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Notiziario Marketpress di
Giovedì 18 Maggio 2006 |
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INCONTRO TRA ARCAICO E MODERNO NELLE CREAZIONI DI CELESTE DI FRANCESCO
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La collezione P/e 2006 di Celeste di Francesco evoca una volta di più la fusione tra due culture: quella metropolitana, di una Torino che ne ha impregnato l’infanzia, e quella arcaica della Sardegna, che respira da anni e dalla quale è fortemente condizionata. L’incontro con la Sardegna è sia fonte di ispirazione che di sfida, lo dimostra il fatto che il sapere antico delle ricamatrici e i motivi della tradizione possano essere ripensati e resi ora attuali, per creare una collezione unica, in cui ogni donna sia in grado di riconoscersi. La collezione estiva di Celeste è una dichiarazione d’amore a una tradizione, a una cultura e a una terra: la Sardegna, punto di partenza anche visivo. La si riconosce nelle stampe di pantaloni e giacche, che sono fedeli riproduzioni di mappe del Cinquecento; nei tessuti, come il lino grezzo lavorato a pippiones o quello con le pavoncelle realizzate interamente a telaio; nei bottoni tipici, solitamente relegati ai costumi tradizionali, che invece acquistano una nuova freschezza nelle giacche. La Bambola, fin da principio tema dominante delle collezioni di Celeste, ottiene ancora più importanza e ne diventa il simbolo riconosciuto. Ed è così che la ritroviamo incisa su ogni bottone, nelle etichette o che sbuca curiosa dai jeans. La bambola, sa puppia, è simbolo femminile di una collezione creata da una donna e pensata per le donne, che non si accontentano di seguire un filone di moda, ma che percepiscono l’abito come un diverso modo di coprirsi, avvolgersi, sentirsi, in cui l’atto dell’indossare diventa un gesto d’amore verso se stessi. Donne che, nella nuova collezione, irrompono e si impongono con una loro precisa identità … Bainija, Toya e Filumena … forti, belle e fiere, consapevoli del proprio potere e della propria femminilità. Celeste ne ripercorre lo sviluppo di crescita della personalità e per fare ciò reinterpreta le diverse fasi della vita, partendo dall’infanzia, in cui i protagonisti diventano i ricordi:di abbecedari, di mattinate assolate, di frutti, di fiori e di insetti che colorano le calde e pigre estati. Il sogno di bambina del vestito della “principessa al ballo” si fonde con il tema “su ballu tundu”. E non manca un omaggio al mare, il suo mare di Alghero, che ritroviamo imperioso nelle conchiglie stampate e applicate. “Vi sono anime inquiete che hanno dentro un loro mondo visivo, che sente il bisogno di emergere. Questo mondo inquieto si affaccia su varie strade della vita… finché non trova la sua strada. ” Queste poche parole sintetizzano la personalità di Celeste di Francesco, torinese di nascita e sarda d’adozione. Celeste infatti trascorre il primo periodo della sua vita a Torino, successivamente - da giovanissima - capita per caso ad Alghero e se ne innamora perdutamente: sono i primi anni Ottanta. Nella Sardegna scopre un’atmosfera che le avrebbe permesso di ritrovare quel mondo che aveva dentro, ma che altrove aveva stentato ad esprimere. Inizialmente si dedica al commercio nell’ambito dell’abbigliamento, ma un istinto innato le insegna a valorizzare ogni donna che incontra ed è così che comincia a creare da sé i capi che lei stessa vorrebbe indossare e che vorrebbe per le sue clienti. La donna è sempre centro e ispirazione della creatività di Celeste, ma non è sufficiente per far emergere la sua inventiva…. Celeste compie continue ricerche, valuta ogni forma espressiva, la pittura, la scultura, … si confronta con artisti, interagisce con loro nell’organizzazione e attuazione di eventi. Nascono così dei capi che fondono la sua percezione con la manualità antica che in Sardegna insiste vitale, esprimendo la singolarità di questo incontro tra arcaico e moderno, tra due mondi che nelle sue collezioni dialogano e convivono in perfetta simbiosi. Il 2004 diventa ufficialmente l’anno della svolta, in cui il grande successo riscontrato consacra la nascita del marchio Celeste di Francesco “…io, la mia strada, l’ho trovata. ” www. Celestedifrancesco. Com . |
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