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Notiziario Marketpress di Martedì 07 Aprile 2009
 
   
  IDEE E STRUMENTI PER RESTARE COMPETITIVI IN TEMPO DI CRISI: L’AGROINDUSTRIA PUGLIESE INCONTRA LA RICERCA PRESENTATI IL 2 APRILE A BARI I DUE STUDI DELL’ARTI-AGENZIA REGIONALE PUGLIESE PER LA TECNOLOGIA E L’INNOVAZIONE SULLA DOMANDA E L’OFFERTA DI INNOVAZIONE NEL SETTORE AGROALIMENTARE

 
   
  Valenzano - Migliorare la sicurezza degli alimenti e la comodità di impiego e ridurre i consumi energetici nelle fasi di lavorazione: sono questi i principali bisogni espressi dalle 95 imprese di ogni comparto agroindustriale, intervistate dai ricercatori dell’Università di Foggia, su incarico dell’Arti. Da queste interviste è scaturito un quadro dettagliato delle esigenze di innovazione, di prodotto e di processo: una mappa dei maggiori attori della produzione, delle caratteristiche del settore, dei suoi punti di forza e di debolezza. Partendo da questa analisi, confluita nel Quadernoarti “La domanda di innovazione della filiera agroalimentare in Puglia”, è possibile individuare le tecnologie e le innovazioni che permettono al settore di colmare i bisogni e diventare (o restare) competitivo su scala nazionale ed internazionale. Di questo si è discusso questa mattina a Bari nell’incontro “La domanda e l’offerta di nuove tecnologie per l’agricoltura e l’agroalimentare in Puglia” organizzato dal Club dell’Innovazione dell’Arti (in collaborazione con Confindustria Puglia, Inea – Istituto Nazionale di Economia Agraria e D. A. Re – Distretto Agroalimentare Regionale). Il convegno è stata l’occasione per un dialogo serrato tra imprese e ricerca sugli studi coordinati dall’Arti e realizzati dall’Università di Foggia e dall’Inea (Istituto Nazionale di Economia Agraria), rispettivamente sulla domanda e l’offerta di innovazione nel settore in Puglia. Come ha sottolineato Gianfranco Viesti, presidente dell’Agenzia, con questi quaderni l’Arti fornisce altrettanti strumenti, ad uso e consumo degli imprenditori: una guida all’individuazione e alla conoscenza dei bisogni ed una indicazione di fornitori di innovazioni operanti sul territorio regionale. “I produttori hanno bisogno soprattutto di comprendere i vantaggi che la ricerca può portare in termini di soluzione di problemi relativi, ad esempio, alla qualità, alla trasportabilità, alla conservazione (shelf-life)”, ha confermato Gaetano Dentamaro, presidente della sezione Agroindustria di Confindustria Bari. Nicola De Bartolomeo, in rappresentanza degli industriali pugliesi, ha invece ribadito come per superare gli ostacoli che frenano lo sviluppo competitivo della filiera agroalimentare pugliese sia necessario favorire un incontro tra il sistema della ricerca e quello imprenditoriale, ma anche la creazione di strutture intermedie, come i distretti produttivi, in grado di organizzare la produzione agevolando l’accesso a finanziamenti mirati. Il quadro della produzione regionale è certamente interessante: il settore agroalimentare pugliese incide per il 7,4% sulla produzione totale nazionale, con un fatturato pari a circa 352 milioni di euro. Tuttavia, come ha notato Gianluca Nardone, direttore del Distretto tecnologico regionale dell’agroalimentare e coordinatore dell’indagine, alcuni fattori ne minacciano la competitività: l’invecchiamento del management imprenditoriale, la scarsa integrazione dell’offerta agricola, la frammentazione della struttura distributiva e, soprattutto una limitata intensità di investimenti in ricerca e sviluppo e la difficoltà di individuare le tecnologie rispondenti ai bisogni di innovazione. Una maggiore e più efficace valorizzazione dei risultati della ricerca e un efficiente sistema di diffusione delle conoscenze raggiunte è quindi di centrale importanza. Dell’offerta dei centri di ricerca pugliesi ha parlato Grazia Valentino dell’Inea. Le principali attività di ricerca e innovazione, raccolte nel Catalogo delle competenze agroalimentari della Puglia allegato allo studio dell’Arti, si concentrano in maniera più intensa nelle strutture universitarie, nelle quali sono presenti il maggior numero di centri (41%), di addetti (61%) e progetti in corso o terminati (48%); seguono gli istituti del Cnr e del Cra - Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura. L’alto valore qualitativo della ricerca pugliese nel comparto è attestato, inoltre, dalla cospicua partecipazione degli attori regionali ai bandi di finanziamento europei, nazionali e regionali, dalla registrazione negli ultimi anni di 16 brevetti e dalla nascita di 17 nuove imprese da ricerca. La cooperazione internazionale in questo deve costituire una ulteriore opportunità, ha rilevato Chiara Morini dell’Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari: non solo per le possibilità di interazione tra gruppi di ricerca pugliesi e produttori stranieri, ma anche per le potenzialità di sviluppo di partnership commerciali e di trasferimento tecnologico tra questi e le imprese pugliesi, nella prospettiva della complementarietà delle produzioni. Luigi Trotta, dirigente dell’Assessorato alle Risorse Agricole della Regione Puglia, ha infine sottolineato che la politica regionale si è chiaramente orientata in questi anni a favorire una visione più sistemica del settore, in cui salute, agricoltura e ambiente siano integrati in un unico disegno di sviluppo: a vantaggio, da una lato, della tipicità delle produzioni e della conservazione delle biodiversità; dall’altro di una più efficace interdisciplinarietà degli interventi. .  
   
 

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