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Notiziario Marketpress di
Lunedì 25 Settembre 2006 |
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LA LETTURA HA UN VALORE, E NON SOLO IMMATERIALE: PRESENTATA LA RICERCA ALLA BASE DEGLI STATI GENERALI DELL’EDITORIA
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Roma, 25 settembre 2006 - La lettura ha un valore, e non solo immateriale. Un modello econometrico - presentato oggi agli Stati generali dell’editoria (Roma, 21 e 22 settembre) dai professori Antonello Scorcu, professore di Politica economica nell´Università di Bologna, ed Edoardo Gaffeo, professore di Economia politica nell´Università di Trento - dimostra che le regioni in cui si legge di più, a parità di altre condizioni, inclusi i livelli di istruzione, hanno dinamiche di produttività migliori. E questo nel lungo periodo, in modo strutturale. Se la Calabria avesse avuto, dice la ricerca, negli Anni ´70 il tasso di lettura della Liguria, oggi avrebbe una produttività di 50 punti più alta. Oppure: se in Abruzzo avessimo avuto allora un tasso di lettura pari a quello medio nazionale, oggi la regione avrebbe 20 punti di maggior crescita della produttività. Analogamente ne avremmo 23 in più per la Basilicata, 24 per Campania e Puglia, 29 per il Molise, 30 per la Calabria, ecc. Ma ancora, la presenza di libri nell’ambiente familiare è in assoluto il fattore che fa crescere di più il rendimento scolastico dei ragazzi di oggi, che saranno i manager e professionisti di domani. In Italia i ragazzi che hanno in casa una biblioteca di almeno 100 titoli ottengono risultati scolastici del 17% migliori di chi non ha la stessa fortuna. (Al contrario: la presenza di almeno tre telefonini in casa fa diminuire i risultati scolastici medi. ) Terzo aspetto: i consumi culturali sono un investimento più redditizio di quello in capitale fisico. L’analisi delle “funzioni di produzione” del sistema italiano ha messo in luce come l’insieme dei consumi culturali delle famiglie può e deve essere considerato un fattore di produzione della ricchezza prodotta nel paese”. . |
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