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Notiziario Marketpress di Lunedì 02 Marzo 2009
 
   
  PROSTITUZIONE E SERVIZIO CIVILE. VALDEGAMBERI A ROMA

 
   
  Roma, 2 marzo 2009 - E’ condivisibile in linea di principio la proposta di legge presentata dal governo in materia di prostituzione, ma è insufficiente la sola azione di repressione senza che ce ne sia una di recupero delle prostitute che sono vittime di un circuito criminale che le sfrutta. E’ la posizione della commissione degli assessori regionali alle politiche sociali presieduta dall’assessore veneto Stefano Valdegamberi, che l’ha illustrata il 26 febbraio a Roma alla Conferenza dei Presidenti delle Regioni. Molto critico invece il parere sull’altro tema all’ordine del giorno, la modifica della normativa sul servizio civile nazionale, che viene considerata un passo indietro. “Sulla proposta del ministro Garfagna in materia di prostituzione – ha fatto rilevare l’assessore – la posizione della Commissione è di sostanziale condivisione per quanto riguarda l’inasprimento della pena, soprattutto per i reati di sfruttamento e abuso dei minori. Però il contrasto del fenomeno non può essere solo una questione di ordine pubblico riconducibile al solo divieto di prostituzione in strada. Bisogna invece partire dalla consapevolezza che chi esercita la prostituzione lo fa con un diverso grado di determinazione propria e in molti casi è solo vittima di un traffico criminale che riduce in schiavitù. Quindi, sì reprimere ma nel contempo mettere in atto tutta una serie di politiche di carattere sociale, con un approccio integrato per consentire a queste persone di uscire dai circuiti malavitosi e per non criminalizzare le vittime anziché gli sfruttatori”. “Tra l’altro l’allontanamento dalla strada – ha proseguito Valdegamberi – non sempre è positivo. E’ vero che va a influire positivamente sul decoro delle zone in cui viene esercitata la prostituzione, ma rischia di peggiorare le condizioni di schiavitù e di sfruttamento di chi ne è vittima, trasferendo il problema in luoghi chiusi in cui viene meno la possibilità di intervento e di controllo sia delle forze dell’ordine sia dei nuclei dei servizi sociali che operano sul territorio”. A questo proposito l’assessore Valdegamberi ha ricordato che il Veneto finanzia diverse progettualità, alcune realizzate con associazioni di volontariato, per cercare di venire in contatto con le prostitute e di sottrarle a questo mercato di cui sono le prime vittime. Per quanto riguarda la modifica della legge sul servizio civile. Valdegamberi ha lamentato un ritorno al passato. “Nel momento in cui si parla si federalismo e di valorizzazione degli enti locali – ha concluso – la proposta del sottosegretario Giovanardi riporta invece la regià di tutto il sistema a Roma. Siamo d’accordo sul principio dell’unicità del servizio civile, siccome però viene calato sul territorio vorremmo che le Regioni fossero coinvolte nei processi di selezione dei progetti, in ragione anche delle competenze che abbiamo in materia socio-sanitaria, ambientale e così via. Non vogliamo, insomma, trovarci progetti calati dall’alto, privi di concertazione e senza nessuna conoscenza delle priorità e dei bisogni locali”. .  
   
 

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