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Notiziario Marketpress di Lunedì 09 Marzo 2009
 
   
  FERMA PRESA DI POSIZIONE DEI MEDICI BRESCIANI CONTRO LA DENUNCIA DEGLI IMMIGRATI CLANDESTINI SUL TEMA DEL TESTAMENTO BIOLOGICO E FINE VITA L’ORDINE SI RIFÀ SPECIFICATAMENTE AD ALCUNI ARTICOLI DEL CODICE DEONTOLOGICO

 
   
  Brescia, 9 marzo 2009 - Il Consiglio Direttivo dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri della provincia di Brescia, alla luce dei recenti fatti di attualità che hanno un impatto particolare sulla attività dei medici e sulla salute dei pazienti, ha deciso di prendere ufficialmente posizione e far sentire la propria voce con decisione a supporto non solo degli iscritti all’Ordine, ma anche dei cittadini, a cui è posta l’attenzione principale dell’organismo provinciale. Il Decreto Sicurezza approvato dal Senato che chiede ai medici di denunciare i clandestini - attualmente all’esame della Camera dei Deputati - e le problematiche connesse al Testamento Biologico e alle cure di fine vita sono i temi più scottanti e l’Ordine di Brescia, in qualità di organo rappresentativo di tutti i medici bresciani, ha atteso che il clamore scomposto e spesso contraddittorio si attenuasse per proporre con semplicità e fermezza la propria posizione, rifacendosi ad indirizzi etici e professionali di validità universale. “A tutti i medici bresciani si chiede l’unità e il rispetto dei canoni etici sui quali vive e si fonda la nostra Professione” è in sintesi il messaggio che proviene dall’Ordine. “Il Consiglio Direttivo dell’Ordine di Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Brescia vede come improponibile e dannosa la possibile denuncia degli immigrati clandestini da parte dei medici ai quali si sono rivolti per chiedere assistenza. ” – afferma la nota del consiglio direttivo dell’Ordine – “Improponibile in quanto un medico non potrà mai violare l’essenza stessa della sua professione, per precise disposizioni del Codice Deontologico (articoli 2 - 3 - 4 -10 – 11) che ha sempre posto come base etica dell’attività medica il rispetto assoluto del segreto professionale e la difesa della fiducia accordata dal paziente, che si fida del giuramento fatto. Una denuncia dannosa per il rischio di non assistere malati clandestini permettendo così la diffusione di malattie infettive contagiose, che in tal modo non sarebbero adeguatamente curate presso strutture sanitarie”. In riferimento ai problemi relativi al Testamento Biologico e alle cure di fine vita, la risposta dell’Ordine si rifà alla rilettura attenta e meditata degli articoli del Codice Deontologico. Sostiene in proposito il Presidente dell’Ordine dei medici bresciani, Raffaello Mancini, che: “Poco possiamo avere da giudici e legislatori, ma molto possiamo dare se sapremo capire in ogni singola situazione nella quale verremo a trovarci cosa veramente ci chiede o può giovare a quell’uomo che più o meno consciamente ci si affida in momenti critici e drammatici”. Mancini prosegue: “Sostenerlo in una lotta per la vita ancora possibile, oppure accompagnarlo verso una fine ineludibile, non più giustificante, un accanimento divenuto inutile e forse dannoso”. Ecco dunque la raccomandazione ad una attenta rilettura degli articoli del Codice Deontologico. Essi sono: Art. 3 - Doveri del medico - Dovere del medico è la tutela della vita, della salute fisica e psichica dell’Uomo e il sollievo dalla sofferenza nel rispetto della libertà e della dignità della persona umana, senza distinzioni di età, di sesso, di etnia, di religione, di nazionalità, di condizione sociale, di ideologia, in tempo di pace e in tempo di guerra, quali che siano le condizioni istituzionali o sociali nelle quali opera. La salute è intesa nell´accezione più ampia del termine, come condizione cioè di benessere fisico e psichico della persona. Art. 16 - Accanimento diagnostico-terapeutico - Il medico, anche tenendo conto delle volontà del paziente laddove espresse, deve astenersi dall’ostinazione in trattamenti diagnostici e terapeutici da cui non si possa fondatamente attendere un beneficio per la salute del malato e/o un miglioramento della qualità della vita. Art. 17 - Eutanasia - Il medico, anche su richiesta del malato, non deve effettuare né favorire trattamenti finalizzati a provocarne la morte. Art. 53 - Rifiuto consapevole di nutrirsi - Quando una persona rifiuta volontariamente di nutrirsi, il medico ha il dovere di informarla sulle gravi conseguenze che un digiuno protratto può comportare sulle sue condizioni di salute. Se la persona è consapevole delle possibili conseguenze della propria decisione, il medico non deve assumere iniziative costrittive né collaborare a manovre coattive di nutrizione artificiale nei confronti della medesima, pur continuando ad assisterla. .  
   
 

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