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Notiziario Marketpress di Venerdì 03 Aprile 2009
 
   
  UN FUTURO PER IL PATRIMONIO ARCHEOLOGICO INDUSTRIALE IL SILO SOLVAY ED IL SEGNO DELL´INDUSTRIA A SAN VINCENZO IL CONFRONTO SUL FUTURO DEL SILO SOLVAY DI SAN VINCENZO

 
   
  Alla presenza di architetti, ingegneri, docenti universitari, amministratori pubblici, studiosi ed esperti. E´ questo il tema del convegno di oggi, sabato 4 aprile, dalle ore 15 nella sala consiliare del comune di San Vincenzo. Il pomeriggio di dibattito, promosso dall´Aipai (Associazione italiana per il patrimonio archeologico industriale), offre un´opportunità per aprire un dialogo fra tutti i soggetti interessati al futuro del silo Solvay che, insieme agli altri impianti per l´estrazione e la lavorazione del calcare, è la testimonianza di un patrimonio che segna la storia industriale di San Vincenzo e di tutta la costa livornese. Insieme al villaggio San Carlo è anche il simbolo di una cultura del lavoro profondamente radicata presso intere generazioni di tecnici, operai e lavoratori. L´aipai auspica che venga costituito un tavolo di discussione e confronto dal quale possano uscire soluzioni condivise. L´obiettivo è quello di confrontarsi sulle varie esigenze, quelle della Solvay, delle pubbliche amministrazioni, delle popolazioni. «Questo convegno – sottolinea Ivan Tognarini, docente di storia moderna all´Università di Siena e coordinatore regionale dell´Apai – è l´occasione per rilanciare l´invito al dialogo. E´ necessario fare tutto quanto è realisticamente possibile per salvare la memoria storica di questo periodo che è quello dell´industria e dell´industrializzazione di un´importante area della Toscana. Il silo è una memoria che non si deve perdere, è un capitolo fondamentale della storia di San Vincenzo. La strada da seguire è quella di confrontarsi e cercare soluzioni senza utopie e fughe in avanti ma con molto realismo e tanta determinazione». «Dal convegno di San Vincenzo – osserva l´assessore regionale all´urbanistica e territorio, Riccardo Conti – la Regione si aspetta che prenda il via un dialogo costruttivo finalizzato alla ricerca di una soluzione rispettosa di due esigenze fondamentali, quelle produttive dell´azienda e quelle della salvaguardia e valorizzazione del silo che è un monumento di architettura industriale. Da una parte occorre dare valore all´opera di una grande personalità come l´ingegner Nervi, salvare un oggetto che racchiude la storia del lavoro di intere generazioni, individuare nuove funzioni per questo impianto una volta che è stato recuperato. Dall´altra parte è necessario porre la massima attenzione ai programmi industriali dell´azienda. La Regione Toscana è sempre molto attenta al ruolo produttivo della Solvay. Questa azienda ha avuto una grande importanza per lo sviluppo economico e sociale di questi territori; di grande qualità sono stati negli anni anche gli interventi ambientali e paesaggistici. ” “Il convegno su Nervi e il silo Solvay – sottolinea Conti – è l´occasione per riflettere su questo continuum fra le grandi opere di ieri e la progettazione di oggi, su questo filo che collega le varie stagioni dell´innovazione e della creatività. Per i grandi progetti e per le opere in cantiere la Toscana oggi è una regione proiettata nell´Europa più avanzata e questa capacità è strettamente legata alle imprese ingegneristiche e architettoniche di ieri. Questo dà un senso ai progetti di restauro e di valorizzazione”. Il silo Solvay è, infatti, una famosa opera di architettura industriale realizzata nel 1927-28 dall´ingegner Pier Luigi Nervi. L´edificio è l´esempio di una ricerca coraggiosa d´ingegneria strutturale con l´applicazione di un metodo di calcolo sperimentale e rigoroso. Realizzato con grande raffinatezza del segno architettonico, innovativa del linguaggio dell´architettura industriale, oggi è testimonianza di archeologia industriale ed elemento costitutivo del patrimonio architettonico del Xx secolo. Nervi a livello internazionale è considerato uno dei maestri del razionalismo italiano probabilmente il più illustre fra quanti costruirono con il cemento armato. Sono famose le sue opere realizzate con il cemento anche in Toscana, tra queste lo stadio Berta a Firenze, attualmente stadio Artemio Franchi. Il silo di Nervi è anche la testimonianza di un fare illuminato ed avanzato di un´industria come la Solvay, che nel corso del Novecento ha scritto una pagina molto importante della propria storia caratterizzata dalla scelta dell´innovazione, dalla fiducia nei tecnici e nella tecnologia. Il rigore ed il fascino delle nuove strutture che si innalzavano snelle ed in tempi brevissimi diventavano il simbolo, oltre che lo strumento, della produzione e della cultura imprenditoriale. Le invenzioni ingegneristiche nelle costruzioni industriali sperimentate in Toscana da Nervi e altri studiosi sono elementi fondativi di quel laboratorio che fa, oggi, della Toscana una delle regioni più dinamiche e avanzate sul fronte della progettazione e realizzazione di grandi opere. Basta pensare all´Alta velocità ferroviaria con le gallerie appenniniche e il sottoattraversamento di Firenze, alla variante di valico, all´autostrada tirrenica. Le grandi opere di oggi si richiamano ad un passato di grande qualità. Da qui l´importanza che assumono le iniziative per la valorizzazione dell´archeologia industriale. Il patrimonio del passato come memoria storica, come esperienza ricca di innovazioni che si proietta sulle progettazioni del presente. La salvaguardia e la valorizzazione: questa la strada sulla quale si ricollega l´originalità di ieri e la creatività di oggi. .  
   
 

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