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Notiziario Marketpress di Giovedì 12 Marzo 2009
 
   
  PARLAMENTO EUROPEO, PETROLIO: RIDURRE IL CONSUMO E PROMUOVERE GLI INVESTIMENTI

 
   
  Strasburgo, 12 marzo 2009 - Auspicando un mutamento radicale della politica energetica Ue, il Parlamento chiede di ridurre il consumo di petrolio e di favorire il risparmio, le alternative con minori emissioni di carbonio e modalità di trasporto più sostenibili. Al contempo, sollecita investimenti nelle infrastrutture, compreso l´oleodotto Costanza-trieste, relazioni più dinamiche con i paesi fornitori e maggiore trasparenza dei mercati. Ma rifiuta il ricorso alle scorte per far fronte alla volatilità dei prezzi. Approvando con 471 voti favorevoli, 190 contrari e 16 astensioni una risoluzione alternativa alla relazione di Herbert Reul (Ppe/de, De) promossa da Ppe/de e Pse, il Parlamento osserva anzitutto che «è sempre più pressante la necessità di sviluppare una politica energetica comunitaria coerente e globale che garantisca la sicurezza degli approvvigionamenti in un momento in cui l´Unione europea sta diventando sempre più dipendente dalle importazioni». Anche perché il petrolio «è una risorsa destinata all´esaurimento» e la dipendenza dell´Unione europea dalle importazioni di petrolio «raggiungerà il 95% entro il 2030». Occorre quindi un «cambiamento radicale della politica energetica dell´Unione europea». Ridurre la domanda di petrolio e sostenere le alternative - Per i deputati devono essere perseguite «con determinazione» tutte le misure che potrebbero comportare «una riduzione della domanda di vettori energetici fossili». Invitano quindi gli Stati membri a concedere sostegno finanziario agli investimenti in fonti energetiche alternative, come le energie rinnovabili. Dovrebbero inoltre attribuire la priorità alle misure di sensibilizzazione dei consumatori intese a promuovere l’acquisto di beni e servizi efficienti sotto il profilo energetico. Il Parlamento ritiene che il ricorso al petrolio e ad altre fonti di energia ad alta intensità di carbonio debba essere ridotto, sia aumentando l´efficienza energetica sia adottando soluzioni più neutre in termini di emissioni di carbonio. E´ quindi depennato il riferimento all´energia nucleare quale fonte a bassa emissione di Co2 che compariva nella relazione originaria. Chiede anche alle compagnie petrolifere di reinvestire i loro profitti nella promozione della tecnologia per il risparmio energetico e della ricerca sui sostituti del petrolio, in particolare per le applicazioni nel settore dei trasporti. Ma la crescita del consumo di petrolio nel settore dei trasporti potrà essere ridotta a medio e lungo termine soltanto applicando «ulteriori misure mirate per trasferire i trasporti e la mobilità verso modalità più sostenibili, che consumino meno petrolio». Oppure «che non ne consumino affatto, quali i trasporti su rotaia e i trasporti per via navigabile, così come le catene di mobilità intermodali nelle aree urbane (percorsi pedonali, piste ciclabili, mobilità pubblica/collettiva)». I deputati si dicono inoltre convinti che possibile conseguire notevoli risparmi energetici grazie al maggiore impiego dei moderni sistemi di gestione del traffico, nonché con una più decisa promozione di sistemi logistici ecologici. Avendo tuttavia dubbi «in merito all´idoneità a medio e lungo termine dei biocarburanti di prima generazione per sostituire il petrolio», i deputati sollecitano sforzi più intensi nella ricerca su carburanti sintetici. D´altro canto, riconoscendo la rilevanza delle Pmi nella produzione di biocarburanti e di altre fonti energetiche rinnovabili, invitano la Commissione a intervenire «per agevolare l´accesso ai mercati di detti carburanti», soggetti a barriere tecniche e regolamentari che ostacolano la produzione e la vendita di tali prodotti. Promuovere gli investimenti e le interconnessioni - Sollecitando lo sviluppo di metodi di estrazione del petrolio «più ecologici», il Parlamento chiede alle compagnie petrolifere di reinvestire «i loro recenti consistenti profitti nella prospezione e nello sviluppo di nuove riserve petrolifere». Rispetto alla relazione originaria, è stato però soppresso un paragrafo che sottolineava «l´importanza della regione artica dal punto di vista della produzione petrolifera, dal momento che si ritiene possieda fino a un quarto delle riserve mondiali non ancora scoperte». Ma i deputati esprimono preoccupazione per gli effetti che l´attuale crisi creditizia ha sulle possibilità di investire nell´industria petrolifera e invitano quindi la Commissione e gli Stati membri a predisporre incentivi agli investimenti, ma senza «sostituire gli investimenti e il capitale privato con il denaro pubblico». Nel rilevare poi l´importanza centrale di relazioni di buon vicinato con gli Stati di transito, il Parlamento prende atto dell´esclusione di oleodotti dalle reti transeuropee nel settore dell´energia e chiede agli Stati membri e alla Commissione di prendere in considerazione l´inclusione di infrastrutture petrolifere nelle Ten-e. Sottolinea poi che i nuovi progetti relativi alle infrastrutture petrolifere, come le condotte Odessa-danzica e Costanza-trieste, «dovrebbero restare progetti ad alta priorità di interesse europeo». Rafforzare il dialogo con i paesi produttori - Il Parlamento sollecita «relazioni più dinamiche» tra l´Unione europea e i paesi produttori di petrolio, che puntino a creare «un contesto più stabile e tranquillo per l´approvvigionamento e la fissazione dei prezzi, nell´interesse di tutte le parti interessate e dell´economia mondiale nel suo insieme». Invita infine la Commissione al dialogo con le compagnie petrolifere e con i paesi di estrazione, «mirato a individuare vie per poter consolidare gli investimenti nonostante le fluttuazioni dei prezzi e degli utili». Mercati più trasparenti. Non ricorrere alle riserve contro la volatilità dei prezzi - I deputati esprimono preoccupazione «per la crescente e sfrenata volatilità registrata dai prezzi del petrolio nel 2008, che si ripercuote negativamente sull´intera economia dell´Unione europea e sui suoi consumatori». Sollecitano anche la Commissione e gli Stati membri «a garantire il massimo livello possibile di trasparenza sui mercati dell´energia». Pongono poi in risalto la necessità di dare la priorità al monitoraggio della concorrenza a livello di lavorazione e vendita del petrolio e dei prodotti petroliferi e di assicurare una maggiore trasparenza dei dati sulle scorte petrolifere commerciali. In tale contesto, accolgono con favore l´idea di studiare l´utilità e i costi della pubblicazione settimanale del livello delle scorte, invitando la Commissione a inserire i risultati di detta analisi nelle successive misure legislative. Sottolineando poi che le riserve strategiche hanno lo scopo «di contrastare blocchi fisici in caso di forniture irregolari», respingono «tutti i tentativi volti a contrastare la volatilità dei prezzi ricorrendo alle riserve». .  
   
 

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