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Notiziario Marketpress di
Lunedì 27 Aprile 2009 |
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COSA DIVENTANO I NOSTRI RIFIUTI? SULLA WEB DELLA REGIONE PIEMONTE GLI ULTIMI DATI PROGETTO RECUPERO TESTIMONIA L´AUMENTO DELLA DIFFERENZIATA
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Torino, 23 aprile 2009 - Come e cosa diventano i tuoi rifiuti? E quanti rifiuti riciclano i Piemontesi? Le risposte sono tutte sulla home page del sito www. Regione. Piemonte. It, cliccando sul piccolo banner giallo e rosso “Rifiuti differenziati -Riciclo Garantito” . Si tratta della puntata 2009 del “Progetto Recupero” , relativa ai dati 2006, lo studio permanente, organizzato dal Settore Programmazione e Gestione Rifiuti dell’Assessorato all’Ambiente, per verificare che tutti i rifiuti delle raccolte differenziate siano effettivamente recuperati. Da oggi è in rete a disposizione di chi vuole saperne di più. Nello studio sono pubblicati i dati che smentiscono l´opinione diffusa secondo cui "i rifiuti della raccolta differenziata sono rimessi insieme e inviati in discarica", evidenziando invece come i rifiuti sono stati trasformati in preziose risorse. “Al terzo compleanno del “Progetto Recupero” - dice l’assessore all’Ambiente Nicola de Ruggiero - la bella notizia è che non ci sono sorprese: migliora sensibilmente la percentuale di rifiuti differenziati avviati al recupero, cioè a nuova vita, arrivando al 90% del totale raccolto di carta, vetro, legno, metallo, plastica e organico. Se mai ce ne fosse ancora bisogno, in Piemonte, il luogo comune che “si differenzia a casa e poi tutto finisce in discarica” è più che mai falso. I dati del monitoraggio ci confermano, ancora una volta, che il comparto produttivo piemontese, chiamato a gestire questo importante tassello di economia ambientale, funziona e funziona bene: le aziende di recupero rappresentano una filiera via via più rilevante, con potenzialità di incremento ancora spendibili. In un momento di crisi, questa è una notizia doppiamente virtuosa, tanto sul piano economico, quanto su quello ambientale. Naturalmente questo elemento va letto nel quadro globale: occorre proseguire su questa strada, differenziando di più e meglio, ma lavorando parallelamente verso la riduzione complessiva di rifiuto prodotto, soprattutto per la parte non recuperabile. Così facendo si darà nutrimento tanto al lavoro quanto all’ambiente”. . |
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