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Notiziario Marketpress di
Giovedì 19 Marzo 2009 |
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FLUSSI MIGRATORI. PRESENTATA UNA RICERCA SULL’EMIGRAZIONE VENETA IN ROMANIA
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Venezia, 19 marzo 2009 - Presentato ieri a Palazzo Balbi, sede della Giunta regionale a Venezia, dall’Assessore ai Flussi Migratori, Oscar De Bona, il volume “Veneti in Romania”. Si tratta dell’ultima pubblicazione della collana “Civiltà Veneta nel mondo”, diretta da Gianpaolo Romanato e finanziata dalla Regione del Veneto. La Giunta regionale, infatti, su relazione dello stesso Assessore, aveva approvato un provvedimento con il quale ha accolto la proposta presentata dal Centro Interuniversitario di Studi Veneti (Cisve) di Venezia e dall’associazione Bellunesi nel Mondo per la realizzazione di una serie di ricerche dedicate alla presenza veneta nel mondo, due delle quali già pubblicate e relative al Sudafrica e agli Stati Uniti. Quella presentata oggi è una ricerca condotta dal prof. Roberto Scagno, docente di Lingua e Letteratura Romena presso l’Universtità di Padova, in collaborazione con Paolo Tomasella, architetto e dottore di ricerca in architettura tecnica presso l’Università di Trieste e Corina Tucu, che ha conseguito il dottorato di ricerca in storia presso l’Università di Iasi in Romania. Referente scientifico del progetto è il prof. Gianpaolo Romanato, docente di Storia contemporanea presso l’Università di Padova e componente della Consulta regionale dei Veneti nel Mondo. Nella storia della prima grande emigrazione veneta nell’ultimo trentennio dell’Ottocento, un capitolo importante, ma ancora largamente inesplorato, è quello riguardante i Paesi dell’Europa centro orientale e in particolare danubiano-balcanica. Nel processo di modernizzazione e di creazione della indispensabile rete di infrastrutture stradali e ferroviarie e dell’edilizia pubblica di quest’area le maestranze venete e friulane ebbero un ruolo importante e determinante. “Dell’emigrazione nell’Europa dell’est – ribadisce l’Assessore De Bona – si conosce poco e quel poco che si conosce aveva bisogno di essere organizzato in maniera sistematica e questo ha inteso fare la ricerca. Dallo studio – ha proseguito Be Bona – emerge che la presenza di manodopera qualificata proveniente dalle province venete, soprattutto dell’alto bellunese, divenne insostituibile per lo sviluppo del Paese danubiano, al cui processo parteciparono in modo rilevante anche artisti e uomini di cultura veneti. Un’apprezzata attività professionale interrotta dall’instaurazione del regime comunista nel 1948, che determinò, tra l’altro, lo scioglimento delle associazioni culturali che avevano accompagnato l’emigrazione veneta in Romania”. L’assessore De Bona ha infine annunciato che la prossima ricerca riguarderà l’emigrazione dei veneti nel Canada. . |
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