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Notiziario Marketpress di Martedì 24 Febbraio 2009
 
   
  PARLAMENTO EUROPEO: MISURE SPECIFICHE PER PROMUOVERE IL TERZO SETTORE

 
   
  Bruxelles, 24 febbraio 2009 - Cooperative, mutue, associazioni, imprese, organizzazioni sociali e fondazioni contribuiscono a un modello economico sostenibile. E´ quanto afferma il Parlamento europeo chiedendo misure adeguate per farle prosperare, quali l´accesso agevolato al credito e sgravi fiscali, lo sviluppo del microcredito, l´introduzione di statuti europei, nonché un adeguato finanziamento dell´Ue e incentivi. Occorre anche promuovere il dialogo fra le istituzioni pubbliche e i rappresentanti del settore. L´economia sociale - o "terzo settore" - si è sviluppata attraverso forme imprenditoriali organizzative e/o giuridiche particolari come cooperative, mutue, associazioni, imprese e organizzazioni sociali e fondazioni. Approvando con 580 voti favorevoli, 27 contrari e 44 astensioni la relazione di Patrizia Toia (Alde/adle, It), il Parlamento osserva che si tratta di 2 milioni di imprese (ossia il 10% del totale europeo), solitamente piccole e medie (Pmi) «che contribuiscono a un modello economico sostenibile in cui gli individui sono più importanti del capitale» e che rappresentano il 6% dei posti di lavoro totali. Secondo i deputati, unendo redditività e solidarietà, l´economia sociale «svolge un ruolo essenziale nell´economia europea permettendo la creazione di posti di lavoro di qualità e il rafforzamento della coesione sociale, economica e territoriale». Più in particolare, aiuta inoltre a rettificare tre tipi principali di squilibri sul mercato del lavoro: «la disoccupazione, il precariato e l´esclusione sociale e lavorativa dei disoccupati» e «svolge un ruolo nel miglioramento dell´occupabilità, crea posti di lavoro solitamente non soggetti a delocalizzazione e contribuisce al conseguimento degli obiettivi enunciati nella strategia di Lisbona». Genera inoltre capitale sociale, promuove «la cittadinanza attiva, la solidarietà e una visione dell´economia fatta di valori democratici» e appoggia lo sviluppo sostenibile e l´innovazione sociale, ambientale e tecnologica. Il Parlamento riconosce però che l´economia sociale «potrà prosperare e sviluppare tutto il suo potenziale soltanto se potrà beneficiare di premesse e condizioni politiche, legislative e operative adeguate». Pertanto esse non dovrebbero essere soggette all´applicazione delle stesse regole di concorrenza delle altre imprese e necessitano «di un quadro giuridico certo, (. ) che permetta loro di operare su un piano di parità rispetto alle altre imprese». L´unione europea e gli Stati membri debbono quindi riconoscere l´economia sociale e i soggetti che ne fanno parte nell´ambito della loro legislazione e delle loro politiche. In tale ambito, il Parlamento propone che queste misure comprendano: «l´accesso agevolato al credito e sgravi fiscali, lo sviluppo del microcredito, l´introduzione di statuti europei per le associazioni, le fondazioni e le mutue, nonché un adeguato finanziamento dell´Unione europea e incentivi per sostenere meglio le organizzazioni dell´economia sociale che operano nei settori di mercato ed extra-mercato e che vengono create a scopi di utilità sociale». Più in particolare, il Parlamento chiede alla Commissione di tener conto della realtà dell´economia sociale nella revisione della politica degli aiuti di Stato. La invita inoltre a non ostacolare le normative nazionali in materia societaria e fiscale, «come quelle che si applicano alle cooperative nel settore bancario e in quello della grande distribuzione, che operano sulla base dei principi della mutualità, della democrazia societaria, della trasmissione intergenerazionale del patrimonio, dell´indivisibilità delle riserve, della solidarietà, nonché dell´etica del lavoro e dell´impresa». Commissione e Stati membri dovrebbero inoltre sviluppare programmi che offrano sostegno finanziario, informazione, consulenza e formazione, e semplificare il processo di costituzione di tale tipo di imprese (ad esempio riducendo i requisiti di capitale iniziale per le società), al fine di «aiutarle a fronteggiare un´economia sempre più globale, peraltro attualmente colpita dalla crisi finanziaria». Dovrebbero anche creare strumenti e incentivi mirati e facilitare, in caso di crisi, «la possibilità di trasformare le imprese in imprese di proprietà dei lavoratori». Al contempo, la Commissione dovrebbe definire chiare regole che stabiliscano quali entità possano operare legalmente come imprese dell´economia sociale e introdurre efficaci barriere giuridiche di accesso per garantire che solo queste possano beneficiare di finanziamenti o di politiche pubbliche concepite a loro favore. Il Parlamento invita poi la Commissione a integrare l´economia sociale nelle sue altre politiche e strategie in materia di sviluppo sociale, economico e imprenditoriale, a valutare la possibilità di riattivare la linea di bilancio specifica per l´economia sociale e a determinare condizioni atte ad agevolare gli investimenti nell´economia sociale, in particolare attraverso fondi per gli investimenti, la concessione di crediti garantiti e di sovvenzioni. Chiede infine alla Commissione di promuovere il dialogo fra le istituzioni pubbliche e i rappresentanti dell´economia sociale a livello nazionale e comunitario «per stimolare la comprensione reciproca e promuovere le buone prassi». .  
   
 

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