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Notiziario Marketpress di Mercoledì 25 Febbraio 2009
 
   
  CIA: RAFANO IN VAL D’AGRI PRODOTTO DI NICCHIA

 
   
  Il rafano da ingrediente delle più antiche ricette della tradizione contadina, specie del martedì grasso, ultimo giorno di Carnevale – come testimonia la tradizionale Sagra della Rafanata di oggi a Marsiconuovo - può diventare occasione per incrementare il reddito degli agricoltori. A rilanciare la produzione di nicchia è la Cia della Val d’Agri. Il rafano – spiega un comunicato della Cia - è una pianta erbacea perenne di cui si usa la radice, che viene grattugiata e preparata in vari modi: da sola, conservata sott´olio o aceto (preparato in questo modo viene detto anche "cren") o insieme a salse, senapi, mostarde. Il rafano italiano è marroncino, molto piccante e ha proprietà antibatteriche. Nella gastronomia tipica lucana è usato specie per i fusilli al sugo di maiale, per aromatizzare alcuni piatti e per una grande frittata, a base oltre che di uova e rafano grattugiato, pecorino, erbetta selvatica. Non avendo bisogno di particolari cure la radice cresce spontaneamente in varie zone della regione e in particolare in Val d’Agri è un prodotto di grande richiesta che riesce a spuntare prezzi di vendita al consumatore sino ai 10-12 euro al kg (sulla base della qualità, della grandezza, della tipicità della zona di raccolta) e sui mercati del nord dove è cresciuta la richiesta specie in negozi specializzati di alimentari e da parte dei ristoratori, può spuntare anche 15 euro al kg. Il dirigente della Cia della Val d’Agri, Nicola Pisano, sottolinea che “negli ultimi anni stanno nascendo in Val d’Agri i primi veri e propri piccoli imprenditori di rafano tenuto conto che la richiesta di questo prodotto è notevolmente cresciuta nel Paese e si fa ricorso all’importazione da Paesi Europei e persino dal Giappone. Per la Cia – evidenzia Pisano – la Rafanata che si celebra ogni anno con i coltivatori diretti di Galaino di Marsiconuovo (che consiste nella produzione di un gigantesco panettone salato cotto in forno a legna realizzato con 400 uova, 6 kg di rafano macinato, 6 kg di pecorino di Moliterno ed erbve aromatiche) è un’occasione per valorizzare le tradizioni gastronomiche rurali e perché no, per dimostrare che quella che una volta si definiva la “cucina povera” oggi può rappresentare reddito aggiuntivo specie per i titolari di aziende agricole a conduzione familiare”. .  
   
 

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