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Notiziario Marketpress di Lunedì 02 Ottobre 2006
 
   
  EMILIA-ROMAGNA, CENTRALI IDROELETTRICHE. GUERRA (VERDI): “PIANIFICARE SFRUTTAMENTO ACQUE SU VASTA AREA”

 
   
   Bologna, 2 ottobre 2006 - Lo sfruttamento della risorsa acqua, non supportato da una corretta analisi del contesto territoriale, avrebbe portato, negli anni, alla realizzazione “non pianificata e irrazionale” di numerose centraline idroelettriche che produrrebbero impatti ambientali contrastanti con le finalità del piano di tutela delle acque della Regione Emilia-romagna e con quelle della direttiva europea in materia. È quanto sostiene, in un’interrogazione, Daniela Guerra dei verdi la quale evidenzia che “non esiste al momento uno strumento regionale normativo o di programmazione che preveda di pianificare a livello di intera asta fluviale gli interventi di sfruttamento della risorsa acqua”. La consigliera sollecita pertanto la Giunta a dotarsi di tale strumento in modo che si possa vincolare lo sfruttamento idrico al pieno rispetto delle norme e direttive in materia e, a tal fine, suggerisce che “le autorizzazioni per le nuove centrali potrebbero essere vincolate al piano e all’esito positivo della Valutazione Ambientale Strategica”. A sostegno della sua richiesta Daniela Guerra cita, a titolo di esempio, “due casi problematici di impianti progettati sul territorio regionale in tratti ad elevata fragilità ambientale e non rientranti in una valutazione e pianificazione a livello di bacino idrografico”. Nel primo caso, in località Molino della Rocca sul fiume Enza, nel comune reggiano di Vetto d’Enza sarebbe stata autorizzata la riattivazione di una centralina idroelettrica che si troverebbe in zona Sic (sito d’importanza comunitaria) e in area di pericolosità “molto elevata” (secondo quanto definito nel Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico del fiume Po). L’opera, sottoposta a screening e a valutazione d’incidenza, sarebbe stata ritenuta ambientalmente compatibile seppur con prescrizioni, che tuttavia, in fase di realizzazione dei lavori (a quanto risulterebbe dall’esposto presentato dal Wwf) non sarebbero state tutte rispettate. Nel secondo caso citato, nel comune riminese di Torriana, in località Ponte Verrucchio, sul fiume Marecchia, sono stati depositati per ciascuna riva del medesimo tratto del corso d’acqua, due progetti di centrali idroelettriche già sottoposti a screening e ora alla valutazione di impatto ambientale. Il tratto di fiume interessato presenterebbe una profonda erosione a dinamica attiva e sarebbe stato indicato dall’Autorità di Bacino come “a forte criticità per l’assetto idrogeologico”. L’esponente ambientalista chiede quindi alla Regione di promuovere, nel breve periodo, accordi volontari, tra l’Assessorato Attività Produttive, le istituzioni preposte al rilascio delle autorizzazioni e i proponenti degli impianti, per una valutazione degli impatti cumulativi nell’area vasta e quindi per una loro razionalizzazione. Secondo Daniela Guerra sarebbe opportuno impedire interventi a fini privatistici di messa in sicurezza di aree del fiume a forte criticità, senza valutare l’eventuale danno ambientale e i costi relativi per il pubblico determinati dalla mancanza di mitigazione. Dall’esecutivo regionale Daniela Guerra vuole infine sapere se sia legittimo stipulare una convezione onerosa tra un ente ( per esempio un Comune) coinvolto nella conferenza dei servizi relativa alla Via (quindi legato ad un giudizio di merito sul progetto) e la società di progettazione, prima della conclusione dell’iter autorizzativo. .  
   
 

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