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Notiziario Marketpress di Lunedì 09 Marzo 2009
 
   
  SANITA’, DUE CIRCOLARI DI RUSSO SU ASSISTENZA A STRANIERI E COMUNITARI

 
   
  Palermo, 9 marzo 2009 - “A tutela della salute individuale e collettiva va garantito l’accesso alle strutture sanitarie a tutti i cittadini stranieri non in regola con le norme di soggiorno e vige l’assoluto divieto di effettuare alcun tipo di segnalazioni all’autorità, salvo i casi in cui - a parità di condizioni con il cittadino italiano - sia obbligatorio il referto medico”. Lo precisa una circolare inviata dall’assessore regionale alla Sanità, Massimo Russo, ai manager delle aziende con la quale si ribadisce che è ancora vigente la normativa approvata nel 1998, in attesa che il Senato completi l’esame di un apposito disegno di legge che regoli la materia. Nei giorni scorsi, infatti, il Senato aveva approvato un emendamento secondo cui è attribuita al personale operante nelle strutture sanitarie la possibilità di segnalare gli immigrati che si sottopongono a cure mediche non in regola con il permesso di soggiorno, non iscritti al servizio sanitario nazionale e privi di risorse economiche. L’assessore Russo ha poi emanato un’altra circolare, con cui fornisce ai manager le indicazioni per l’accesso alle cure per prestazioni urgenti ed essenziali. Essa ha l’obiettivo di uniformare l’assistenza sanitaria a tutti i cittadini comunitari residenti in Italia, non iscrivibili al servizio sanitario e in condizioni d’indigenza. Viene riconosciuto così a questi soggetti “il diritto alle cure ambulatoriali e ospedaliere urgenti o comunque essenziali, ancorché continuative per malattie e infortunio, compresi i programmi di medicina preventiva a salvaguardia della salute individuale e collettiva”. In particolare, viene garantita la tutela della gravidanza e della maternità, la tutela della salute del minore, la vaccinazione secondo norma e nell’ambito di interventi di prevenzione collettiva autorizzata dalla regione, la profilassi, la diagnosi e la cura delle malattie infettive con l’eventuale bonifica dei relativi focolai. Le aziende sanitarie dovranno rilasciare ai cittadini comunitari un codice Eni (europeo non iscritto) che servirà per l’erogazione delle cure, la valorizzazione delle stesse e l’eventuale azione di recupero delle somme con i paesi di provenienza. .  
   
 

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