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Notiziario Marketpress di Lunedì 02 Ottobre 2006
 
   
  PROGETTO ALICE: UNA DELEGAZIONE DELL’ITC-IRST DOI TRENTO AL CERN DI GINEVRA ULTIMO SGUARDO ALLA “CAVERNA” CHE CONTIENE I RIVELATORI SVILUPPATI A POVO PRIMA CHE VENGA SIGILLATA PER DARE INIZIO AD ESPERIMENTI CHE DURERANNO UNA DECINA D’ANNI

 
   
  Ginevra, 2 ottobre 2006 -  Si trova vicino a Ginevra, a cavallo fra il confine svizzero e quello francese, e ogni giorno accoglie fino a 8000 ricercatori, in massima parte fisici impegnati nello studio dei segreti della materia e dell’energia. Qui è nato il Web, e qui è ambientato un celebre romanzo di Dan Brown, “Angeli e demoni”. Per elaborare i dati raccolti con il suo nuovo esperimento, che partirà nel 2007 e produrrà 15 milioni di Gigabytes all’anno, lavoreranno in rete 20. 000 computer sparsi in 30 paesi e in centinaia di centri di ricerca. L’esperimento si chiama Alice, e ha come sede un gigantesco tunnel circolare sotterraneo di 27 chilometri, dove il più potente acceleratore di particelle esistente al mondo, lo Lhc, produrrà degli scontri fra nuclei di vario genere che riprodurranno le condizioni esistenti nei primi istanti di evoluzione del nostro Universo. Stiamo parlano del Cern di Ginevra, il più grande centro mondiale per la fisica delle particelle (nato nel 1954), visitato ieri da una delegazione trentina composta dall’assessore provinciale alla programmazione, ricerca e innovazione Gianluca Salvatori e, per l’Istituto Trentino di Cultura, che con il Cern collabora fin dal 2000, dal presidente Andrea Zanotti, dal direttore dell’Itc-irst Mario Zen, dai consiglieri Flavio Tosi e Bruno Ballardini e dal responsabile della divisione di ricerca Mit-lab Pierluigi Bellutti. Il motivo della vista è semplice: l’esperimento denominato Alice (acronimo per “A Large Ion Collider Experiment-grande Esperimento di Collisione Ionica”), che si svolgerà in una delle quattro caverne-laboratorio sotterranee presenti all’interno dell’anello, utilizzerà dei rivelatori sviluppati all’Itc-irst. Il compito di questi componenti miniaturizzati sarà quello di studiare il comportamento delle particelle prodotte dalle collisioni generate dall’acceleratore, e l’energia che si genera durante questi fenomeni. Fra poco il laboratorio verrà definitivamente sigillato: è stata quindi, se vogliamo, un’ultima “occhiata” ad un prodotto di alta tecnologia scaturito dalla clean room dell’Itc-irst, prima che esso cominci a fare il suo lavoro. Comprensibile la soddisfazione dell’assessore Salvatori e del presidente dell’Itc Zanotti, che nel corso della mattinata, ed in particolare durante il colloquio finale con il segretario generale del Cern Maximilian Metzger e il responsabile scientifico presso la Rappresentanza permanente d´Italia all´Onu di Ginevra Federico Ferrini, hanno sottolineato come questa collaborazione sia stata, sul piano scientifico, al tempo stesso una grande sfida e una importante occasione di arricchimento. “Innanzitutto devo esprimere l’orgoglio del Trentino per avere dato un contributo non piccolo ad un esperimento che catalizzerà l’interesse della comunità scientifica per gli anni a venire, e dal quale scaturiranno, come sempre succede, anche nuove opportunità tecnologico-industriali – ha detto l’assessore Salvatori – . Siamo al tempo stesso più che mai interessati a proseguire il nostro rapporto con il Cern, e da parte dell’amministrazione provinciale assicuriamo fin d’ora la nostra piena disponibilità ad individuare le modalità più proficue per entrambi. ” Una convinzione ribadita da Zanotti, per il quale, specie in campi come l’informatica e la microsensoristica, dove il Centro per la ricerca scientifica e tecnologica di Povo ha accumulato una grande esperienza, “è certamente possibile proseguire su una strada che ha già prodotto risultati così significativi, e che dimostra come la scommessa che sta alla base dell’Itc-irst, coniugare l’eccellenza scientifica con la capacità di incontrare le esigenze del mercato, sia pure un mercato così particolare quale è quello rappresentato dal Cern, possa essere vinta. ” Una conferma in questo senso è venuta fra l’altro con il prestigioso premio “Alice industrial Award”, consegnato lo scorso giugno a Bologna all’Itc-irst in qualità di migliore fornitore industriale di rivelatori microstriscia, indispensabili per l’esperimento Alice. “Siamo riusciti ad inserirci in una nicchia estremamente sofisticata – ha commentato il direttore dell’Itc-irst Mario Zen – nella quale altre realtà anche molto più grandi della nostra non avevano competenze specifiche o non avevano la possibilità di mettere questo tipo di tecnologie in produzione. Abbiamo comunque dovuto superare una gara molto selettiva, e già averla vinta era stato per noi motivo di soddisfazione. Oggi siamo persino in grado di supplire ai deficit di altri fornitori che si erano impegnati con il Cern. ” A consegnare il premio al centro di ricerca trentino, a Bologna, era stato il dottor Jurgen Schukraft, che ieri a Ginevra ha dato il benvenuto alla delegazione e l’ha accompagnata a visitare i vari settori coinvolti nell’esperimento del Cern. La visita è iniziata dal laboratorio Alice Pixel Silicon, assieme al dottor Giorgio Stefanini, la “fabbrica” dalla quale scaturiscono alcuni dei componenti dell’esperimento destinato a cambiare il volto della fisica. Successivamente, con il dottor Alberto Pace, si è passati a visitare il centro di calcolo, soffermandosi in particolare sul Grid, la piattaforma tecnologica che, collegando tra loro migliaia di computer sparsi per il mondo, consentirà di elaborare i dati che l’esperimento produrrà per i prossimi dieci anni. Con il dottor Luca Bottura si è passati ai laboratori per la fabbricazione e i test sui superconduttori, e infine alla sede dell’esperimento Alice, nell’anello sotterraneo scavato circa 100 metri sottoterra che ospiterà le ricerche riconducibili alla famiglia Lhc (Large Hadron Collider). In questo enorme tunnel circolare, parte in territorio svizzero, parte in quello francese, verranno sviluppati, con macchinari di grandi dimensioni chiamati “acceleratori”, gli esperimenti in questione, che consistono nel dare a particelle atomiche velocità (e quindi energie) altissime, portandole a collisione con altre entità analoghe, per studiare i particolari fenomeni che si generano nel corso dell’evento (una sorta di piccolo Big Bang). Tali esperimenti sono di fondamentale importanza per la comprensione del nostro universo, per lo studio delle forze che lo governano e delle componenti ultime della materia (dai Quark in giù). Tutti i risultati di queste ricerche, conformemente alla natura stessa del Cern –organismo internazionale finanziato dagli stati membri, attualmente una ventina – saranno divulgati, divenendo quindi disponibili per i soggetti pubblici e privati (fra cui le imprese) che vorranno utilizzarli. .  
   
 

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