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Notiziario Marketpress di Mercoledì 25 Marzo 2009
 
   
  PUZZLE PREISTORICO RIVELA L´ESISTENZA DI UN TERRIBILE PREDATORE

 
   
  Bruxelles, 25 marzo 2009 - Alcuni scienziati finanziati dall´Unione europea hanno aggiunto l´ultima tessera a un puzzle preistorico che ha permesso di rivelare l´esistenza di un terribile predatore che vagava per i mari 500 milioni di anni fa. La nuova specie, denominata Hurdia victoria, abitava i mari durante il Cambriano, periodo che vide una rapida diversificazione delle specie viventi e la comparsa dei primi antenati (di cui abbiamo reperti fossili) delle specie odierne. Hurdia apparteneva alla stessa famiglia dei lontani progenitori degli artropodi, per questo la sua scoperta getta nuova luce sull´evoluzione di questo grande gruppo animale, che comprende più di tre quarti di tutte le specie conosciute, tra cui insetti, crostacei, ragni e millepiedi. Lo studio, pubblicato nella rivista Science, è stato in parte promosso dalla rete di formazione per la ricerca Marie Curie, definita Zoonet ("Development and evolution of animal form: training modern comparative zoologists "), nel quadro del Sesto programma quadro (6°Pq). Hurdia venne descritta per la prima volta quasi 100 anni fa (nel 1912) dal noto paleontologo Charles Walcott, che l´aveva classificata come animale analogo ai crostacei. Lo studioso aveva rinvenuto alcuni resti di questo antico animale tra le montagne rocciose di Burgess Shale, letto fossile di estrema utilità per comprendere le condizioni di vita nel periodo Cambriano. Nel frattempo i frammenti di Hurdia erano stati inseriti in altre raccolte di fossili, nelle quali erano stati erroneamente classificati come parti diverse di animali distinti, come meduse, cetrioli di mare e altri artropodi. È negli anni Ottanta che i ricercatori iniziarono a comprendere che questi campioni, apparentemente di provenienza diversa, appartenevano in realtà alla stessa specie. Fu poi la scoperta di esemplari di Hurdia più completi, avvenuta negli anni Novanta, ad avvalorare la teoria che sosteneva le necessità di rivedere la descrizione ufficiale. La tessera finale del puzzle è stata "sistemata" quando i paleontologi sono entrati in possesso di un campione di Hurdia ben conservato, appartenente alle vecchie collezioni del Museo nazionale Smithsonian di storia naturale (Stati Uniti). Questo esemplare venne originariamente classificato come un inusuale campione di Anomalocaris, che, insieme ai suoi simili, fu uno dei più grandi predatori dei mari durante il Cambriano e che venne definito "T. Rex del Cambriano" in virtù delle sue dimensioni e della bocca piena di denti. Quest´ultimo studio fornisce una descrizione aggiornata di Hurdia, che sembra avere stretti legami con Anomalocaris. Come Anomalocaris, questo animale presentava un corpo frammentato con due grosse chele all´altezza della testa e una mascella circolare fitta di denti. I campioni di Hurdia raggiungono una lunghezza di 20 cm e sono stati rinvenuti in tutto il mondo, più precisamente in Canada, negli Stati Uniti, in Europa orientale e probabilmente in Cina. Secondo i ricercatori questa peculiarità dimostrerebbe che questo antico predatore è una specie generale, vale a dire una specie in grado di adattarsi alle più svariate condizioni ambientali. La differenza tra Hurdia a Anomalocaris è costituita dal fatto che la prima specie possiede un carapace di grandi dimensioni (diviso in tre parti e lungo quanto la metà del suo corpo) che sporge dalla parte anteriore della testa. La funzione di questa strana struttura lascia perplessi gli scienziati. "Questa struttura è diversa da qualsiasi altra cosa vista in fossili o artropodi viventi" ha affermato Allison Daley dell´Università di Uppsala, in Svezia. "Non conosciamo la funzione di questo grande carapace che parte dalla parte anteriore della testa dell´animale. " In molti animali la corazza o il carapace proteggono le parti molli del corpo, come nei granchi e nelle aragoste, ma in questa specie la struttura è vuota e non copre né protegge il resto del corpo. Possiamo solo supporre quale fosse la sua funzione. " Sebbene questo studio abbia contribuito a far aumentare la nostra conoscenza delle specie, sembra che prima di arrivare alla risoluzione dell´enigma attorno a Hurdia trascorrerà ancora del tempo. Per maggiori informazioni, visitare: Science: http://www. Sciencemag. Org Uppsala University: http://www. Uu. Se . .  
   
 

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