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Notiziario Marketpress di
Martedì 12 Maggio 2009 |
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HISTOIRES D’EAU. STORIE D’ACQUA UNA MOSTRA DI LORIS LIBERATORI CONSIGLIO REGIONALE DELLA TOSCANA FIRENZE 8 – 20 MAGGIO 2009
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Firenze, 12 maggio 2009 - Dipingere l’acqua. All’artista che più di ogni altro ha fatto dell’acqua fonte di ispirazione e di speranza, il Consiglio Regionale della Toscana dedica una mostra vibrante e spettacolare, che è stata inaugurata a Firenze l’ 8 Maggio nella prestigiosa sede di Palazzo Panciatichi (via Cavour 2). Histoires d’eau (storie d’acqua) presenta le ultime creazioni di Loris Liberatori ispirate al giardino di Ninfa, l’oasi del Wwf ai piedi di Sermoneta, nel Lazio, parco di particolare suggestione e importanza, dove una vegetazione tutt’oggi incontaminata si riflette in laghi e torrenti. Cinquantenne di La Spezia, da vent’anni trasferito a Roma dove lavora e dirige l’École d’art Martenot, Liberatori è ormai celebre per le sue grandi tele, frantumate in pannelli, come tante finestre spalancate su una natura viva e incontaminata (www. Lorisliberatori. Com). E’ una pittura a forte contenuto ambientalista, densa di suggestioni, di spessori, di paesaggi che offrono allo spettatore punti di vista nuovi e sorprendenti. L’artista si esalta elevando un inno all’acqua come fonte insostituibile di vita, di energia e di ricchezza. Acqua e cielo, acqua e luce. Nella presentazione in catalogo, Marilena Pasquali, presidente della Fondazione Giorgio Morandi, sostiene che nell’arte di Liberatori la materia si trasforma in luce. Per questo pittore così singolare, aggiunge, “l’importante è liberare l’essenza dal superfluo, sfrondarla, ripulirla e farla brillare nella sua integra limpidezza”. Sono molti anni, per la verità, che Liberatori racconta le sue Histoires d’eau: acqua del mare mossa dall’energia del vento e delle onde, acqua cristallina di torrenti che scorrono tra i boschi, acqua calma dei laghi dove si riflettono alberi secolari. A emozionare la critica sono soprattutto i nuovi dipinti: “La semplificazione dell’apparato scenico e lo sciorinìo disteso dei riflessi che alleggeriscono l’immagine”, scrive ancora Marilena Pasquali , “ne sottolineano il movimento segreto e trasformano tutto in pulviscolo luminoso, in effetti prismatici in cui l’elemento acquoreo vale ad ammorbidire il gioco della luce: una danza di vita che è, al tempo stesso, approdo di quiete per il viaggiatore dello sguardo, per chi riesce a vedere in questi silenziosi, vitalissimi angoli di natura una nuova, forse insperata, promessa di pace”. . |
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