Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Mercoledì 24 Giugno 1998
 
   
  REGIONI ED EUROPA DEL 2000: UN DOCUMENTO APPROVATO A MILANO

 
   
  Milano, 24 giugno 1998 - A Palazzo Clerici si é svolta la conferenza sul tema "Il ruolo delle regioni nell´Europa del 2000". Dopo saluti di Alberto Zorzoli, vice presidente della Regione Lombardia, e Giancarlo Morandi, presidente del Consiglio Regionale lombardo, tavola rotonda coordinata da Alan Friedman, giornalista televisivo. Sono intervenuti i presidenti delle Regioni Lombardia, Roberto Formigoni, Veneto, Giancarlo Galan, Piemonte. , Enzo Ghigo, Rhone Alpes, Charles Millon, Catalunya, Jordi Pujol, e Badenwurthemberg, Erwin Teufel. In teleconferenza Mario Monti, commissario europeo. Nel corso della conferenza sono stati discussi i problemi di una "autentica applicazione del principio di sussidiarietà " con riconoscimento alle regioni di una "piena autonomia legislativa, regolamentare e fiscale nelle materie di competenza". Al termine della riunione é stato approvato un "documento comune" che i sei governi regionali firmatari presenteranno e promoveranno in sede di Unione europea. É stato tra l´altro asserito che la trasformazione dell´attuale Unione sovranazionale europea in un vero e proprio Stato Federale potrà avvenire solo valorizzando le autonomie e potenziando l´autogoverno delle macroregioni e delle grandi aree metropolitane " processo attualmente ancora troppo timido". Affermato anche che la costruzione europea, fondata sul principio di sussidiarietà, é rimasta estranea alle riforme operate negli stati membri, dove il decentramento regionale e locale é stato pensato "come risposta ai problemi interni in materia di efficienza economica ed esigenze di riorganizzazione funzionale dello stato". L´ U. E. Ha di fatto riconosciuto all´interno del suo ordinamento la soggettività delle regioni e dialoga con i governi regionali direttamente, rivolgendosi sempre più alle regioni come a istituzioni di riferimento per l´elaborazione e l´attuazione delle politiche comunitarie: "ma sul versante degli stati membri il mancato riconoscimento della dimensione regionale come componente costitutiva dell´ordinamento statuale nel suo insieme continua a riflettersi anche nelle incertezze che caratterizzano il ruolo delle Regioni sul piano dei rapporti internazionali e nell´assetto dell´Unione". Le sei regioni ritengono prioritari, nel quadro delle forme di rappresentanza delle istituzioni subnazionali all´interno del processo decisionale comunitario, i seguenti obiettivi: previsione di precisi meccanismi per la partecipazione delle Regioni alle fasi preparatorie e propedeutiche all´approvazione di provvedimenti comunitari; partecipazione, nelle materie di competenza e nel rispetto delle rispettive legislazioni, alla formazione degli atti comunitari, nonché alla loro attuazione ed esecuzione; riconoscimento della facoltà, nelle materie di loro competenza e con l´assenso dei governi centrali, di trasferire potestà loro spettanti ad organizzazioni transfrontaliere. Si chiede altresì la partecipazione degli esecutivi regionali alle decisioni del Consiglio dei Ministri dell´Unione Europea. Nel documento si parla anche della necessità di una politica di concertazione permanente tra i diversi livelli istituzionali nel quadro dell´Agenda 2000, documento presentato dalla Commissione europea. Inoltre, é stato affermato, il negoziato che si é già aperto deve tenere anche conto dei seguenti aspetti:incidenza dell´unificazione monetaria sui processi di cambiamento strutturale dell´economia; attuazione dello "spirito autentico del principio di semplificazione; esigenza di promuovere lo sviluppo regionale, che é fra gli obiettivi delle politiche comunitarie, tramite "contratti di sostegno europeo", che vedrebbero convergere la Commissione, gli stati membri e le regioni che beneficiano dei finanziamenti, tramite accordi di programma. Le Regioni chiedono pertanto la presentazione all´Unione Europea, da parte di ogni regione, in accordo con lo Stato membro, di un programma integrato di sviluppo, rivolto ai territori di competenza, che tratti sia le zone urbane in crisi industriale o sociale, che gli spazi rurali in declino, affrontando nella complessità della loro interazione problematiche legate ad ambiti diversi, quali occupazione, formazione, ricerca, servizi di interesse generale, infrastrutture, agricoltura, turismo, sostegno alle piccole e medie imprese. Il documento parla anche dei problemi delle politiche di coesione e di quelle di sviluppo tenendo presente che le disparità tra regioni nell´ultimo decennio sono aumentate all´interno della maggior parte degli stati membri: con l´aumento della disoccupazione e dell´ esclusione sociale e con le loro ripercussioni sulla coesione delle grandi agglomerazioni hanno determinato nuovi criteri di priorità in materia di ambiti di intervento dei fondi strutturali. Per l´ incremento delle condizioni di competitività del sistema europeo occorre focalizzare le politiche di intervento su tre aree decisive: ricerca scientifica a e tecnologica e trasferimento dell´innovazione; internazionalizzazione delle imprese; sviluppo delle, infrastrutture per la competitività. In definitiva, le sei regioni chiedono all´Unione Europea di valorizzare e sostenere tutte le situazioni di eccellenza;di poter interloquire direttamente, singolarmente e in forma associata con gli organi dell´Unione per formulare un piano di sviluppo originale che possa configurarsi come Agenda 2000 della coesione e dello sviluppo. Infine, chiedono la revisione delle politiche di bilancio con un aumento sensibile del finanziamento per lo sviluppo. Nel corso della conferenza sono state anche illustrate le proposte delle regioni francesi(Association des Presidents de Conseils Regionaux)per la riforma dei fondi strutturali europei. .  
   
 

<<BACK