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Notiziario Marketpress di Mercoledì 25 Marzo 2009
 
   
  LA PROPOSTA DELL’ARCICACCIA BASILICATA SUL PROBLEMA CINGHIALE

 
   
  Il presidente regionale dell’Arci Caccia, Alfonso D’amato, in una nota inviata all’assessore provinciale Vitucci, al presidente del Parco Gallipoli Cognato e al commissario del Parco del Pollino ha avanzato le proposte dell’Arcicaccia in merito alle difficoltà che incontrano queste aree protette nel controllo dei cinghiali che in forte crescita creano gravi danni alle colture agricole e ai cui risarcimenti spesso non si riesce a far fronte. “Gli Enti parco – sostiene D’amato - stanno intervenendo con battute selettive affidate a squadre di cosiddetti selecontrollori in modo da ristabilire un giusto equilibrio della specie all’interno di essi. Ma i risultati non sembrano essere soddisfacenti e comunque vi è un ulteriore dispendio economico nella organizzazione di questi prelievi. Contestualmente succede che nel resto del territorio della Regione, in seguito alla istituzione del Parco della Val d’Agri-lagonegrese e di altre aree protette, il territorio adibito all’attività venatoria si è ristretto di molto, soprattutto quello vocato alla specie cinghiale, procurando conseguentemente una maggiore pressione venatoria nelle aree in cui la caccia è consentita e di conseguenza questo selvatico si è ridotto significativamente. La proposta dell’Arcicaccia mira a risolvere entrambi i problemi ed essere anche una soluzione per il reperimento dei fondi necessari per il risarcimento dei danni agli agricoltori. Essa prevede che gli Ambiti Territoriali di Caccia (Atc), che lamentano la diminuzione dei cinghiali sul territorio di propria competenza si impegnino, con propri mezzi e senza alcuna spesa da parte degli Enti parco, alla cattura dei capi in eccesso per poi rilasciarli nelle aree vocate in cui l’attività venatoria è consentita. In cambio, per ogni capo catturato, gli Atc verseranno agli Enti Parco un adeguato contributo. Come si potrà facilmente intuire – conclude il presidente di Arci Caccia - si risolverebbero in questo modo sia il problema dell’esubero dei cinghiali nei Parchi, sia il problema dei danni alle colture agricole da essi provocati. Contestualmente gli Atc potranno disporre dei cinghiali necessari per il ripopolamento delle aree da loro gestite per l’attività venatoria”. .  
   
 

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