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Notiziario Marketpress di Lunedì 11 Maggio 2009
 
   
  AMBIENTE: SGHIAIAMENTO PRIMA RISPOSTA A PIENE DEL FIUME MEDUNA

 
   
  Sesto al Reghena, 11 maggio 2009 - Lo sghiaiamento dei fiumi e in generale la ricalibrazione degli alvei rappresentano una forma di intervento che permette di dare una prima risposta al problema delle piene del Meduna. Ma è anche un modo per tenere in ordine i fiumi e ottenere in cambio un quantitativo sufficiente di ghiaia che consenta di non devastare l´ambiente alla ricerca dell´oro bianco. I proventi dal riporto del materiale litoide, inoltre, permettono ai Comuni di contare su entrate che rimpinguano le casse, riducendo la spesa pubblica e bilanciando la diminuzione di trasferimenti dalla Regione alle Amministrazioni locali. È questo il senso dell´intervento dell´assessore regionale Elio De Anna, intervenuto oggi a Sesto al Reghena nel corso del convegno organizzato dal consorzio di bonifica Cellina Meduna in collaborazione con l´Ersa. Al centro del dibattito, la gestione sostenibile dell´acqua nel territorio pordenonese, impegnato nel processo di riconversione dei suoi sistemi di irrigazione da quelli a pioggia a quelli per scorrimento. Tra i progetti illustrati, c´era anche quello focalizzato sul miglioramento della conoscenza della circolazione dell´acqua sotterranea in questa parte della pianura friulana. Con il coinvolgimento dei Ministeri della Scienza e dell´Ambiente di Croazia e Slovenia, della Provincia di Pordenone e di una serie di partner austriaci, si punta ad aiutare i responsabili del consorzio a identificare le migliori soluzioni per la riorganizzazione dell´irrigazione. La ricerca ha messo in evidenza che l´attuale situazione nella Destra Tagliamento non è più sostenibile perché non c´è alcun controllo e regolamento sull´uso delle risorse idriche per gli scopi agricoli. Sempre nell´ambito del convegno è tornato in auge il progetto riguardante la diga sulla stretta di Colle, sempre in provincia di Pordenone. A puntare nuovamente i riflettori sullo sbarramento è stato il professor Sergio Fattorelli dell´Università di Padova. Il docente ha ricordato che per evitare situazioni simili a quelle del 2002, in cui la città di Pordenone fu allagata, è necessario bloccare a monte il flusso d´acqua. Per questa ragione servirebbe costruire una diga dell´altezza di 227 metri, in grado di contenere al massimo 42 milioni di metri cubi d´acqua, senza però andare a stravolgere il territorio. La barriera in calcestruzzo, il cui costo stimato si aggirerebbe intorno ai 112 milioni di euro, dovrebbe essere aperta alla base per consentire il normale deflusso. A tal proposito, l´assessore De Anna ha ricordato che sono necessari anche gli interventi sull´asta del Meduna, riguardanti innanzitutto la pulizia degli alvei e lo sghiaiamento. Levando circa un metro e mezzo di materiale dalla congiunzione dei due torrenti fino a Colle, infatti, si darebbe naturale sfogo all´acqua e dall´altro verrebbe recuperata la ghiaia utile per la costruzione delle strade, garantendo inoltre ai Comuni i fondi per realizzare opere pubbliche. .  
   
 

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