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Notiziario Marketpress di
Lunedì 25 Settembre 2006 |
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UDO ARCHIVE APPLIANCE, VELOCITÀ D’ACCESSO AI DATI ARCHIVIATI E DURATA NEL TEMPO LA NUOVA SOLUZIONE DI PLASMON DATA È STATA ADOTTATA CON SUCCESSO PRESSO L’OSPEDALE UNIVERSITARIO DI HANNOVER MHH
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Milano,25 settembre 2006 - Durante l’ultima edizione del Cebit, Plasmon Data ha presentato un sistema di storage completamente integrato e unico nel suo genere, Udo Archive Appliance. Si tratta di una soluzione progettata per rispondere in modo specifico alle policy aziendali e alle normative sulla conservazione dei dati, che combina in un unico prodotto le prestazioni dei sistemi Raid con la longevità e l’autenticità del dato tipiche della tecnologia Udo. Per fare fronte all’archiviazione di un enorme volume di immagini digitali e referti medici, prodotti da oltre 400 esami giornalieri, l’ospedale universitario Medizinische Hochschule Hannover ha scelto di adottare Udo Archive Appliance. L’equipe tecnica dell’ospedale ha stimato in 8,5Gb la capacità di storage necessaria ogni giorno per l’archiviazione di radiografie, angiografie, referti di medicina nucleare e altre immagini mediche di vario genere - con dimensioni compresse fino a 600Mb - ai quali devono potere accedere in tempo reale più di 50 radiologi per lo svolgimento delle attività di diagnostica e ricerca. A questo va aggiunto che secondo la normativa tedesca qualsiasi radiografia deve essere conservata per almeno 30 anni. Questa esigenza, unita alla ricerca di una soluzione tecnologica capace di garantire l’autenticità dei dati archiviati e costi di manutenzione contenuti, ha portato l’ospedale Mhh alla scelta più ovvia: adottare Udo Archive Appliance. L’architettura di Udo Archive Appliance è basata su un’interfaccia Nas, facile da installare e da configurare. I dati vengono caricati sull’unità Raid per un accesso istantaneo, sul media Udo per una conservazione a lungo termine, con la possibilità aggiuntiva di messa off-line per consentire un’espansione illimitata dell’archivio o per ottenere una soluzione di disaster recovery a basso costo. L’udo è lo standard per la conservazione dei dati. Essendo inalterabile e capace di durare a lungo negli anni, il media Udo non richiede alcuna manutenzione preventiva e, nel formato Write Once, offre un’autenticità del dato di gran lunga superiore a quella offerta dai dischi magnetici e dalla tecnologia a nastro. A differenza di alcuni prodotti che utilizzano un’interfaccia proprietaria, Udo Archive Appliance impiega un file system standard e per questo motivo risulta facile da integrare con applicazioni di terze parti. In aggiunta all’ormai consolidato mercato della gestione di immagini mediche, Udo Archive Appliance si rivolge a nuovi campi applicativi, tra i quali l’archiviazione di documenti e di posta elettronica e la gestione di contenuti. “Sviluppato con Raidtec e installato in oltre 50 ospedali in tutto il mondo, Udo Archive Appliance racchiude in un unico cabinet una soluzione ottica e una soluzione Raid. In questo modo, l’utente avrà a disposizione un unico dispositivo che funge sia da storage primario che da storage near-line o secondario”, ha commentato Stefano Torri, Director Southern Europe and Middle East di Plasmon Data. “Grazie all’estrema semplicità di utilizzo l’utente non si deve inoltre preoccupare di migrare i dati da un dispositivo all’altro; in un unico prodotto si ha velocità d’accesso e permanenza nel tempo dell’informazione. Nel settore medicale il dato ha una durata lunga e quando serve deve essere reperibile velocemente. Oggi è spesso conservato in cartaceo o su pellicole, in futuro sarà quasi esclusivamente conservato in formato elettronico”. “Udo Archive Appliance ha dimostrato di essere una soluzione estremamente affidabile e l’Udo la tecnologia più sicura per l’archiviazione di dati. La nostra robusta strategia di disaster recovery, costruita intorno all’Udo Archive Appliance, è così in grado di prevenire la perdita e il danneggiamento dei record archiviati, che rappresentano un bagaglio di conoscenza vitale per la cura dei nostri pazienti”, ha affermato Stefan Bartels, Project Manager Mhh. . |
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