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Notiziario Marketpress di Venerdì 27 Marzo 2009
 
   
  LENZ RIFRAZIONI BIANCANEVE DA SNEEWITTCHEN DEI FRATELLI GRIMM SABATO 28 MARZO TEATRO TITANO SAN MARINO

 
   
   Lenz Rifrazioni presenta, sabato 28 marzo alle ore 21. 15 presso il Teatro Titano di San Marino, lo spettacolo Biancaneve da Sneewittchen dei Fratelli Grimm, seconda opera della tetralogia dedicata da Lenz Rifrazioni alle fiabe dei Fratelli Grimm. La messa in scena dell’opera, resa possibile dal prezioso supporto della Fondazione San Marino – S. U. M. S. Cassa di Risparmio, viene presentata all’interno della stagione 2008/2009 realizzata dall’Ufficio Attività Sociali e Culturali della Repubblica di San Marino. Dopo il debutto nel 2001 l’opera è stata presentata in importanti tour in teatri e festival europei, tra cui il Rencontres Franco-italiennes de Théatre et de Danse di Lille, il Festival la Alternativa di Madrid, il Festival Panorama Escena di Olot. Biancaneve è la rappresentazione di un rituale di sacrificio. Sopra un altare naturale di piume bianchissime, un sarcofago organico di memoria fenicia, innevato da una vetrata altrettanto impiumata, la Mater e Biancaneve compiono i riti della vita ginecea. Il nano principesco in funzione di sacerdozio officia la messa naturale con animo virile. “E subito la neve, bianca e piena di sospiri, si macchia di rosso sangue. E la piena d’amore, la madre, al primo suo battito muore. Come resistere alla tragedia che la fiaba comanda? Ubbidendo al primato imperio di salvezza. Lei, di bellezza regale è più bella, perché senza specchi, senza pensieri, senza riflessi. Bellezza che non si guarda, non sospetta, non dubita, né vacilla. Biancaneve nascente da enigmi chimico-terrestri, da rebus climatici, da genetiche celesti, è, prima di divenire carne, colore morale, natura etico-cromatica: nera, di nervatura lignea per verginità impenetrabile, ah quei suoi capelli scuri e duri come l’ebano prezioso; rossa, per santità di labbra e guance ardenti di pudore; bianca, per il freddo viso innevato dalla sua gelida castità. Preda graziata dal tentato guardiacaccia, che la fioritura prossima alla cucciola concede, Biancaneve fugge negli arabeschi boscosi entrando nel dominio dell’antica saga. Nascosta nella tana degli omignoli divini, eterna senza putrescenza, corpo non corpo, riposa stesa nei letti degli uomini non uomini, ah quei numerati nani, sette re della smisura inferiore. Lei rinchiusa nel monastico regno del minus, riceve i doni per il sacrificio del tempo della vita, un nastro che le stringe il petto fino a toglierle il respiro, un pettine i cui denti secernono veleno, una mela imbevuta di malefica pozione. La regina è sacerdotessa minuziosa del rituale immolatorio, oh creatura, della natura vergine-bambina, se così vuol restare per sempre morta deve sembrare. Custodita nella teca di vetro, come marmorea statua scolpita, in mostra viene esibita per il passaggio del collezionista principesco, vecchio amante di rari reliquiari e di necrofilie sentimentali”. Note di regia di Maria Federica Maestri “Che quello delle fiabe fosse un mondo tutt’altro che rassicurante – ma piuttosto un ricettacolo di paurose crudeltà, riflesso di mostri della psiche e di usanze sanguinarie – lo sapevamo già da tempo, ma certo la gelida ferocia con cui “Lenz Rifrazioni” vi si accosta va ben oltre il mero ribaltamento di un patrimonio all’apparenza noto e privo di segreti. -L’autonoma messinscena di questi loro testi canonici – accoppiati e intervallati tra l’uno e l’altro dall’offerta al pubblico di un “menù creativo” – pare vagamente rimandante a modelli del teatro Nô: la sintassi rituale, le movenze rigidamente codificate, un numero limitato di attori a evocare personaggi diversi quasi evidenziando misteriose affinità tra loro. L’impronta è come sempre visionaria, a metà tra arti figurative e abissi dell’incoscio. Il repertorio degli effetti è quello consueto di questo gruppo dai percorsi affascinanti e furiosamente cerebrali”. Renato Palazzi, “Le fiabe, fantasmi della psiche”, Il Sole 24 Ore “In Lenz Biancaneve non termina di certo con “e vissero felici e contenti”. Qui la matrigna, che nelle ultime scene rispecchia tutti noi spettatori in maniera inquietante, con il suo enorme io/specchio, avanza ossessivamente, come la musica di Engelbrecht che l’accompagna, con scarpe roventi fino a cadere in una “panica” morte. Il suo corpo, insanguinato dalle sue / nostre angosce, fa da contrappunto a quello di Biancaneve, coloristicamente interpretato in termini morali: il nero dei suoi lunghi capelli metafora di inviolabilità, convive con il rosso delle sue labbra e delle sue gote ardenti di pudore, e con il bianco pallore di un volto espressione di gelida castità. Biancaneve, per la sua inedita capacità di far rivivere questa fiaba /tragedia è stata meritoriamente selezionata, insieme ad altri tre spettacoli di altrettante compagnie italiane, per gli importanti Incontri teatrali di Lille”. Sergio Buttiglieri, La Voce di Piacenza Traduzione Drammaturgia Francesco Pititt;o Regia Maria Federica Maestri; Scene Costumi Elementi visivi Maria Federica Maestri; Musica Adriano Engelbrecht; Elaborazione elettronica Andrea Azzali; Interpreti Giuseppe Barigazzi Sandra Soncini Barbara Voghera. Www. Sanmarinoteatro. Sm . .  
   
 

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