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Notiziario Marketpress di Giovedì 29 Ottobre 1998
 
   
  ECONOMIA MILANESE IN RETROMARCIA

 
   
  Milano, 29 ottobre 1998 - Secondo l´indagine congiunturale Apimilano (Associazione piccole e medie imprese della provincia di Milano), la situazione dell´economia milanese "è peggiorata sensibilmente: il presidente dell´associazione Mario Jacober ha rilevato che, tranne che per l´occupazione, in leggero miglioramento, i principali indicatori (ordinativi dall´Italia e dall´estero, fatturato e investimenti ) hanno subito arretramenti anche vistosi nel terzo trimestre 1998 con "un passo indietro" rispetto alla primavera scorsa. L´indagine è stata condotta su un campione stratificato di 321 imprese associate che occupano 7990 dipendenti. Per la domanda interna è salita di quasi 8 punti la percentuale (dal 31, 9 al 39, 3) di quanti dichiarano contrazioni e scende la quota di imprenditori che non segnalano variazioni rispetto al trimestre precedente (dal 35, 5 al 33, 5) e diminuiscono (dal 32, 6 al 27, 1) quanti dichiarano incrementi. Sul fronte degli ordini dall´estero diminuisce dal 36, 4 al 26, 7 la percentuasle di chi segnala risultati positivi mentre "schizza verso l´alto" (dal 23, 2 al 36, 7) quella di chi dichiara diminuzioni. Passa dal 40, 4 al 36, 7 la percentuale di quanti segnalano ordini stabili. Risultati del fatturato: il 22, 1% delle imprese contro il 32, 6% del trimestre precedente dichiara un miglioramento mentre il 39, 3% (26, 1) segnala una flessione. Secondo l´indagine, gli investimenti "sono in caduta libera": è in costante discesa il numero delle imprese che effettua investimenti e soltanto il 42, 9% del campione (49, 3 nel trimestre precedente e 58, 5 a fine dicembre 1997) ha dichiarato di avere investito. Le previsioni indicano una ulteriore contrazione: nei prossimi mesi effettuerà investimenti solo il 34, 3% delle imprese milanesi. Di gran lunga la percentuale più bassa rilevata nell´ultimo anno quella di quanti hanno investito tra 201 e 500 milioni. Diminuisce dal 39, 7 al 35 quella di coloro che hanno investito fino a 50 milioni. Gli investimenti in ammodernamento contano il 60% delle risposte, per ampliamento il 31, 7%. Tra i maggiori problemi che assillano le imprese-dice Apimilano - vi è il costo del lavoro (indicato dal 59% del campione), seguito dalla concorrenza di altre imprese italiane (48, 4%) e di imprese estere (26, 2%), dalle insolvenze e ritardi nei pagamenti (47, . 1 %) e dalla congiuntura negativa (34, 4%). Quanto ai fattori interni che ostacolano lo sviluppo, èsempre elevatissima la percentuale (68, 8) di coloro che trovano difficoltà a reperire sul mercato personale qualificato. Notizie "altalenanti" per l´occupazione: aumentano di oltre 3 punti percentuali le imprese che assumono (dal 15. 9 di giugno al 19, 3 di settembre); sale pure (dal 60, 9 al 67, 1) la quota di coloro che dichiarano una sostanziale stabilità degli organici. In valore assoluto il numero degli occupati a settembre risulta appena superiore a quello del trimestre precedente. È aumentato il numero dei contratti di formazione richiesti nei primi 9 mesi dell´anno (+27% sul corrispondente periodo 1997), ma è diminuito rispetto al secondo trimestre 1998 (-28%). La Cassa integrazione segnala un sostanziale aumento delle ore richieste (+38%), e del numero delle imprese coinvolte (+9%). Stabile il numero dei lavoratori. Jacober ha detto che i dati confermano che la situazione congiunturale "èdelicata in una competizione che si va sempre più globalizzando, le risorse si indirizzano dove più significativi sono i vantaggi comparati: la dotazione di lavoro e di capitale, lo stock di conoscenza, la disponibilità di infrastrutture materiali e immateriali, l´efficienza della pubblica amministrazione: e su alcuni di questi elementi l´Italia mostra forti debolezze rispetto ai concorrenti europei. Uno dei primi obiettivi da porsi èquello di far crescere la dimensione media aziendale. La struttura del capitalismo italiano, fatta di piccole e piccolissime aziende a proprietà familiare, vincente per decenni, rischia infatti di diventare un grave handicap nel prossimo futuro". "La globalizzazione dei mercati e la moneta unica europea - ha concluso Jacober - privilegiano le imprese che sanno, o meglio, possono sfruttare le economie di scala non solo produttive, ma anche e soprattutto commerciali e di innovazione. Le leve che possono e debbono essere utilizzate sono note: interventi fiscali per incentivare gli investimenti e l´ innovazione e riduzione della pressione tributaria sulle imprese". .  
   
 

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