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Notiziario Marketpress di Lunedì 11 Maggio 2009
 
   
  MALATTIE REUMATICHE ICONVEGNO A PERUGIA SU COME MIGLIORARE I PERCORSI ASSISTENZIALI

 
   
  Perugia, 11 maggio 2009 - Le malattie reumatiche sono state al centro del convegno che si è tenuto sabato 9 maggio a Perugia organizzato dalla Direzione regionale Sanità e Servizi Sociali della Regione Umbria, in collaborazione con l’Università di Perugia e l’Associazione Malati Reumatici Umbria. Sono state esaminate le problematiche legate all’assistenza per tali patologie, a partire dai risultati di un’indagine svolta su tutto il territorio regionale sulla fruibilità dei servizi specialistici reumatologici e che ha coinvolto un numeroso campione di medici di Medicina generale. Le malattie reumatiche, rilevano dalla Direzione regionale, sono ai primi posti in termini di prevalenza sulla popolazione generale; si tratta spesso di forme croniche e che possono determinare invalidità. Nonostante questo sia ben noto da anni, è diffuso il concetto che il reumatismo sia patologia essenzialmente dell’anziano e di marginale impatto sociale. Numerose sono, effettivamente, le affezioni che possono guarire senza reliquati e la letalità legata alla patologia non è così elevata, rendendo quindi basso l’impatto emotivo nell’opinione pubblica. Tuttavia, i reumatismi infiammatori cronici, come l’artrite reumatoide e le spondiloartriti, o le malattie autoimmunitarie sistemiche, colpiscono una fascia di popolazione molto ampia, inclusi soggetti giovani, e, se non curati in maniera ottimale, possono condurre a gravi deformità articolari e conseguente disabilità nel giro di pochi anni. Possono anche infiammare organi extra-articolari e causare quindi gravi complicazioni in vari organi ed apparati. Negli ultimi anni, si sottolinea, c’è la consapevolezza che vi sono ormai armi terapeutiche molto efficaci, derivate dalla moderna biotecnologia, in grado di controllare in modo pressoché completo la malattia cronica e prevenire quindi il danno che potrebbe potenzialmente arrecare all’organismo. L’obiettivo che oggi ci si pone, spiegano ancora dalla Direzione regionale Sanità e Servizi sociali, è quello di arrivare a una diagnosi corretta nel più breve tempo possibile, individuando i soggetti a rischio di sviluppo di una malattia cronica invalidante, e intervenire dal punto di vista terapeutico nelle fasi precoci di malattia. Se non è stato possibile sinora fare una prevenzione per evitare l’insorgenza della malattia, è oggi del tutto raggiungibile l’obiettivo di prevenire il danno articolare o extra-articolare una volta che la malattia si è innescata. Il notevole costo dei cosiddetti farmaci “biologici”, cui spesso si ricorre, pone una serie di problemi. Dal momento che non si può negare l’accesso alla terapia a un paziente che presenti indicazione terapeutica specifica, diventa indispensabile che si istituisca una sorta di controllo sull’appropriatezza prescrittiva dei farmaci. Ciò può essere fatto, aggiungono dagli uffici regionali, solo con la creazione di una rete collaborativa tra medico di Medicina generale, primo filtro per il paziente all’insorgere dei primi sintomi, e centri specialistici distribuiti capillarmente sul territorio in grado di diagnosticare correttamente la patologia, identificare il malato con primaria necessità di specifiche cure e iniziare il trattamento più precocemente possibile. Tutto ciò si inserisce perfettamente nello spirito del nuovo Piano Sanitario Regionale, tra i cui obiettivi primari emerge la creazione di reti assistenziali integrate che dovranno servire a ottimizzare i percorsi diagnostico-terapeutici di molte malattie croniche, incluse le reumatiche, con un conseguente risparmio di spesa. Durante il convegno, Fabrizio Germini ha evidenziato le criticità che tali patologie pongono al medico di Medicina generale, mentre Marcello Catanelli e Mariangela Rossi, dell’Assessorato alla Sanità della Regione Umbria esporranno i dati attuali e hanno discusso delle prospettive alla luce del nuovo Piano Sanitario Regionale. Ai lavori, introdotti da Roberto Gerli, docente di Reumatologia dell’Università di Perugia, e Adolfo Puxeddu, preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Ateneo perugino, sono intervenuti inoltre Carlo Maurizio Montecucco, docente di Reumatologia dell’Università di Pavia e presidente della Società Italiana di Reumatologia, Guido Valesini, docente di Reumatologia dell’Università “La Sapienza” di Roma e presidente del Collegio nazionale dei docenti di Reumatologia, e Alessandra Verducci, presidente dell’Associazione malati reumatici Umbria. L’indagine sui servizi specialistici reumatologici umbri è stata illustrata da Isabella Cecchini, direttore del Dipartimento Salute di Gfk Eurisko di Milano.  
   
 

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