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Notiziario Marketpress di Martedì 17 Marzo 2009
 
   
  IL DIRIGENTE DEL DIPARTIMENTO BILANCIO DELLA CALABRIA INTERVIENE IN MERITO ALLE POLEMICHE SULLE STRUTTURE SOCIO-SANITARIE

 
   
  Reggio Calabria, 17 marzo 2009 - “Chi porta avanti richieste economiche, anche se le ritiene giuste, deve anche tenere conto che quando una realtà è in crisi, il problema riguarda tutti e va affrontato congiuntamente, nel rispetto di ruoli e competenze, con equilibrio e senso di responsabilità, senza cercare di addebitare ad altri situazioni alle quali forse ognuno potrebbe avere sia pure in parte contribuito a determinare, perché, altrimenti, se la barca affonda affondano tutti i naviganti”. E’ quanto si legge in una nota diffusa dal Dirigente generale del Dipartimento Bilancio della Regione Calabria, Luigi Bulotta, in merito alle critiche sollevate dall’Associazione delle Strutture Terza Età (Anaste) e da Fondazione Betania per quanto riguarda le rette da riconoscere alle strutture socio-sanitarie. Il dirigente del Dipartimento Bilancio, il 15 marzo, ha inteso così evidenziare, “al solo scopo di fare chiarezza ed evitare distorte interpretazioni”, che per effetto dell’art. 49, comma 2, della legge regionale n. 15/2008 le tariffe per le prestazioni delle strutture socio-sanitarie fissate con la deliberazione della Giunta Regionale n. 285/2008, in applicazione della legge regionale n. 22/2007, “restano in vigore, solo per le strutture in possesso dei prescritti requisiti organizzativi, strutturali e tecnologici, fino alla data di entrata in vigore di apposita legge regionale per la riforma organica della disciplina in materia di accreditamenti delle strutture sanitarie e socio-sanitarie, nell´ambito della quale saranno ridefiniti i requisiti necessari per gli accreditamenti stessi”. Tale legge (la n. 24 del 18 luglio 2008) è entrata in vigore il 27 luglio 2008. “Per espressa previsione legislativa – spiega Bulotta – le dette tariffe sono rimaste in vigore sino a tale data”. Bulotta parla poi dela cosiddetta “circolare” del dipartimento Bilancio della Regione contestata dalle associazioni. “Si tratta soltanto – spiega – di una nota con effetti interni alla Regione diretta, infatti, al Dipartimento Tutela della salute, tra l’altro sollecitata dal Dipartimento Lavoro e Politiche sociali anche in seguito a un apposito incontro nel quale è stata segnalata la grave criticità finanziaria legata alla carenza di risorse per far fronte al pagamento della quota del 30 per cento gravante sul Fondo sociale, per segnalare il problema, per i necessari provvedimenti di competenza, relativo agli impegni che le Aziende Sanitarie stavano assumendo, senza copertura finanziaria, ed evidenziare la scadenza della validità delle tariffe e, quindi, fare in modo che la questione venisse adeguatamente affrontata da parte della struttura a ciò preposta”. Quello che è stato definito “impudente” o “infausto” intervento, secondo il dirigente generale del Dipartimento Bilancio, “altro non è che una doverosa segnalazione da parte di chi ha la responsabilità complessiva della tenuta del bilancio della Regione, (tra l’altro in un momento in cui si è accertata l’esistenza di un debito sanitario – e non solo – che ha assunto livelli del tutto allarmanti che rischiano di paralizzare il sistema Regione con danni per tutti) e che deve responsabilmente richiamare l’attenzione dei soggetti preposti sia per evitare un’ulteriore dilatazione dello stesso debito, sia perché assumano le iniziative di competenza tenuto conto che le tariffe in questione erano da tempo scadute senza l’emanazione (e da qui lo “stallo”) di provvedimenti conseguenti anche per l’applicazione della nuova normativa nel frattempo intervenuta”. .  
   
 

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