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Notiziario Marketpress di Martedì 24 Marzo 2009
 
   
  “FRAMMENTI” MOSTRA DI PAOLO LA MOTTA LA MEDITERRANEA ARTE 8NAPOLI 25 MARZO 14 APRILE 2009.

 
   
   Napoli, 24 marzo 2009 - L’arte, per Paolo La Motta, è un mezzo per poter indagare frammenti di realtà trasfigurati, per ritagliarsi un proprio universo , uno spazio in questa vita caotica, una maniera per vivere una situazione. Una sorta di meditazione sul destino dell’uomo , sul senso delle sue azioni innestata nella personale esperienza di vita, meditazione talora dolente e anche elegiaca illuminata dalla trasmissione d’una eticità primordiale come ferma in un’assolutezza atemporale. Mercoledì 25 marzo saranno presentati per l’occasione circa venti olii su tela e una decina di sculture, ultimi lavori dell’artista che raccoglie visioni, memorie, emozioni, luoghi, cose che s’intrecciano tra loro in una storia come in un romanzo di Stefano Benni o Paul Auster. La Motta , osserva la metropoli contemporanea,la vive con la convinzione che l’arte possa avere ancora un ruolo importante nella ridefinizione della città in particolare guardando l’individuo e la collettività come protagonisti assoluti delle sue scene. Alla base della ricerca di La Motta, che sia scultorea o pittorica , è sempre riconoscibile un’esigenza di comunicazione, di dialogo, la volontà di un confronto continuo con la realtà. Le sue opere “Jogging” e “Pattinatori”, ad esempio, sono determinate da stesure essenziali, come essenziali, discrete e raffinate sono le figure che racchiudono in sé caratteristiche tonali esprimendo una gioia piena. Come un archeologo del quotidiano, La Motta, trova mille volti , piccole tessere di un grande mosaico, frammenti di vita che con le loro azioni si trasformano in paesaggi, in territori antropomorfi per riuscire a raccontarci variegati mondi , visioni di realtà urbane degradate con l’occhio di chi riesce a raggiungere il giusto equilibrio tra analisi critica e partecipazione emotiva. L’artista, con le sue recenti opere, tenta di osservare la drammaticità e l’orrore che affligge il nostro modo di vivere nel tentativo di liberarsene e sperare in un futuro migliore. Dipinge, disegna, crea sculture per rovesciare le cose distoglierne la consuetudine, decostruire la rappresentabilità. L’allestimento della mostra è stato curato da Anna Lucia Cagnazzi. .  
   
 

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