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Notiziario Marketpress di Venerdì 15 Maggio 2009
 
   
  BASILICATA, OFFERTA TURISTICA, PERRI (APT): PROBLEMA DI ORGANIZZAZIONE

 
   
  “C’è una soglia sottile che il turismo lucano deve attraversare per poter entrare in una fase di adeguata maturità: superare l’idea sentimentale e un po’ semplicistica che il singolo bene paesaggistico o artistico o storico, seppure di pregio, sia di per sé già un prodotto turistico”. Alla vigilia del varo dei Piot (i Programmi integrati di offerta turistica), lo strumento di sostegno dello sviluppo turistico costruito dalla giunta regionale, il dg dell’Apt Basilicata Gianpiero Perri invita a riflettere sui problemi e i punti critici con cui bisogna fare i conti per assicurare un’effettiva messa a valore delle ingenti risorse comunitarie che stanno per essere investite per il lancio turistico della regione, a partire dalla tendenza alla sopravvalutazione delle risorse locali e territoriali. “Una statua del Mantegna, un castello federiciano – sottolinea Perri – pur nella loro eccellenza non identificano un sistema turistico. Questa semplificazione non dà conto né delle dimensioni comparative, sulla presenza in aree concorrenziali di prodotti equipollenti, né dei problemi di contesto, se ci sono ospitalità e servizi adeguati alla clientela che si vorrebbe attrarre”. A eccezione di poche aree mature, solo per restare sul terreno del turismo culturale, si pone quindi un problema essenziale: la carenza di modalità organizzative dell’offerta. Tra le priorità dei Piot, che prevedono esplicitamente la partnership pubblico-privato, ci sarà quindi la costruzione di stabili riferimenti organizzativi sul territorio in grado di catalizzare i soggetti già attivi, come agenzie di viaggio, tour operator, consorzi affinché determino condizioni di redditività, ricadute economiche molteplici dall’offerta di risorse turistiche locali. “La promozione – puntualizza il dg dell’Apt – è solo una dimensione del turismo. La dimensione commerciale, il trarre reddito dai servizi turistici collegati alla dotazione di risorse ambientali e culturali locali è ciò che distingue una località con vocazione turistica da una vera e propria destinazione turistica. Se al pubblico spetta operare sui fattori di contesto (segnaletica, manutenzione delle strade, protezione del paesaggio etc. ) spetta al privato dar vita ad itinerari organizzati, a pacchetti di offerta turistica da promuovere e collocare sul mercato. E’ di proposte concrete che si alimenta l’economia del turismo. Se vogliamo che accanto all’offerta mare che ancor oggi è il principale motivo di vacanza in Basilicata si rafforzi il “prodotto” montagna e il prodotto cultura molto ancora bisogna fare in termini di organizzazione e di rafforzamento dell’attrattività”. Non è un caso dunque che le nuove strategie del turismo puntino sulle nuove modalità di fruizione delle aree verdi, degli spazi rurali, dei beni culturali, inserendo gli stessi in circuiti comunicativi in grado di esplicitare i valori naturalistici, culturali, territoriali. Per la fruizione non è importante solo la disponibilità e l’accessibilità ma anche la capacità di ‘raccontare’ le storie o le leggende che piante, pietre o affreschi inglobano. La valenza comunicativa è la chiave di volta dell’economia contemporanea del turismo. Il nuovo turismo è in qualche modo capacità di inserire il visitatore in un contesto denso di significati, di conoscenze, di scoperte, dove dal cibo alla visita guidata, dalla scarpinata alla partecipazione ad un evento tutto concorra a rendere memorabile il suo viaggio. Del resto le campagne di promozione nel mentre puntano a generare una immagine nuova ed accattivante della regione (“Basilicata bella scoperta”) a partire dai luoghi in qualche modo già positivamente noti dall’altro puntano sugli eventi della tradizione, della cultura e del divertimento a sollecitare curiosità e determinare occasioni di invito per un viaggio alla scoperta della Basilicata Sul nodo della commercializzazione sta lavorando anche la giunta regionale. Dopo aver irrobustito, negli ultimi anni, i bandi per i finanziamenti ai soggetti imprenditoriali interessati ad attività di promo-commercializzazione, si sta cominciando a ragionare sulla costruzione di nuovi strumenti, organismi anche di natura pubblico-privata specificamente dediti alla “vendita” dei prodotti turistici lucani. “E’ notorio – si schermisce Perri – che il mio sguardo privilegi il mercato ed il protagonismo del mondo privato ma sono altresì consapevole che la Basilicata ha ancora bisogno di intervento pubblico. E’ evidente che realtà “piccole” e non ancora mature sul piano turistico per fare il grande passo debbano avere nella fase di avvio il sostegno diretto del settore pubblico. Lo giustifica, forse, anche la dimensione familiare di molte aziende turistiche. Realtà prive di capacità di autofinanziamento per investimenti sulla commercializzazione. Una partnership pubblico-privata potrebbe dimostrarsi efficace specie nella ricerca di visitatori individuali tramite web e per il contatto e la sollecitazione continua e costante con una miriade di piccoli e medi tour operator interessabili alla Basilicata turistica”. Un’idea questa coltivata in Assessorato. ““Sosterremo con convinzione – ha dichiarato il presidente della Basilicata, Vito de Filippo – lo sforzo progettuale che stanno elaborando il Dipartimento delle attività produttive e l’Apt per aumentare l’attrattività turistica della regione. Se l’Irlanda, che rappresenta un clamoroso caso di successo, ha pensato di munirsi di uno strumento pubblico non solo di promozione ma anche di commercializzazione questa scelta non può non far riflettere e orientare l’intervento”. Un’agenzia ad hoc, adeguatamente sostenuta dal sostegno finanziario pubblico, potrebbe infatti dedicarsi alla valorizzazione di nicchie anche minimali di bacino turistico, strutturando l’offerta per gli amanti della farfalla bramea o del tartufo e così via, valorizzando i tanti prodotti di nicchia della nostra regione. “Ma un progetto del genere – conclude Perri – dovrà, come in Irlanda, puntare all’autofinanziamento, a vivere dei ricavi dell’attività di intermediazione commerciale tra organizzazioni turistiche e utenti finali. Certo, potrà restare una forma di contributo pubblico per il servizio offerto all’intero sistema turistico regionale, ma una logica virtuosa vuole che l’agenzia sia orientata all’efficienza e alla capacità di stare sul mercato. ” .  
   
 

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