutele: si tratta di assicurare a tutti i lavoratori coinvolti nei processi di crisi un sostegno al reddito adeguato per ammontare e durata. In via di prima approssimazione, fatti salvi i trattamenti di miglior favore, si indica come obiettivo generale da raggiungere una durata dell’intervento complessivo per la maggior parte dei lavoratori interessati fino ad un massimo di 14 mesi (3 di sospensione, 3 di cigs in deroga, 8 di ds ordinaria). 2. Utilizzo ottimale degli strumenti ordinari e straordinari: si punta ad ottimizzare l’impiego delle risorse finanziarie disponibili, mediante una razionale combinazione dei trattamenti ordinari e dei trattamenti in deroga ed il ricorso aggiuntivo a fondi comunitari, regionali e mutualistici. 3. Coerenza nell’utilizzo dei vari strumenti: si deve assicurare che il ricorso ai diversi strumenti disponibili sia coerente con la loro natura e funzione e con gli obiettivi condivisi. In tal senso bisogna distinguere e porre in sequenza logica (1) il ricorso alle sospensioni per temporanea mancanza di lavoro, (2) la sospensione per crisi strutturale, (3) la messa in mobilità (223 – 236) per riduzione totale o parziale di personale, licenziamento plurimo o individuale per giustificato motivo oggettivo, (4) risoluzione del rapporto per scadenza del termine. Nei primi due casi l’obiettivo sarà quello di tenere legato il lavoratore all’impresa nella prospettiva di una ripresa, nel terzo e nel quarto caso viceversa si tratta di accompagnare il lavoratore verso un nuovo impiego. 4. Sostegno al rilancio delle imprese: occorre evitare che le difficoltà congiunturali portino alla cessazione delle attività ed alla distruzione di posti di lavoro, sostenendo l’impegno delle imprese e dei lavoratori ad avviare piani di rilancio, anche attraverso processi per l’innovazione e la competitività delle imprese. A tale scopo si intende modellare uno specifico intervento del fondo Fse Asse 1 - Adattabilità. Si punta, altresì, in accordo con le parti sociali a promuovere un intervento integrato dei fondi interprofessionali per la formazione continua (ex art. 118, L. 388/2000 – ex art. 12 D. Lgs. 276/2003), finalizzato a favorire i percorsi di riqualificazione professionale dei lavoratori durante la fermata produttiva. 5. Piano di politiche attive del lavoro: si tratta di sostenere con adeguate risorse aggiuntive i processi di riqualificazione e le politiche di reimpiego dei lavoratori che perdono l’occupazione. La proposta è quella di destinare maggiori risorse alla “politiche attive di reimpiego”, da attivare tramite i centri per l’impiego ed altri organismi accreditati. Si propone un approccio integrato che, combinando l’uso degli ammortizzatori e le risorse messe in campo, realizzi un sistema di convenienze tra lavoratori e imprese orientato alla ricollocazione. L’azione si integra con l’obiettivo 2, in quanto le somme erogate al lavoratore sotto forma di dote sono utili sia a sostenere il reddito, sia ad acquisire servizi di ricollocamento. A tale scopo si intendono finalizzare specifici interventi ed orientare i progetti di formazione per disoccupati nell’ambito dell’Asse 2 - Occupabilità del Por-fse. 6. Prevenzione degli abusi: va fatto ogni sforzo per prevenire e contrastare il pericolo di un uso distorto degli ammortizzatori in deroga e di ricorso al lavoro irregolare o sommerso. A tale scopo non è sufficiente un rafforzamento dell’attività di vigilanza, ma si reputa necessario definire, nel contesto di un sistema di convenienze, un impianto procedimentale lineare e trasparente. Occorre strutturare un percorso semplice, non burocratico ma rigoroso, presidiato dai servizi per l’impiego, per assicurare il rispetto non formale della disponibilità dei lavoratori ai percorsi di reinserimento. La proposta è quella di utilizzare il “patto di servizio” con i centri per l’impiego, già positivamente sperimentato, la cui stipula costituisca un prerequisito sia per accedere agli ammortizzatori in deroga, sia per beneficiare delle “doti”, con la previsione di un impianto sanzionatorio efficace ed effettivo. . |
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