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Notiziario Marketpress di Lunedì 09 Marzo 2009
 
   
  PRIVACY: NO ALLE IMPRONTE DIGITALI PER LE PRESENZE DEI LAVORATORI

 
   
  Il Garante per la protezione dei dati personali ha vietato ad unŽazienda lŽulteriore trattamento dei dati raccolti attraverso un sistema di rilevazione di impronte digitali che lŽazienda aveva fatto installare, in alcune delle sue sedi allo scopo di poter corrispondere lŽesatta retribuzione ordinaria e straordinaria ai propri lavoratori. Il caso era stato sollevato da uno dei dipendenti che si era rivolto al Garante chiedendo che fosse verificata la correttezza dellŽinstallazione di un sistema di rilevazione degli orari di ingresso e di uscita basato sullŽimpiego delle impronte digitali. Dai controlli effettuati e dalle dichiarazioni rese allŽAutorità dalla società non sono state individuate ragioni specifiche in grado di giustificare lŽadozione di questo sistema di riconoscimento. Nelle sedi in cui era stato installato lŽimpianto non era stata infatti segnalata alcuna particolare e comprovata esigenza di sicurezza, come, ad esempio, potrebbe verificarsi laddove vi siano aree aziendali "sensibili" che richiedono particolari modalità di accesso. Per di più, il sistema era stato installato senza che fosse stato raggiunto un accordo con le rappresentanze sindacali aziendali, o vi fosse lŽautorizzazione del Ministero del lavoro: procedura che, prevista dallo Statuto dei lavoratori, va osservata, come stabilito da una recente sentenza della Cassazione, anche nel caso in cui le apparecchiature consentano di controllare la presenza sul luogo di lavoro dei dipendenti. Richiamando quanto stabilito dal Codice privacy e dalle Linee guida in materia di lavoro privato del novembre 2006, lŽAutorità ha dunque vietato allŽazienda il trattamento di dati effettuato perché illegittimo e invasivo. Le aziende, quindi, non possono utilizzare sistemi di identificazione biometrica per controllare le presenze e gli orari di entrata e di uscita dei propri dipendenti se non vi sono particolari esigenze di sicurezza è un strumento troppo invasivo e sproporzionato .  
   
 

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