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Notiziario Marketpress di Lunedì 23 Marzo 2009
 
   
  ALL’ HANGAR BICOCCA DI MILANO , SPAZIO D’ARTE CONTEMPORANEA LA BELLA MOSTRA ANTHONY MCCALL: BREATH [THE VERTICAL WORKS]

 
   
  Milano, 23 marzo 2009 - La nuova mostra dell’Hangar Bicocca è dedicata alle straordinarie sculture di luce di Anthony Mccall. Le opere che verranno esposte sono in gran parte inedite e datate dal 2004 al 2009 - in specifico la mostra e’ dedicata alle proiezioni verticali – delle quali verranno presentate: Breath I e Breath Ii (2004), Breath Iii (2005), Between You and I (2006), Coupling (2009) e, concepita e prodotta espressamente per l’Hangar Bicocca, Meeting you Halfway (2009). L’artista inglese, nato nel 1946, che da tempo vive a New York, presenta per la prima volta una serie di recenti ‘Solid Light Films’ (ovvero film di luce solida), opere che dimostrano la tecnica multi-disciplinare dell’artista nella quale installazione, film e performance si sovrappongono creando un dialogo con lo spazio industriale dell´Hangar Bicocca - uno dei pochissimi luoghi espositivi al mondo che, per altezza e scala, può ospitare una serie di queste installazioni. Mccall inizia a lavorare con film e performance nei primi anni ‘70, cominciando con una serie di performance all’aperto e servendosi del fuoco come materiale scultoreo, visibile ad esempio nell’opera intitolata Landscape for Fire (1972). L’artista può inoltre essere considerato uno dei più importanti rappresentanti del cinema ‘avant-garde’ londinese degl’anni ’70. L’artista ha ideato il suo primo ‘Solid Light Film’ nel 1973 con Line Describing a Cone, film in 16mm. Pensando alla meccanica di proiezione dei film, nota che il fascio di luce ha una presenza tridimensionale la quale viene poi riversata sullo schermo bidimensionale dove le immagini si formano. Queste opere sono infatti semplici proiezioni che danno risalto in maniera sconvolgente alle qualità scultoree e volumetriche di un fascio luminoso. Negli spazi scuriti e riempiti di foschia, le proiezioni generano un´illusione di figure astratte tridimensionali, degli ellissi, delle onde e delle superfici piane che gradualmente si espandono, si contraggono o accarezzano lo spazio – come pareti architettoniche effimere. In queste installazioni, l´artista scompone lo strumento cinematografo riducendo la pellicola alle parziali componenti temporali e visive, rimuovendo interamente lo schermo come la superficie prescritta per la proiezione. Le opere inoltre modificano il rapporto tra pubblico e pellicola, trasformando i visitatori in partecipanti, permettendo ai loro corpi di intersecare e modificare le forme transitorie. L’artista ha quindi rielaborato questo primo lavoro con l’ingegnosità del digitale per ottenere opere che si possono posizionare precisamente tra scultura e cinema. Scultura perché le forme occupano lo spazio tridimensionale e come tali possono essere scoperte solo camminando dentro e attorno alle loro ‘stanze’ traslucide; cinema perché le forme e le ‘stanze’ sono costruite attraverso luce proiettata, che è essa stessa in movimento, e che lentamente cambia secondo una struttura temporale che si definisce con lo scorrere del tempo. Prima del 2004 Mccall ha utilizzato forme orizzontali. “Ma - spiega l’artista - c’è una grande differenza nel rapportarci ad installazioni verticali e orizzontali: nelle forme orizzontali ci si muove dentro e attorno ogni parte dell’oggetto proiettato e la sorgente di luce è vicina al livello degli occhi; quelle verticali, d’altra parte, si elevano verso l’alto, cinque volte la nostra altezza, perciò lo spettatore si può solo muovere intorno alla parte più bassa della scultura e guarda sopra al tunnel di luce anziché lungo esso. In ambedue i casi, le membrane di luce, insieme alle correnti d’aria disegnano la foschia e la portano ad avvitarsi con un movimento a spirale sino al punto in cui svaniscono nella lente del proiettore. ” Un rinnovato interesse nel lavoro di Mccall è risultato nell’inclusione delle sue opere in una moltitudine di esposizioni in musei e gallerie a livello internazionale, dei quali si possono citare le seguenti istituzioni: Whitney Museum, New York (2001-02); Kunst, Vienna (2003-04); Tate Britain, Londra (2004); Hayward Gallery, Londra (2004); Museu d’Art Contemporani de Barcelona (2005);Museum für Moderne Kunst, Francoforte (2006); Kunsthaus Zürich, Zurigo (2006); Hamburger Bahnhof, Berlino (2006-07); Hirshhorn Museum, Washington (2008), Museum of Modern Art, New York (2008). Più recentemente e con grande successo è stata presentata la mostra di indagine itinerante Elements for a Retrospective iniziata al Musée de Rochechouart, Francia (2007) presentata poi alla Serpentine Gallery di Londra (2007-08), ed attualmente allo Utzon Center, Aalborg in Danimarca (fino al 3 Febbraio 2009). La mostra é inoltre accompagnata da una pubblicazione illustrata con testo critico di Hal Foster. .  
   
 

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