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Notiziario Marketpress di Martedì 24 Febbraio 2009
 
   
  CONGIUNTURA PIEMONTESE: LA PRODUZIONE INDUSTRIALE DEL IV TRIMESTRE DIMINUISCE DEL 12,4%, PORTANDO A -3,6% LA VARIAZIONE COMPLESSIVA ANNUA AUTOMOTIVE, MECCANICA E TESSILE-ABBIGLIAMENTO TRA I PROTAGONISTI DELLA CRISI DEL TESSUTO MANIFATTURIERO REGIONALE

 
   
   Torino, 24 febbraio 2009 - Dopo la serie positiva avviata sul finire del 2005 e proseguita per undici trimestri consecutivi, già nel Iii trimestre del 2008 si era manifestata l’inversione di tendenza del comparto manifatturiero piemontese e la produzione industriale aveva registrato una flessione tendenziale del 3,2%. Il risultato conseguito nell’ultimo trimestre del 2008 non solo conferma il trend negativo, ma pone l’accento su una situazione che ha tutte le connotazioni di una crisi strutturale e generalizzata del sistema produttivo. Nel periodo ottobre-dicembre 2008, la variazione tendenziale grezza (ossia confrontata sullo stesso trimestre dell’anno precedente) è stata di -12,4 punti percentuale, risultato in linea con la dinamica complessiva nazionale (-10,3%). La deludente performance del tessuto manifatturiero regionale si associa ai risultati negativi concretizzati dagli altri indicatori congiunturali: gli ordinativi interni scontano una battuta d’arresto del 5,1% rispetto al Iii trimestre dell’anno, mentre sul fronte dei nuovi ordini dall’estero la flessione è del 9,4%. Il fatturato delle imprese subisce mediamente una contrazione dell’11,1% rispetto al periodo ottobre-dicembre del 2007. Questi sono alcuni dei risultati emersi dalla 149ª “Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera” realizzata da Unioncamere Piemonte in collaborazione con gli uffici studi delle Camere di commercio provinciali. La rilevazione è stata condotta nei mesi di gennaio e febbraio 2009 con riferimento ai dati del periodo ottobre-dicembre 2008 e ha coinvolto 1. 067 imprese industriali piemontesi, per un numero complessivo di 97. 010 addetti e un valore pari a 52 miliardi di euro di fatturato. “La crisi economica che stanno vivendo tutti i settori produttivi piemontesi impone alle istituzioni, che a vario titolo operano sul nostro territorio, una presa di coscienza realistica della situazione e allo stesso tempo una maggior consapevolezza della nostra capacità di reagire con energia alla ‘lunga notte’ che stiamo attraversando. Non dobbiamo mai perdere la fiducia. Le Camere di commercio, come ha sottolineato il Ministro per lo sviluppo economico Scajola, sono uno strumento privilegiato per veicolare le opportunità di crescita, promuovere la modernizzazione del nostro apparato produttivo, monitorarne l’andamento e diffondere gli anticorpi che sono necessari per attenuare l’impatto recessivo della crisi. Solo lavorando tutti insieme, come già stiamo facendo, riusciremo a ristrutturare il nostro sistema produttivo, così da poter ripartire con maggior slancio una volta che la crisi sarà solo un ricordo” commenta Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere Piemonte. Nessun settore risulta esente dagli effetti della crisi. La brusca battuta d’arresto del tessuto manifatturiero regionale trae origine, infatti, dai deludenti risultati manifestati da tutti i principali comparti produttivi. Tra i settori più colpiti spiccano i mezzi di trasporto, che subiscono una flessione della produzione superiore al 23%. Fortemente negativi anche i dati della chimica (-16,8%) e del tessile-abbigliamento che sconta una contrazione dell’output pari al -16,3%, confermando le difficoltà che accompagnano la filiera a partire dall’inizio del 2007. Anche la meccanica e il comparto dei metalli subiscono brusche frenate, registrando rispettivamente diminuzioni della produzione del 9,9% e 12,7%. Il settore dell’elettricità ed elettronica sconta una flessione dell’8,5%; più contenute le contrazioni degli altri settori, in particolare di quello alimentare (-2,7%), filiera storicamente anticiclica. La performance negativa del tessuto produttivo regionale trae origine dalle contrazioni produttive di tutte le realtà provinciali. Torino (-14,7%) e Biella (-17,6%) registrano risultati peggiori rispetto alla media regionale, mentre il Piemonte meridionale (Cuneo, Asti e Alessandria, rispettivamente con -6,5%, -8,4% e -7,0%) e Verbania (-8,3%) subiscono contrazioni della produzione di entità minore rispetto al dato piemontese. Vercelli (-11,8%) e Novara (-11,9%), infine, non si discostano molto dalla media regionale. .  
   
 

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