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Notiziario Marketpress di Lunedì 11 Maggio 2009
 
   
  SALUTE: INTEGRAZIONE PASSA DA DONAZIONE SANGUE OMBELICALE

 
   
  Pordenone, 11 maggio 2009 - Dalla collaborazione tra Comune di Pordenone e comunità di cittadini extracomunitari è nato un progetto sulla sicurezza; da qui il passo verso una più completa integrazione anche attraverso la sensibilizzazione ai temi della salute e della donazione è stato breve. Così il 9 maggio nel Municipio di Pordenone, alla presenza dell´assessore regionale a Salute e protezione sociale, Vladimir Kosic, è stato presentato il progetto per la donazione del sangue del cordone ombelicale rivolto in modo particolare alle donne immigrate incinte. L´assessore comunale al coordinamento civico, Loris Pasut - presenti l´assessore comunale alla Protezione sociale, Gianni Zanolin, i rappresentanti dell´Azienda Ospedaliera di Pordenone, delle varie associazioni di donatori, della Commissione Pari Opportunità, delle associazioni di immigrati - ha spiegato perché un progetto del genere nasce a Pordenone. Su poco più di 51 mila abitanti, il comune conta circa il 16 per cento di cittadini immigrati (in maggior numero extracomunitari); su 1451 bambini tra 0 e 2 anni, circa il 30 per cento sono figli di immigrati, forte quindi l´incidenza della nascite grazie alle donne straniere. Da qui nasce il progetto per sensibilizzare alla donazione del sangue del cordone ombelicale (utile in diverse malattie) concretizzato dall´Azienda ospedaliera Santa Maria degli Angeli di Pordenone - ne hanno parlato la dott. Lucia De Zen, i primari di Oncologia Pediatrica, Roberto Dall´amico, e di Ostetricia e Ginecologia, Valter Adamo - con la realizzazione (con l´aiuto di Ail) di un video in più lingue da consegnare alle donne immigrate incinte (oltre che alle italiane). Infatti, affinché la cura sia corretta è importante che il sangue del cordone ombelicale abbia le caratteristiche genetiche delle varie popolazioni. Per l´assessore Kosic siamo in presenza di un progetto di alto significato morale prima ancora che scientifico, che andrebbe esteso anche alle scuole e che si inserisce a pieno titolo in quello realizzato dalla Regione alcuni mesi fa grazie alla Protezione Civile regionale per la raccolta e il trasporto del sangue del cordone ombelicale alla "banca" di Padova. Dal lavoro congiunto di un sistema che vede coinvolti Regione, organi sanitari, associazioni di volontariato e cittadini, sono venuti e vengono parecchi risultati. Ad esempio, per la prima volta si è riscontrato all´Ospedale di Udine che i pazienti neoplastici dimessi con aspettative di vita hanno superato quelli affetti da malattie cardiovascolari. E per restare ai dati, si riscontra che da quando è attivo il Programma regionale di raccolta e trasporto unità di sangue cordonale, in Friuli Venezia Giulia il sistema è già attivo in 9 degli 11 punti nascita e che il trend di crescita delle donazioni è raddoppiato rispetto all´anno precedente. La tendenza è di giungere entro l´anno a quadruplicare la raccolta. Un plauso, quindi, va a tutti coloro che hanno reso possibile questo progetto, dal Comune all´Azienda Ospedaliera alle associazioni varie, anche per l´aspetto di integrazione reale che esso comporta. Il tema della donazione stimola indirizzi e soluzioni: il lavoro sta dando risultati concreti e aprono a nuove speranze. Nel corso dell´incontro, è stata festeggiata la signora Laila Saicok di origine marocchina, che per prima ha donato il cordone ombelicale dei proprio bambini, aprendo così la strada. .  
   
 

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