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Notiziario Marketpress di Martedì 24 Febbraio 2009
 
   
  PARLAMENTO EUROPEO, PROFESSIONI: UN "PASSAPORTO" PER PROMUOVERE I SERVIZI TRANSFRONTALIERI

 
   
  Bruxelles, 24 febbraio 2009 - Il Parlamento rileva la necessità di una "tessera professionale europea" che, contenendo informazioni sulla carriera dei professionisti, abbia lo scopo di agevolarne la mobilità all´interno dell´Ue. Gli obiettivi sarebbero di contribuire alla sicurezza dei cittadini che si avvalgano di servizi transfrontalieri, ridurre gli oneri amministrativi e i costi, stimolare la fornitura di servizi temporanei e fornire informazioni rilevanti ai datori di lavoro per facilitare assunzioni transfrontaliere. La mobilità nell´Unione europea resta bassa, in quanto solo il 4% della forza lavoro ha vissuto e lavorato in un altro Stato membro e circa il 2% vive e lavora attualmente in un altro Stato membro. Approvando con 607 voti favorevoli, 21 contrari e 27 astensioni la relazione di Charlotte Cederschiöld (Ppe/de, Se), il Parlamento sottolinea che «il valore aggiunto di una tessera professionale europea, assieme alle attuali misure intese a facilitare e stimolare la mobilità, deve essere riconosciuto per la maggior parte delle professioni». A sostegno di questa tesi, i deputati ricordano che l´introduzione ("considerando") alla direttiva 2005/36/Ce sul riconoscimento delle qualifiche professionali rileva che «l´introduzione, a livello europeo, di tessere professionali . Potrebbe agevolare la mobilità dei professionisti, in particolare accelerando lo scambio di informazioni tra lo Stato membro ospitante e lo Stato membro di origine». Tale tessera, inoltre, «dovrebbe rendere possibile controllare la carriera dei professionisti che si stabiliscono in vari Stati membri . [e] contenere informazioni . Sulle qualifiche professionali del professionista (università o istituto frequentato, qualifiche ottenute, esperienza professionale), il suo domicilio legale, le sanzioni ricevute in relazione alla sua professione e i particolari della pertinente autorità competente». In proposito, il Parlamento nota che in alcune professioni regolamentate ed armonizzate, quali quelle di avvocato e di professionista della salute, esistono o sono in fase di istituzione tessere professionali europee. Ma in altre professioni ciò «sembra difficile». Sottolinea inoltre che l´introduzione di una tale tessera potrebbe rappresentare un vantaggio anche per le professioni non regolamentate e non armonizzate, «in quanto assumerebbe una funzione informativa, specialmente per i datori di lavoro e i consumatori, come nel caso della maggior parte delle professioni liberali». Il Parlamento chiede quindi alla Commissione di accertare se una tessera professionale europea, congiuntamente ad altre misure, potrebbe: contribuire alla sicurezza dei cittadini in caso di contatto con un prestatore di servizi transfrontalieri, poiché sarebbero in grado di accertarne identità e qualifiche, apportare una semplificazione amministrativa e una riduzione dei costi, sostituire nel lungo termine gli schedari e i fascicoli cartacei e accrescere la trasparenza, stimolare la fornitura di servizi temporanei, stimolare la fornitura dei corrispondenti servizi di elevata qualità nell´Ue e in Stati terzi, servire quale mezzo di comunicazione delle informazioni rilevanti ai destinatari di servizi, «al fine di proteggere meglio la salute e la sicurezza dei consumatori», servire quale mezzo di comunicazione delle informazioni rilevanti ai datori di lavoro (nel settore pubblico e privato), «al fine di facilitare l´assunzione a livello transfrontaliero». Precisa peraltro «che qualsiasi altra misura pubblica debba implicare una descrizione ben definita dei tipi di professione e delle necessità specifiche che la tessera deve soddisfare». Caratteristiche della tessera professionale europea - I deputati ritengono che qualsiasi tessera professionale, se esiste sufficiente domanda per la sua introduzione, «dovrebbe essere il più semplice, facile e liberale possibile, evitando nuovi oneri burocratici», e «potrebbe stabilire una "lingua comune" nelle qualifiche di alcune professioni». Insistono poi sul fatto che tale tessera «dovrebbe essere utilizzata soltanto come prova del diritto di circolare, senza costituire una condizione per tale circolazione». Rilevano inoltre che la tessera non dovrebbe creare nuovi ostacoli, in particolar modo alle persone con qualificazioni minori o meno specifiche. Ribadendo che l´utilizzo di una o più tessere europee dovrebbe rispettare le differenze tra professioni o Stati membri, il Parlamento ritiene che le professioni stesse dovrebbero finanziarne lo sviluppo e l´applicazione, «ove lo ritengano opportuno». Sottolinea poi che l´informazione su tale tessera «deve essere affidabile, convalidata e aggiornata regolarmente dalle autorità nazionali competenti», e potrebbe includere i dati contenuti nei Cv Europass. Fermo restando che l´accesso ai dati contenuti nella tessera «deve attenersi ai più alti standard di protezione della vita privata». Riconoscimento delle qualifiche professionali - Più in generale, il Parlamento incoraggia quindi tutte le iniziative intese a facilitare la mobilità transfrontaliera, «quale strumento di efficiente funzionamento dei mercati del lavoro e dei servizi e quale mezzo per stimolare la crescita economica in ambito Ue». E, al riguardo, sottolinea la responsabilità dell´Ue di rendere più facile la mobilità geografica ed occupazionale, migliorando la trasparenza, il riconoscimento e la comparabilità delle qualifiche e garantendo al contempo la sicurezza dei pazienti e dei consumatori. I deputati, infatti, rilevano che sussistono ostacoli importanti per le persone che vogliono lavorare in un altro Stato membro, tant´è che il 20% dei ricorsi ricevuti da Solvit nel 2007 riguardava il riconoscimento delle qualifiche professionali richieste per esercitare una professione regolamentata. Sollecitano quindi gli Stati membri in ritardo a recepire la direttiva sul riconoscimento delle qualifiche professionali (2005/36/Ce), esortandoli a lavorare per un approccio «più armonizzato al riconoscimento delle qualifiche e delle specializzazioni, a semplificare i relativi processi amministrativi e a ridurre i costi a carico dei professionisti». .  
   
 

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