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Notiziario Marketpress di Martedì 07 Aprile 2009
 
   
  MALATI DI ALZHEIMER: MIGLIORA L´ASSISTENZA IN PIEMONTE E AUMENTANO I POSTI NEI CENTRI DIURNI E NEI NUCLEI RESIDENZIALI

 
   
  Torino, 7 aprile 2009 - Requisiti gestionali e strutturali dei Centri diurni e dei Nuclei residenziali per persone affette da morbo Alzheimer Migliora in Piemonte l’assistenza ai malati di Alzheimer. Con una delibera approvata ieri, la Giunta regionale ha infatti definito, per la prima volta, i requisiti gestionali e strutturali che i Centri diurni e i Nuclei residenziali per persone affette da morbo Alzheimer e da altre demenze devono possedere per garantire risposte più appropriate ai bisogni dei pazienti. Nello stesso atto, inoltre, si stabilisce come la dotazione di posti in Centri diurni debba essere, in ciascuna Asl, dello 0,10 per cento per popolazione anziana ultra 65enne e, in Nuclei residenziali, almeno dello 0,7 per cento. Nel primo caso, la percentuale a livello regionale è attualmente dello 0,4 per cento, per un totale di 354 posti. Nei prossimi anni si prevede quindi di attivarne oltre 650 in più. Per quanto riguarda invece i Nuclei residenziali, la soglia dello 0,7 per cento di posti letto su scala regionale è già stata raggiunta in molte aziende sanitarie. L’obiettivo, però, dovrà ora essere conseguito anche in tutte le altre, con un aumento che sarà di circa 100 posti letto. Dal punto di vista nelle cure, cardine del provvedimento è l’introduzione di una formazione specifica per tutte le figure che si prevede debbano entrare in contatto con il paziente. Ogni struttura, quindi, dovrà definire un programma di formazione e di aggiornamento dei propri operatori. Nel caso dei Centri diurni, inoltre, si ribadisce come la loro frequenza non possa essere considerata alla stregua di un servizio di mera “badanza”, ma come l’attività al loro interno debba essere organizzata in modo da rappresentare un’importante occasione di intervento sanitario e di riabilitazione per il malato. Per questo, nella delibera si fissano quali siano le prestazioni e le professionalità da assicurare, che vanno dal geriatra allo psicologo al fisioterapista. I Centri diurni e i Nuclei dedicati all’accoglienza dei malati di Alzheimer dovranno avere una capienza massima di 20 utenti. Strutturalmente, inoltre, dovranno distinguersi per la presenza di spazi individuati per il cosiddetto wandering (vagabondare o camminare incessantemente), per gli ambienti identificati mediante un sapiente uso del colore e, infine, per un’adeguata dotazione di sistemi di automazione domotici (rilevamento delle chiamate nelle camere, climatizzazione dei vani, ecc. ). Le strutture già operanti, per continuare l’attività, dovranno adeguarsi ai nuovi standard indicati dall’atto di Giunta: quattro i mesi a disposizione per mettersi in regola con le disposizioni dal punto di vista gestionale, trenta per i requisiti strutturali. «Nell’ambito della cronicità – spiega l’assessore alla tutela della salute e sanità, Eleonora Artesio – la condizione delle persone affette da Alzheimer assume un rilievo particolare, sia per la difficoltà della diagnosi, sia per la complessità della gestione di questi malati, molti dei quali continuano a vivere all’interno della rete familiare. Talora, però, gli interventi di cura e di assistenza domiciliare non sono sufficienti a sostenere le famiglie e si rende necessario il ricorso a servizi come i Centri diurni o i Nuclei dedicati all’interno delle residenze socio-assistenziali, che con questo provvedimento puntiamo sia a qualificare dal punto di vista dell’assistenza offerta sia a incrementare numericamente». «È un altro impegno - aggiunge l’assessore al welfare, Teresa Angela Migliasso - mantenuto nei confronti delle persone malate e delle loro famiglie, che arricchisce e consolida il già cospicuo patrimonio di opportunità, esperienza e professionalità esistenti nella nostra regione. Risponde a bisogni plurimi: di chi è malato e deve essere seguito in ogni fase del decorso della malattia, dei familiari, che hanno bisogno di certezza e anche di momenti di “tregua” nel loro impegno, per non ammalarsi essi stessi, del sistema socio-sanitario e sociale, che si doterà di nuove opportunità per rispondere in modo sempre più personalizzato ai bisogni delle persona». .  
   
 

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