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Notiziario Marketpress di Mercoledì 25 Marzo 2009
 
   
  GIORNATA MONDIALE TBC. LANDI: “COLMARE GAP TRA CULTURE DIVERSE E ACCESSO ALLE CURE”

 
   
   Milano, 25 marzo 2009 - Nonostante gli ultimi report segnalino una lenta regressione della tubercolosi a livello mondiale, in Italia il numero di casi è stabile, circa 5mila all’anno. Nel nostro paese la maggior parte dei casi - più del 55% - si riscontra tra gli immigrati, con alcune differenze per età: tra gli italiani sono soprattutto gli anziani le persone più colpite, mentre tra gli stranieri sono i giovani-adulti. Ad accentuare il problema della diagnosi tempestiva e dell’accesso alle cure vi è anche la difficoltà ad avvicinare il mondo sommerso dell’immigrazione clandestina, ancora troppo numericamente elevato, alle cure del servizio sanitario. Il tutto aggravato da un iter curativo lungo e complesso che porta a una scarsa adesione alle terapie, con il conseguente sviluppo di ceppi più resistenti ai farmaci. Inoltre, povertà, malnutrizione e fumo fungono da amplificatori: mentre in condizioni normali si ammala una persona su 10, in presenza di questi fattori la proporzione sale drasticamente. Nelle grandi città i valori di incidenza sono triplicati: a Milano si parla di 25 casi ogni 100. 000 abitanti, a Torino di 30 e tassi simili sono calcolati per Roma”. “E’ necessario quindi – ha detto l’assessore alla Salute Giampaolo Landi di Chiavenna – promuovere politiche di integrazione. Il nostro Paese rientra nella fascia di quelli a bassa incidenza, ovvero sotto la soglia dei 10/100. 000 casi. Il problema sono i casi non notificati e il timore che i dati in nostro possesso non rispecchino il vero andamento della malattia. Ho sempre sostenuto che una grande città come Milano, con un tasso di immigrazione elevato, ha bisogno di un servizio ad hoc per coloro che non accedono al Servizio Sanitario Nazionale. Per questo motivo, un anno fa, abbiamo dato vita al progetto ‘Immigrazione sana’ che si sta mostrando di interesse per la popolazione immigrata presente sul territorio cittadino”. “Sulla base dei dati raccolti, ad oggi risulta che il 95% dei soggetti che si sono rivolti alle strutture del progetto ‘Immigrazione sana’ – ha spiegato l’assessore Landi – sostiene di essere stato vaccinato nel proprio paese di origine anche se non è in grado di specificare per quale malattia. Solo il 3% afferma di essere vaccinato contro la Tbc e il 6% ha seguito la profilassi antitubercolare. Inoltre il 2,5% dichiara di essersi curato solo dopo essersi ammalato e il 3,5% di avere o aver avuto un parente ammalato o deceduto per tubercolosi”. “Milano è una città aperta al mondo – ha concluso Landi -, dove italiani e stranieri vivono e lavorano insieme ogni giorno e dove è quindi necessario colmare il gap tra diverse culture dello star bene e accesso alle cure, nell’ottica di garantire a tutti il diritto-dovere alla salute. Guardia alta quindi contro tutte le malattie, anche quelle ritenute erroneamente debellate”. .  
   
 

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