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Notiziario Marketpress di Giovedì 26 Marzo 2009
 
   
  IL TEMPO LUNGO PER LA SCUOLA ELEMENTARE DEL VENETO E’ SALVO

 
   
  Venezia, 26 marzo 2009 - “In questo momento di crisi così pesante, la pubblica amministrazione rappresenta certamente una delle voci che si deve contrarre e la Finanziaria dello Stato approvata dal Parlamento per i prossimi tre anni, prevede una riduzione di circa 40 mila docenti per l’anno scolastico venturo”. Così Elena Donazzan, assessore regionale all’Istruzione, Formazione e Lavoro, che aggiunge: “E’ una legge dello Stato e va rispettata con maggiore senso di responsabilità proprio oggi che una crisi economica si abbatte sul nostro sistema impresa”. “Il Veneto- sottolinea Donazzan- ha però dimostrato al Governo ed in particolare al Ministro Gelmini, quanto la nostra scuola abbia saputo essere virtuosa nella spesa e capace di dare ottimi risultati”. “Avevamo chiesto al Ministro- prosegue l’Assessore regionale- in particolare, con il sostegno dei dati e delle valutazioni dell’Ufficio scolastico regionale e forti dell’appoggio degli Enti locali, che venisse salvaguardata l’offerta formativa della Scuola primaria con attenzione per la peculiarità che il Veneto ha nel dare risposte alle famiglie con un tempo scuola diverso dai parametri previsti dalla Riforma Gelmini”. “Avevamo quantificato- ricorda Donazzan- la necessità di non scendere sotto una certa soglia e di vedere assegnato al Veneto un contingente di circa 600 posti in più per la scuola elementare rispetto alle previsioni di Roma”. “Questo numero di insegnanti- aggiunge l’Assessore regionale- permetterà di far partire le classi prime con il tempo pieno a 40 ore, così come descritto nel Decreto attuativo del Ministero e, tolte le compresenze, vedere comunque garantito il cosiddetto tempo lungo, particolarmente presente in alcune province del nostro Veneto, e comunque richiesto dalle famiglie”. “Spiace constatare- prosegue Donazzan- come ci sia stata, da parte di alcuni dirigenti scolastici, una cattiva informazione, tanto da arrivare addirittura a consigliare la richiesta delle 40 ore solo per mettere il Ministero di fronte ad una risposta negativa, mentre in Veneto la prevalenza delle famiglie è legata al modello di 30 ore”. “Un dato significativo- conclude Donazzan- è che una piccolissima percentuale ha chiesto le 24 ore, proprio perché le nostre famiglie hanno entrambi i genitori impegnati al lavoro, e quindi la scuola necessariamente è non solo un luogo per la didattica, ma anche per l’accoglienza, e a questo tipo di esigenza abbiamo voluto dare una risposta”. .  
   
 

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