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Notiziario Marketpress di Giovedì 12 Marzo 2009
 
   
  PARLAMENTO EUROPEO: COORDINARE I PIANI DI SALVATAGGIO ECONOMICO METTENDO IN GUARDIA DALLA CRESCITA DEL DEBITO PUBBLICO, UN ESAME DEL COMPORTAMENTO TENUTO DALLE BANCHE E DEGLI AIUTI CHE RICEVERANNO E UN MIGLIORE ACCESSO AL CREDITO PER LE PMI E I CITTADINI.

 
   
  Strasburgo, 12 marzo 2009 - Il Parlamento sollecita il coordinamento dei piani di salvataggio economico, mettendo in guardia dalla crescita del debito pubblico, un esame del comportamento tenuto dalle banche e degli aiuti che riceveranno e un migliore accesso al credito per le Pmi e i cittadini. Chiede anche un´iniziativa europea a favore dell´occupazione e la possibilità di applicare un tasso d´Iva ridotto per le attività ad alta intensità di manodopera, nonché il rilancio degli investimenti, in particolare nelle Ten-t. Approvando con 526 voti favorevoli, 105 contrari e 22 astensioni la relazione di Anne Ferreira (Pse, Fr), il Parlamento accoglie con favore l´iniziativa della Commissione di varare un piano europeo di ripresa economica in risposta alla grave crisi in atto. Tuttavia, ne sottolinea la formulazione «troppo vaga» e paventa il rischio che la sua attuazione prenda «un certo tempo». Rileva inoltre che la maggior parte delle misure comunitarie proposte «poggia su un esercizio di ridistribuzione nel bilancio di finanziamenti già programmati e non sulla mobilitazione di nuove risorse di bilancio». In proposito, nel ricordare che tale redistribuzione «potrebbe ostacolare le politiche esistenti», chiede ulteriori dettagli sulla fase di sviluppo di ciascun progetto e rammenta che qualsiasi modifica del livello di pagamenti dovrà essere approvato dai due rami dell’autorità di bilancio (Parlamento europeo e Consiglio). Accogliendo un emendamento del Pse, l´Aula ribadisce anche «l´urgente necessità di rafforzare il bilancio europeo, rivedendone la dotazione e la struttura di spesa». I deputati rilevano poi che la principale priorità del piano di ripresa «deve consistere nel promuovere l´economia e la competitività dell´Unione europea al fine di tutelare le opportunità e la sicurezza dei cittadini ed evitare un aumento della disoccupazione». Il piano di ripresa dovrebbe quindi «invertire il declino economico consentendo ai mercati finanziari di riprendere un normale funzionamento, favorire gli investimenti e migliorare le opportunità per la crescita e l´occupazione». Anche perché, come suggerito dal Pse, la crisi «peggiora di giorno in giorno» e, quindi, in assenza di un intervento pubblico «più deciso ed efficace» l´Ue e i paesi limitrofi «si avvicinano sempre più a una profonda crisi sociale e politica che mette alla prova la solidarietà europea» Raccomandando il coordinamento dei piani nazionali di ripresa economica quale requisito essenziale per l´efficacia, i deputati mettono in guardia contro il rischio che le soluzioni adottate «sfocino nella somma delle politiche nazionali, con conflitti e costi potenziali, pregiudicando il mercato unico e l´unione economica e monetaria e indebolendo il ruolo dell´Unione europea quale attore globale». Approvando un emendamento dell´Alde, i deputati chiedono anche di valutare i benefici che potrebbero derivare dalla creazione di un fondo sovrano europeo, «il cui costo per il servizio del debito sia inferiore a quello relativo all´aggregato equivalente dei debiti nazionali», e che sia di natura temporanea e venga trasferito dopo un certo periodo ai debiti nazionali». Al contempo, facendo proprio un emendamento del Pse, sostengono la decisione dei membri Ue del G20 «di un´azione definitiva contro i paradisi fiscali e le giurisdizioni non collaborative concordando quanto prima un pacchetto di sanzioni». Sottolineano inoltre l´importanza di una convergenza a livello mondiale per affrontare questo problema. Il Parlamento ribadisce che tutti gli aiuti finanziari devono essere «tempestivi, mirati e temporanei». Ammonendo sui possibili rischi di esclusione e di abbandono della politica di concorrenza dell´Unione europea, invita a ripristinare, non appena possibile, i mercati equi e competitivi definiti dai trattati. Inoltre, nel prendere atto con preoccupazione della rapida crescita del debito pubblico e dei deficit di bilancio, esprime il timore che il debito pubblico possa diventare un onere eccessivo per le future generazioni. Sollecita quindi il ritorno a finanze statali sane «non appena possibile», come previsto dal Patto rivisto di stabilità e crescita. Allo stesso tempo il Parlamento è dell´avviso che l´attuale crisi «non sollevi l´Unione europea dalla sua responsabilità di promuovere lo sviluppo internazionale e la lotta contro la povertà nel mondo». Mette inoltre in guardia contro il rischio di un ritorno a politiche protezionistiche e auspica la tempestiva conclusione del ciclo di negoziati commerciali di Doha che potrebbe favorire la ripresa. Ripristinare la fiducia nel settore finanziario - Il Parlamento si compiace delle misure a breve termine adottate per ripristinare la fiducia nel sistema finanziario, ma ricorda che tali misure d´emergenza «non sono sufficienti per risolvere alcuni dei problemi fondamentali alla base della crisi», vale a dire «gli squilibri globali, l´assunzione di rischi estremi, il ricorso alla leva finanziaria e la predilezione per il breve termine». Nel ribadire la necessità di esaminare i sistemi di remunerazione quale possibile fonte di instabilità finanziaria, auspica un´azione coordinata fra gli Stati membri che preveda garanzie bancarie generali ed esplicite a livello nazionale a copertura delle passività, ma escluda il capitale azionario. Approvando un emendamento dell´Alde, invita gli Stati membri dell´area euro a esaminare la possibilità di «un grande prestito europeo», da essi «garantito in solido». I deputati insistono poi sul fatto che i principali motivi alla base dell´eccezionale intervento pubblico nel sistema finanziario sono la necessità di garantire la tutela dei risparmi e la concessione di crediti ai singoli e alle imprese, comprese le Pmi. Ribadiscono inoltre che occorre riservare un´attenzione particolare al ripristino dei normali livelli di estensione del credito da parte delle banche al momento della definizione di un nuovo quadro regolamentare, soprattutto al fine di rilanciare il processo di cartolarizzazione, «essenziale per la ripresa del finanziamento per le ipoteche, l´acquisto di vetture e le carte di credito». Allo stesso tempo, il Parlamento ricorda che le autorità di regolamentazione e le altre autorità competenti degli Stati membri devono controllare in modo approfondito le attività svolte da banche e banchieri negli ultimi mesi e stabilire se al crollo del sistema bancario «possano aver contribuito comportamenti reprensibili se non fraudolenti». Ritiene inoltre che sia necessario attuare un rigoroso monitoraggio dei pacchetti di salvataggio degli istituti finanziari, in modo da garantire condizioni di parità. Reputando che i piani di salvataggio del settore bancario debbano essere soggetti alla condizionalità in termini di incentivi monetari, concessione di crediti, condizioni di prestito, ristrutturazione del settore e salvaguardia dei regimi sociali, chiede alla Commissione di effettuare un´analisi precisa del loro impatto sulla competitività del settore finanziario e sul funzionamento del mercato interbancario. Per i deputati occorre anche potenziare il ruolo della Banca centrale europea nel monitoraggio della stabilità finanziaria nell´area dell´euro, in particolare in termini di supervisione del settore bancario a livello dell´Unione europea. Sottolineano poi che le iniziative in materia di regolamentazione devono mirare a creare trasparenza, sostenibilità, stabilità e ad «aumentare la responsabilità dei soggetti finanziari nel mercato». Ricordando alla Commissione il suo obbligo di dare seguito alle richieste avanzate dal Parlamento in materia di hedge fund e dei fondi di private equity, ritengono che le agenzie di rating del credito dovrebbero colmare le lacune informative e divulgare le incertezze e i conflitti di interesse. Ribadiscono poi la necessità di rivedere e migliorare le politiche contabili «per evitare gli effetti di aggravamento congiunturale». In una risoluzione specifica sul Vertice di primavera - adottata con 579 voti favorevoli, 94 contrari e 21 astensioni - il Parlamento sottolinea che la piena affidabilità, efficienza e trasparenza dei mercati finanziari «sono il presupposto di un´economia europea sana e innovativa, capace dei generare crescita e posti di lavoro». Un´attenzione particolare per le Pmi per tutelare l´occupazione - Nella relazione, il Parlamento raccomanda «vivamente» di garantire con urgenza in tutta l´Unione europea un accesso adeguato e ragionevole al credito alle Pmi, ai cittadini e ai settori che vedono il loro futuro sostenibile compromesso dalla crisi. Sottolineando poi come le Pmi stiano affrontando «gravi problemi di liquidità» e un limitato accesso al credito, suggerisce di rispettare un periodo massimo di 30 giorni per i pagamenti a loro dovuti da autorità pubbliche e dai clienti privati. La risoluzione sul Vertice aggiunge poi la richiesta di anticipare l´introduzione dello Small Businness Act, varare e attuare in tempi rapidi la normativa sullo statuto della società privata e introdurre un brevetto comunitario. Chiede inoltre di aumentare gli investimenti nella ricerca e sottolinea che, liberalizzando ulteriormente il mercato interno delle telecomunicazioni, dell´energia e della ricerca, l´Europa potrà «uscire rafforzata dagli attuali sconvolgimenti economici». Auspicando che il Consiglio di primavera giunga a un accordo su un orientamento chiaro e misure concrete per salvaguardare l´occupazione e creare nuove opportunità di lavoro, i deputati chiedono anche il lancio effettivo di una vasta iniziativa europea dell’occupazione. Si tratterebbe, da un lato, di garantire che un’impresa possa essere creata in qualunque luogo nell’Unione europea in tre giorni e senza spese e che le formalità per l’assunzione dei primi lavoratori dipendenti possano essere espletate attraverso uno sportello unico. Dall´altro, occorre rafforzare i finanziamenti e gli investimenti a favore della formazione. Gli Stati membri, inoltre, dovrebbero investire nell´economia sociale e attuare i principi della flessicurezza, «garantendo al contempo una protezione sociale adeguata per tutti». Il Parlamento chiede poi al Consiglio di approvare la proposta di dare a tutti gli Stati membri l’opzione di applicare un’aliquota Iva ridotta per i servizi ad alta intensità di manodopera prestati a livello locale, «alla luce del loro potenziale effetto di stimolo per l’occupazione e la domanda». Mentre gli Stati membri dovrebbero considerare la possibilità di ridurre la tassazione del lavoro per le fasce salariali più basse «al fine di aumentare il potere d’acquisto e di stimolare la domanda dei prodotti al dettaglio». La risoluzione sul Vertice sostiene, tra l´altro, l´introduzione di soluzioni innovative (quali ad esempio buoni per l’acquisto di servizi domestici e di custodia dei bambini, sussidi per l’assunzione di persone appartenenti a categorie vulnerabili), già sperimentate con successo in alcuni Stati membri. Chiede inoltre agli Stati membri di prevedere normative su questioni quali il salario minimo, conformemente alle tradizioni nazionali, «in modo da permettere ai lavoratori a tempo pieno di ottenere dai loro guadagni un tenore di vita decoroso». Inoltre, affinché l´Europa disponga di una forza lavoro «sana», rileva l´importanza di infrastrutture efficienti di custodia dei bambini per permettere di conciliare vita professionale e vita familiare. Gli Stati membri dovrebbero anche rinnovare le politiche d´immigrazione per attrarre persone altamente qualificate. Con 609 voti favorevoli, 60 contrari e 27 astensioni, l´Aula ha peraltro approvato la proposta di decisione della Commissione sugli orientamenti degli Stati membri in materia di occupazione. Nella relativa risoluzione - approvata con 548 voti favorevoli, 74 contrari e 3 astensioni - il Parlamento si dice però convinto che la Commissione debba essere pronta ad adottare «misure eccezionali», tra cui un ampliamento dell´accesso al Fondo di adeguamento alla globalizzazione in modo da sostenere una più ampia gamma di situazioni, inclusi i lavoratori temporanei che hanno perso il lavoro. Rileva poi l´importanza «di non lasciare che la crisi eserciti una pressione negativa sui salari». Facendo proprio un emendamento del Pse, inoltre, l´Aula ritiene che gli obiettivi principali della politica occupazionale dell´Ue devono essere di conservare il maggior numero di posti di lavoro, aiutare a creare occupazione e sostenere il potere d´acquisto dei lavoratori disoccupati Investimenti intelligenti e sostenibili - Nella relazione adottata, i deputati rilevano la necessità di investimenti considerevoli, «derivanti da uno sforzo coordinato e senza precedenti», nei settori dell´energia, dell´ambiente e delle infrastrutture «per favorire lo sviluppo sostenibile, contribuire alla creazione di posti di lavoro di qualità e garantire la coesione sociale». Anche perché ritengono che «una forte politica pubblica degli investimenti mirante a creare un’economia a basse emissioni di carbonio rivesta la massima importanza per far fronte alla recessione economica». Rilevando l´importanza delle reti transeuropee, chiedono lo sviluppo di nuovi metodi finanziamento delle infrastrutture di trasporto e di aumentare il bilancio dei progetti Ten-t, includendoli inoltre tra i progetti idonei a beneficiare dei 5 miliardi di euro addizionali da utilizzare in base al piano di rilancio. Con 302 voti favorevoli e 340 contrari, l´Aula ha però respinto un emendamento del Pse che invitava la Commissione a promuovere un accordo tra gli Stati membri per l´emissione congiunta di titoli (ad esempio le eurobbligazioni) «come ulteriore strumento finanziario per sostenere le principali priorità politiche europee». Crisi, ambiente e New green deal - I deputati invitano inoltre gli Stati membri a riformare i loro sistemi fiscali «per assicurare che determinati settori aventi un pesante impatto sull´ambiente, quali l´agricoltura, i trasporti e l´energia, operino in modo sostenibile». Adottando un emendamento proposto dai Verdi, inoltre, chiedono al Consiglio di dare la possibilità agli Stati membri di applicare un´aliquota Iva ridotta per i beni e i servizi efficienti sul piano energetico. Il piano di ripresa, inoltre, dovrebbe predisporre un accordo internazionale equo e giusto che subentri al protocollo di Kyoto nel 2012. Più in particolare, in una ulteriore risoluzione sui cambiamenti climatici - adottata con 610 voti favorevoli, 50 contrari e 25 astensioni - il Parlamento sottolinea che, nel quadro dell´attuale crisi finanziaria ed economica, l´obiettivo dell´Unione europea di lottare contro i cambiamenti climatici può integrare grandi e importanti opportunità economiche per lo sviluppo di nuove tecnologie, la creazione di posti di lavoro e il rafforzamento della sicurezza energetica. In proposito, rileva che un accordo a Copenaghen potrebbe fornire l´impulso necessario per un ´Nuovo corso verde´ che rilanci la crescita economica, promuova le tecnologie verdi e garantisca questi nuovi posti di lavoro nell´Ue e nei paesi in via di sviluppo. Ritiene inoltre della massima importanza adottare un piano d´azione più completo sul finanziamento futuro della politica climatica che copra tutti i pertinenti settori e fonti di finanziamento. .  
   
 

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