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Notiziario Marketpress di
Venerdì 27 Febbraio 2009 |
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CARLE’ CAMINATI NUOVE OPERE CIRCOLO DEGLI ARTISTI POZZO GARITTA 32 ALBISSOLA MARINA DAL 28 FEBBRAIO AL 15 MARZO 2009
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Il Circolo degli Artisti e la Fondazione Cento Fiori rendono omaggio a due grandi Maestri attraverso una mostra che propone opere inedite e recenti, nate dalla passione e dall’arte di Aurelio Caminati e Carlos Carlé. In mostra due lavori di grandi dimensioni di Carlé, “Muro”, “Colonna”, e una serie di Piastre, accanto a sette sculture della nuova serie “Macchine da guerra” e Piastrelle di Caminati. Due tipologie di lavori, ad un primo sguardo, assai differenti eppure così profondamente vicine nella riflessione sull’essere umano e sull’esistenza. Le “Macchine da guerra” di Caminati - imbarcazioni, sottomarini, carri armati popolati da piccoli esseri umani ma anche da eserciti di Madonne e di Crocifissi - sono travolte da un dinamismo inglobato nella materia, plasmata dal vento e dall’energia del movimento. La barbarie della guerra è sintetizzata dai volti animaleschi degli omini, aggrappati agli enormi strumenti da guerra, dagli occhi stravolti, dalle bocche deformi e spalancate a gridare odio. Volti di folli che ricordano i personaggi della tela, realizzata a metà degli anni Cinquanta, dal titolo “Il carro dei matti”, tema caro all’artista. Si contrappone al guizzo di perenne movimento di Caminati “l’immobilità sacra” di Carlé, così come l’ha definita il critico Luciano Caramel. Le sue imponenti opere rimandano ad un mistero primordiale dove la materia si confonde con il trascorrere del tempo, con l’arcano della vita che sembra stratificarsi nello spessore della materia. In un linguaggio che risente della lezione Informale, Carlé incide e lacera la superficie aprendo un varco che interroga la Natura. Contrapposta anche la tecnica scelta dai due artisti. Per Carlé è il gres, la terra cotta ad alte temperature, il mezzo espressivo da sempre amato: una materia che diviene metafora del trascorrere del tempo, arsa dal fuoco, bruciata dalle intemperie dei secoli, del sole e della pioggia. Guizzi di luminosità, smalti lucidi variopinti, interrompono il monocromo dell’opera, eco di vita antica e presente. Caminati sceglie la leggerezza. Le sue Macchine, in semplice argilla, sono interamente ricoperte da smalti metallici che ne accentuano l’aggressività. Ma le forme aerodinamiche sembrano forare il mare e il cielo per elevarsi in un folle volo dove la battaglia per il bene si confonde con quella del male. E la guerra in nome di Dio diviene la conflagrazione di Satana. Ed è proprio nella meditazione sull’essere umano che si incontrano le filosofie dei due autori. La riflessione sull’esistenza e sull’eterno mistero della vita di Carlé si confronta con l’uomo folle - di ieri, di oggi, di sempre - di Caminati, in un interrogativo sulla storia dell’uomo che non trova risposta nell’arte dei due Maestri ma che lascia un dolce e doloroso brivido di poesia. Silvia Campese . |
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