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Notiziario Marketpress di Lunedì 30 Marzo 2009
 
   
  PROGETTO:“MAI PIÙ VIOLENZE ” PRESTO IN UMBRIA UNA LEGGE REGIONALE PER PREVENIRE IL FENOMENO”

 
   
  Perugia, 30 marzo 2009 – “Spezzare la coltre di silenzio insopportabile dietro la quale si nascondono atti violenti verso le donne”. Riassume così l’assessore regionale alle politiche sociali, Damiano Stufara, il senso del progetto “Mai più violenze – Mille Azioni e Interventi Per Impedire Ulteriori violenze”, presentato stamani a Perugia. All’incontro erano presenti, oltre all’assessore Stufara, la presidente della Regione Umbria, Maria Rita Lorenzetti, il sostituto procuratore della Repubblica, Direzione Distrettuale Antimafia, Antonella Duchini, la coordinatrice della Commissione Politiche di Coesione Sociale Anci Umbria, Rita Zampolini, Beatrice Lilli dell’Associazione Donne Contro la guerra, l’autrice del libro “Femminicidio”, Barbara Spinelli, la dirigente regionale, Adriana Lombardi. L’iniziativa, attivata per fermare e prevenire il fenomeno del maltrattamento e degli abusi sessuali e fisici sulle donne e, più in generale, la violenza di genere, è promossa dall’assessorato alle politiche sociali della Regione Umbria e conta sull’apporto di 37 partner. “Il progetto – ha detto l’assessore ci permetterà di iniziare a costruire un sistema regionale e dotare l’Umbria di una legge per prevenire e contrastare i gravi episodi di cui spesso sono vittime le donne. Il nostro lavoro parte dalla mappatura territoriale del fenomeno della violenza di genere che ci permetterà, tra qualche mese, una lettura più ampia, in termini quantitativi e qualitativi, della presenza e della tipologia del problema in Umbria. Di certo c’è, che non siamo un’isola felice e anche nel nostro territorio numerose indagini, documenti e rapporti testimoniano come in realtà, acconto ai casi di violenza più noti all’opinione pubblica, esista un quotidiano fatto di violenze, soprusi e abusi, perpetrati contro le donne semplicemente per il fatto di essere donne. Per ora - continua l’assessore - possiamo affidarci ai dati del Rapporto Istat 2007 e del telefono Donna del Centro Pari Opportunità regionale”. “Questi i dati – continua l’assessore - In Umbria nel 2007 il 6,4 per cento delle donne ha subito violenza fisica o sessuale, il 6,9 per cento di tali violenze è stato commesso dal partner mentre il 14,5 per cento dall’ex partner. Secondo l’Istat (dati aggiornati al 2006) sempre in Umbria il 28,6 per cento delle donne di età compresa tra i 16 e 70 anni ha subito nel corso della propria vita violenza fisica o sessuale. Tra il 2003 e il 2008 il servizio Telefono Donna del Centro Pari Opportunità della Regione ha accolto 1544 richieste di sostegno, di cui il 67,8 per cento era legato a violenza e maltrattamento, sempre nello stesso periodo il Centro Pari Opportunità ha tenuto 2861 colloqui di accoglienza per l’uscita dalla violenza. L’analisi dei dati realizzata dal Centro per il periodo 2003-2007 ci dice che l’87,6 per cento delle violenze è avvenuto nell’ambito della famiglia. Ciò sostanzia la scelta compiuta con l’impianto progettuale di intervento integrato e conferma, allo stesso tempo, che lavorare sulla destrutturazione di una cultura sbagliata del maschile e del femminile sia in realtà l’unica strada da percorrere”. L’assessore Stufara ha spiegato che “le azioni del progetto sono molteplici, tutte volte a sviluppare e sperimentare strumenti metodologici, formativi e valutativi innovativi per sostenere e attivare una rete di attori territoriali di diverse forme organizzative e professionali così da giungere all’elaborazione di obiettivi, strategie e metodologie di lavoro condivise”. “Per realizzare queste azioni – ha aggiunto – sono previsti anche interventi volti a sensibilizzare, informare e specializzare i vari attori territoriali. I soggetti saranno coinvolti attraverso giornate di studio e seminari di approfondimento per affrontare le complessità del fenomeno della violenza di genere e la complessità delle azioni di contrasto e di protezione, le buone prassi in Italia e all’estero, i sistemi di protezione esistenti in Europa ed in Italia coinvolgendo esperti e consulenti di varie discipline”. Il sostituto procuratore della Repubblica, Direzione Distrettuale Antimafia, Antonella Duchini, ha sottolineato che il fenomeno della violenza di genere è estremamente ampio e passa anche attraverso la tratta delle donne e dei minori sfruttati e costretti a prostituirsi. “Il problema – ha precisato – anche se affrontato in sede giudiziaria, non può mai prescindere da un approccio sociale. Ecco perchè è importante un lavoro incrociato anche con le istituzioni. Non bisogna dimenticare che l’Umbria è territorio di destinazione finale della tratta e della prostituzione”. Il sostituto procuratore ha poi spiegato le varie forme di violenza: “Esiste la violenza psicologica – ha detto – quella fisica e quella economica, perchè se una persona è senza lavoro si può creare una forma di sudditanza. Un fattore che accomuna tutte le donne in difficoltà è la paura di essere sole. Ecco perchè è fondamentale una rete di supporto”. Duchini ha anche sollevato il problema della cosiddetta “violenza assistita”, cioè quella che subiscono i minori costretti ad assistere ad abusi tra le mura domestiche. “Una forma devastante – ha precisato – perchè spesso chi vive queste situazione pensa che sia normale”. Scheda sintetica: Il progetto “Mai più violenze – Mille Azioni e Interventi Per Impedire Ulteriori violenze” è stato presentato dalla Regione Umbria in qualità di capofila, in seguito all’avviso emanato dal Dipartimento delle Pari opportunità della Presidenza del Consiglio per il finanziamento di progetti finalizzati a rafforzare azioni di prevenzione e contrasto della violenza di genere – ha spiegato la dirigente regionale, Adriana Lombardi – E’ stato giudicato fra i tre migliori presentati a livello nazionale e prevede un finanziamento complessivo di 232mila euro, di cui 150mila (quota massima finanziabile) provenienti dal ministero e la restante parte dalla Regione, dalle Asl, dai Comuni e dalla Provincia di Perugia. Complessivamente conta su 37 partner e punta alla sperimentazione di azioni di sistema su scala regionale finalizzate da un lato alla costruzione e al rafforzamento di una rete di servizi per attivare metodologie condivise di prevenzione, contrasto e intervento, dall’altro a far emergere, grazie a una campagna di sensibilizzazione, il fenomeno della violenza di genere con particolare riferimento alle sue dinamiche culturali. .  
   
 

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