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Notiziario Marketpress di Mercoledì 25 Marzo 2009
 
   
  LʼOITREPÒ PAVESE ALLA UE: «IL ROSÉ È LʼETICHETTA DI UNO STILE, LA MENZIONE FACOLTATIVA UN GRANDE BLUFF»

 
   
   Broni (Pv) - I viticoltori oltrepadani, che si preparano al Vinitaly con il marchio collettivo del «Cruasé», speciale Rosé Docg ottenuto esclusivamente da uve Pinot nero vinificate con il Metodo Classico, chiedono di più, la tutela dellʻitalian style dalla vigna alla tavola. «La proposta del commissario Ue allʼAgricoltura Fischer Boel, accolta dai 27 Stati membri, non è sufficiente a difendere la qualità italiana del vino Rosé dalla vigna alla tavola». Il direttore del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese, Carlo Alberto Panont, mette in guardia: «Si prevede troppa discrezionalità, si lascia troppo ai singoli Paesi. Non si possono prendere in giro i consumatori e stupisce che si cada nellʼerrore di fermarsi solo a una menzione in etichetta, per di più facoltativa. Bisogna pensare ai singoli territori del vino, alla difesa della storia delle aree viticole europee. Se da un lato è vero che solo i Rosé originali potranno chiamarsi “vino rosato tradizionale”, cʼè dʼaspettarsi che i concorrenti tenteranno certamente unʼinvasione di mercato con gli stratagemmi più strani. Il consumatore meno esperto rischia di esser tratto in inganno». Panont, uno dei primi a prendere una posizione netta nei giorni scorsi alla notizia del possibile via libera europeo ai “rosé da laboratorio”, invita a un ripensamento, a stabilire norme più restrittive: «La Ue ha sbagliato a prevedere la dicitura facoltativa ´rosato da miscelazione´ se il vino è frutto di tagli tra bianchi e rossi. Di fatto - sottolinea il direttore del Consorzio oltrepadano - significa ammettere che possa esistere un Rosé di sintesi. Il nostro vino italiano non è un prodotto di laboratorio, lo sappiamo bene noi in Oltrepò Pavese che al Vinitaly porteremo il Cruasé, un marchio collettivo che è identità territoriale. Sarà lʼunico spumante rosa italiano, Metodo classico Docg, naturalmente ottenuto dallʼuva a bacca rossa del nostro Pinot nero. Il Cruasé è qualità certificata e tracciabile dal filare al bicchiere, un patrimonio nazionale. Non può finire sullo scaffale insieme a vini colorati, prodotti chissà come». .  
   
 

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