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Notiziario Marketpress di Lunedì 01 Giugno 1998
 
   
  ASSEMBLEA FEDERCHIMICA: DIFFICILE FARE L´IMPRENDITORE CHIMICO IN ITALIA

 
   
  Milano, 1 giugno 1998 - Nel corso dell´assemblea annuale di Federchimica, il presidente Giorgio Squinzi ha affermato che "fare l´imprenditore chimico in Italia é sempre più difficile e sono sempre più forti i motivi di farlo all´estero. La nostra attività deve cambiare molto e il più in fretta possibile: ce lo impone il mercato globale. Non é pensabile lavorare senza una strategia di Paese nella ricerca e senza partnership internazionali". "Nuove opportunità di crescita alle imprese e nuovi posti di lavoro per i giovani:da questo punto di vista non sono soddisfatto di quello che é stato realizzato sino ad ora -ha aggiunto Squinzi-; c´é un forte legame, infatti, tra crescita, occupazione e bilancia commerciale. Ogni 1000 miliardi in più di deficit, ci sono oltre 2000 posti di lavoro in meno per la chimica italiana". Il presidente di Federchimica ha poi affrontato il tema del rinnovo del Contratto Collettivo di lavoro del settore: "il primo da rinnovare in un sistema di moneta unica, con diretta confrontabilità dei livelli di competitività, nonché il primo contratto che dovrà gestire gli ostacoli politici delle 35 ore allo sviluppo delle relazioni industriali avanzate: siamo contrari alle 35 ore e alla loro imposizione per legge". Secondo dati diffusi da Federchimica per l´occasione, alla fase di ripresa che ha portato il settore chimico a chiudere il 1997 con una crescita del 3. 9% rispetto al 1996 (+3, 7% compresa la farmaceutica), sta facendo seguito una pausa di assestamento nei primi mesi del 1998. La produzione nel primo trimestre dell´anno (esclusa la farmaceutica) é risultata in aumento del 7% ma, congiunturalmente, gli indici corretti dalla stagionalità mostrano livelli di attività dell´1% inferiore a quelli del quarto trimestre 1997. Dal mercato interno non vi sono segnali di domanda aggiuntiva: la chimica nazionale, oltre a subire gli effetti frenanti legati allo esaurirsi degli stimoli del ciclo scorte, é sfavorita dalla fase di ricomposizione della domanda industriale. Lo sviluppo si sta infatti spostando verso settori a minor contenuto di chimica (beni di investimento) rispetto a quelli che hanno alimentato la crescita del 1997 (beni di consumo durevole), determinando un quadro di domanda interna meno favorevole dello scorso anno. Gli interventi a sostegno dell´edilizia non sembrano aver attivato per ora una significativa domanda. Le esportazioni presentano ancora una dinamica sostenuto (con crescita media nel´ordine del +13% in valore, con +16% verso i Paesi extra-Ue nel primo trimestre), tuttavia, anche a causa di una situazione di competizione più accentuata in ambito internazionale, si registra un aumento della pressione delle importazioni, soprattutto dai Paesi extra-Ue (+18% nel trimestre), e un ulteriore deterioramento del deficit. Tra le imprese chimiche gli elementi di pessimismo (sia in Italia che in Europa), pur presenti, tendono per il momento ad escludere la possibilità che si vada verso una fase recessiva. Il rallentamento in atto, tuttavia, pone in evidenza come dopo un anno di crescita sostenuto sia difficile che per l´industria chimica si verifichi una situazione di ulteriore accentuazione dello sviluppo, dati i vincoli macroeconomici determinati dalle politiche di controllo della spesa pubblica e dall´alto tasso di disoccupazione. Le previsioni per il 1998 recentemente elaborate in sede Cefic sono per un incremento delle produzioni di settore contenuto al di sotto del 3% nella media europea, circa due punti meno che nel 1997, mentre per l´Italia si confermano le previsioni di crescita al 2, 8%. Il quadro più pessimistico é quello che riguarda i prezzi. Gli andamenti recenti mostrano una flessione generalizzata delle quotazioni internazionali delle commodities (dal 10 al 20%, tra il primo e il secondo semestre 1998) determinata dalla forte riduzione dei costi delle materie prime (in particolare per il basso prezzo del petrolio) e dalla maggiore competizione dell´offerta, conseguente alla caduta della domanda asiatica. .  
   
 

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