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Notiziario Marketpress di Giovedì 19 Marzo 2009
 
   
  FEDERMACCHINE: OTTIMISMO ? SE IL GOVERNO GLIENE DESSE MODO, LE IMPRESE POTREBBERO PRODURLO.

 
   
  Milano, 19 marzo 2009 - Nel settore dei beni strumentali, “macchine” senza le quali sarebbe impossibile realizzare alcun prodotto senza divenire completamente dipendenti dall’estero, l’Italia vanta competenze eccezionali, che la pongono ai vertici delle graduatorie mondiali di produzione e esportazione. Questa industria, capace di generare un rilevante saldo attivo della bilancia commerciale, garantisce, inoltre, un importante vantaggio competitivo per numerosi settori industriali per i quali l’Italia é nota in tutto il mondo. Per l’economia nazionale, il settore riveste, dunque, un’importanza strategica, pari a quella attribuibile, in altri paesi, a materie prime e fonti energetiche. Le imprese italiane dei beni strumentali producono innovazione, occupazione, ricchezza reale, contribuendo a creare quel dinamismo che il presidente del Consiglio ritiene necessario per superare la crisi. Perché, allora, il governo ignora le richieste che Federmacchine gli ha, da tempo, indirizzato? Perché il governo non vara i semplici provvedimenti grazie ai quali il settore potrebbe continuare a fornire il suo contributo per garantire all’intero sistema industriale livelli di competitività adeguati alle ambizioni del paese? Perché il governo lascia che la crisi economica mini le fondamenta del sistema produttivo nazionale? Eppure, quel che chiede Federmacchine, a nome di 6. 000 imprese che occupano 182. 000 addetti, é di facile realizzazione: - emendare l’articolo 5 del Dl 10/2/2009 n. 5, aggiungendo: rivalutazione dei beni strumentali in possesso delle imprese compresi nell’articolo 5 della legge 5/10/91 n. 317 con pagamento dell’1,5% sul plusvalore da rivalutazione e senza possibilità di ammortamenti successivi. Il provvedimento permetterebbe alle imprese di meglio evidenziare il proprio patrimonio e, di conseguenza, ottenere più facilmente finanziamenti dalle banche: lo stato ne trarrebbe solo vantaggi - moratoria per due anni, con pagamento dei soli interessi, dei crediti vantati, a una data definita, dagli istituti di credito nei confronti delle Pmi. Il provvedimento, che potrebbe essere finanziato da apposito fondo di garanzia statale, “darebbe fiato” alle Pmi e maggiore certezza alle banche di “rientrare” - liberalizzazione dei criteri di ammortamento per investimenti in beni strumentali a elevata tecnologia (articolo 5 della legge 5/10/91 n. 317) ordinati nei 6 mesi successivi all’emissione del provvedimento e consegnati nei 24 mesi seguenti. Il provvedimento, che permetterebbe alle imprese virtuose di fruire di una anticipazione di sconto fiscale, allo stato non costerebbe praticamente nulla (data la dilazione in quasi 3 esercizi) e darebbe agli imprenditori la sensazione di non “essere isolati” e abbandonati a se stessi. .  
   
 

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