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Notiziario Marketpress di Lunedì 19 Ottobre 1998
 
   
  TERAPIE ABLATIVE DEI TUMORI:"IMPRESSIONANTI" I PROGRESSI TECNOLOGICI

 
   
  Milano, 19 ottobre 1998 - I progressi tecnologici, definiti "impressionanti", delle apparecchiature dedicate alle terapie ablative (soprattutto laser, radiofrequenza, microonde, crioablazione) nella terapia antitumorale sono stati evocati nel corso della seconda Conferenza Mondiale sulle terapie ablative delle malattie tumorali, svoltasi presso la Fondazione Ambrosiana di Milano, organizzata dai due centri italiani attualmente in possesso della maggiore casistica, l´Azienda Ospedaliera di Vimercate e l´Azienda Ospedaliera di Busto Arsizio, rispettivamente rappresentate al convegno dai responsabili dei loro Centri di Ecografia e Radiologia Interventistica, dottor Tito Livraghi per Vimercate e dottor Luigi Solbiati per Busto Arsizio. Nel corso della conferenza, alla quale hanno partecipato 250 medici provenienti da 10 Paesi, sono state in particolare esaminate le apparecchiature che, attraverso la guida di aghi - elettrodi, consentono di portare le fonti di energia all´interno dei bersagli tumorali solo attraversando la cute, spesso in sola anestesia locale, senza interventi chirurgici. Negli ultimi 4/5 anni si è progressivamente sviluppato il settore delle terapie ablative effettuabili attraverso la cute con la guida delle metodiche di immagine (soprattutto ecografia e Tac), senza necessità di aperture chirurgiche. In particolare, si è affermato il settore delle terapie che, anziché l´azione chimica dell´alcool, im- piegano una energia fisica, il calore (fotocoagulazione con laser, ter- molesione con radiofrequenza o microonde) o il freddo (crioterapia). Diffondendosi entro il tumore per raggi facilmente predeterminabili, il calore o il freddo molto intensi determinano una morte del tessuto per "necrosi coagulativa" con successivo lento riassorbimento da parte dei tessuti sani circostanti. La più utilizzata di tali metodiche è la radiofrequenza che offre di trattare lesioni molto alte in tempi brevi e a costi molto contenuti: proposta inizialmente dal Centro di Gastroenterologia dell´Ospedale di Piacenza nella terapia dell´epatocarcinoma, in sostituzione dell´ alcoolizzazione, la radiofrequenza è stata estesamente applicata da numerosi centri italiani e stranieri anche ad altre patologie tumorali, soprattutto nelle metastasi epatiche originanti da tumori di colon e retto, seguendo l´esperienza del centro-pilota dell´ecografia dell´Ospedale di Busto Arsizio, attualmente in possesso della più ampia casistica internazionale nel settore. Quello colonrettale è oggi valutato il Iii/iv tumore umano per incidenza nella popolazione. Il trattamento si effettua introducendo, in sala operatoria e in anestesia generale, uno o più aghi-elettrodi nella massa tumorale: in 12/20 minuti l´energia emessa dall´ago porta ad elevate temperature e quindi, appunto, a morte del tessuto neoplastico. La metodica risulta quasi priva di complicanze, rispetto ai rischi più frequenti della chirurgia, consente di dimettere il paziente dall´ospedale entro 24 ore, solitamente in condizioni tali da consentirgli di tornare a vita normale entro 2/3 giorni. Possibile ripetere il trattamento anche a breve distanza di tempo qualora si sviluppino nuove lesioni tumorali. Tra i progressi tecnologici più importanti illustrati nel corso della conferenza di Milano, quello degli aghi-elettrodi per radiofrequenza costituiti da tre aghi distanziati di 5 mm e montati su un unico cluster ( impugnatura) che, introdotti nel bersaglio tumorale, consentono di ottenere in tempo breve (12-14 minuti) volumi di necrosi molto ampi e sino ad ora assolutamente impensabili (cm 4X5 o cm 5X5). Tale ampiezza, paragonabile a quella ottenibile con ampie resezioni chirurgiche, consente di trattare masse tumorali di grosse dimensioni con bassissima probabilità di recidiva nel tempo. Inoltre, presentati laser a bassa potenza determinanti l´attivazione nel tes-suto tumorale di sostanze chimiche fotocoagulanti e distruttive, con conseguente trattamento di lesioni tumorali situate in difficili aree anatomiche: il prof. Lees del Middlesex Hospital di Londra ha presentato in proposito una casistica di neoplasie del pancreas trattate per via percutanea e non suscettibili di trattamento chirurgico che avrebbe causato demolizioni anatomiche troppe estese. Il gruppo dell´Istituto di Radiologia di Pisa (prof. Bartolozzi) hs presentato nell´ambito della cura dell´epatocarcinoma i primi risultati dell´azione combinata di chemioembolizzazione (esame eseguito per via arteriosa chiudendo l´apporto sanguigno al tumore) e rediofrequenza, utilizzata per distruggere il tessuto vitale residuato dopo la prima terapia. Esperienza analoga, ma nell´ambito delle metastasi epatiche da tumore colonrettale, è stata presentata dal servizio di radiologia dell´Ospedale di Busto Arsizio (dott. Solbiati). Il dottor Livraghi di Vimercate e il prof. Buscarini di Piacenza hanno confermato il progressivo passaggio nella terapia dell´epatocarcinoma dall´alcoolizzazione alla radiofrequenza con elevatissime percentuali di guarigione del focolaio neoplastico e sopravvivenze dei pazienti nel tempo uguali, o anche superiori, a quelle ottenibili con la resezione chirurgica, peraltro gravata da dati di mortalità e morbilità nettamente superiori a quelli riportati per le metodiche ablative percutanee. Nella terapia delle metastasi epatiche , soprattutto della neoplasia colonrettale, sono stati presentati dal gruppo di Busto Arsizio i primi risultati a 3/5 anni con dati di sopravvivenza del tutto paragonabili con le più costose, e spesso tecnicamente non fattibili, resezioni chirurgiche, ma con complicanze nettamente inferiori o quasi inesistenti. Il prof. Lees di Londra ha illustrato risultati molto interessanti dell´utilizzo percutaneo del laser con aghi sottili nella terapia delle neoplasie pancreatiche. Il dott. Vogl di Berlino quelli realizzati nelle neoplasie del massiccio facciale e della faringe. Per le terapie delle patologie prostatiche, soprattutto dell´ipertrofia benigna, sono stati presentati eccellenti risultati dell´uso di fibre laser o sonde di crioablazione (le temperature estremamente basse provocano la morte tissutale). Il dottor Gazzelle di Boston ha affermato che le terapie ablative sono in attiva e rapida diffusione nel mondo medico, favorita dal costante miglioramento delle tecnologie: ha auspicato uno stretto rapporto fra gli esecutori di tali terapie, oncologi e chirurghi, per definire e aggiornare indicazioni e risultati raggiunti .  
   
 

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