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Notiziario Marketpress di Giovedì 14 Maggio 2009
 
   
  LA REGIONE LAZIO AL TOP IN ITALIA PER RICERCA E INNOVAZIONE

 
   
  Roma, 14 maggio 2009 - Il Lazio al top fra le regioni italiane per la ricerca e l´innovazione e per l´istruzione e la formazione. Ottimi risultati anche per quanto riguarda il funzionamento dei mercati. Sono alcuni dei dati che emergono dal terzo rapporto ´Il Lazio e la strategia di Lisbona´, una fotografia sullo stato di attuazione dei principi della Strategia di Lisbona nella regione, realizzata da Sviluppo Lazio su impulso della direzione regionale allo Sviluppo economico, Innovazione, ricerca e Turismo, che ha anche coordinato l´indagine. In particolare, nel campo della ricerca e innovazione il Lazio, si posiziona al vertice della classifica nazionale. In 4 indicatori su 7 (addetti alla ricerca e sviluppo, capacità innovativa, incidenza della spesa pubblica in ricerca e sviluppo, laureate in discipline tecnico scientifiche), infatti, la regione registra le migliori performance nazionali. Un risultato che risente anche della presenza dei maggiori centri universitari e di ricerca (4 centri di eccellenza, 48 tra enti e istituti di ricerca, 6 parchi scientifici e tecnologici) e che colloca il Lazio in cima alla classifica nazionale per numero di addetti alla ricerca e sviluppo (nel 2006 circa 6 addetti ogni mille abitanti, 2,5% sopra la media italiana) e per incidenza della spesa pubblica in ricerca e sviluppo sul prodotto interno lordo (pari all´1,2% rispetto al Pil, molto superiore alla media italiana pari allo 0,52%). L´ottima performance del Lazio si registra anche per l´ambito relativo all´istruzione e formazione, anche se, in realtà, è la formazione a essere trainante, con un particolare apprezzamento degli indicatori che esprimono il livello di apprendimento lungo tutto l´arco della vita. Si attesta infatti all´8,3% il dato degli adulti che partecipano all´apprendimento permanente, anche se il dato è ancora distante dall´obiettivo europeo del 12,5%. Per quanto riguarda il livello di istruzione, rimane prevalente, anche qui, l´eccellenza, seppure in maniera meno marcata rispetto all´ambito nel suo complesso. Da segnalare il tasso di scolarizzazione che nella regione raggiunge l´83%, solo due punti in meno del target europeo dell´85%. Il Lazio conquista poi le medaglie di argento e di bronzo per il livello delle infrastrutture materiali e immateriali e per il funzionamento dei mercati. Secondo il Rapporto di Sviluppo Lazio, infatti, nel primo caso la regione conquista la seconda posizione nella classifica nazionale, anche se il dato presenta un forte squilibrio tra le infrastrutture materiali e quelle immateriali, poichè per queste ultime la situazione appare meno favorevole a causa della scarsa diffusione (sotto la media nazionale) dei personal computer nelle imprese con più di dieci addetti e dell´utilizzo di Internet nelle aziende. Per quanto riguarda il funzionamento dei mercati, invece, il Lazio e´ terzo a livello nazionale. Tra gli elementi che hanno avuto un´influenza positiva a tale proposito, sono da segnalare i risultati positivi riguardanti il Pil pro capite , la produttività del lavoro nell´industria in senso stretto, la capacità di esportare prodotti a elevata o crescente produttività e, soprattutto, il tasso di natalità delle imprese. In quest´ultimo ambito, in particolare, il Lazio registra il miglior risultato tra le regioni italiane visto che nel 2005 il tasso si è assestato al 9,7% contro una media nazionale del 7,8%. Eppure, il quadro delineato dal Rapporto non è di sole luci, visto che risultano criticità in ambito ambientale e in quello delle politiche per l´occupazione, le pari opportunità e l´inclusione. Nel primo caso, infatti, il posizionamento del Lazio rispetto alla media italiana appare difficile per tutti gli indicatori, eccetto che per l´intensità energetica dell´industria: ambito in cui la regione ha mantenuto bassa, negli anni, la quantità di energia consumata per produrre nuova ricchezza. Nel 2004 (ultimo dato disponibile) si calcolano in circa 53mila tonnellate i consumi di energia per milione di euro di valore aggiunto prodotto, contro i 139mila a livello italiano. Miglioramenti si registrano anche per la raccolta differenziata dei rifiuti che nel 2006 ha raggiunto l´11%: oltre 14 punti percentuali in meno rispetto alla media nazionale e per energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili che, nello stesso anno, si attesta a poco meno del 7% di quella complessiva, contro un valore nazionale superiore di circa il 10%. Nell´ambito delle politiche per l´occupazione, le pari opportunità e l´inclusione, il Lazio si colloca al di sotto della media nazionale, come spartiacque tra le regioni del Nord e del Sud. Sul fronte occupazione, si evidenzia una crescita complessiva che nel 2007 ha portato al 59% di occupati: un valore superiore alla media nazionale (58,7%), ma nettamente lontano dal target della Strategia di Lisbona (70% di occupati). A fare da contraltare ci sono i valori degli indicatori riguardanti i tassi di disoccupazione che pongono il Lazio a livello delle regioni del Sud, sebbene registrino, con l´eccezione della disoccupazione giovanile, variazioni positive rispetto all´anno precedente. Ci sono luci e ombre, ma mediamente dobbiamo dire che a livello nazionale la regione si pone a un buon livello, dando un contributo al posizionamento dell´Italia". Commenta così Pier Luigi Cataldi della direzione regionale allo Sviluppo economico, Innovazione, Ricerca e Turismo che ha anche coordinato il gruppo di lavoro dell´indagine. "Naturalmente - spiega - l´Italia stessa è ancora molto indietro nell´attuazione dei principi della Strategia di Lisbona e, quindi, nonostante il Lazio sia in una buona posizione - argomenta Cataldi - il Paese è indietro in molti ambiti e pertanto gli obiettivi di Lisbona in quei casi non saranno rispettati". Il Rapporto, giunto ormai alla sua terza edizione, ha rappresentato un lavoro complesso e articolato che ha consentito di offrire un´occasione di monitoraggio "che - chiarisce Cataldi - consenteo di conoscere e valutare il posizionamento della nostra regione rispetto agli obiettivi definiti, fornendo utili indicazioni per lo sviluppo delle politiche e per la definizione delle priorità d´intervento". Una bella sfida anche dal punto di vista metodologico visto che c´è stata una revisione degli indicatori (calati da 81 a 75 con l´eliminazione di duplicazioni) nonchè la creazione di un indicatore sintetico di tutti e sei gli ambiti di riferimento della strategia di Lisbona. Infine, vista la vasta mole di dati a disposizione, è stato anche predisposto un apposito sito internet (www. Sis. Lazio. It) in cui non solo è possibile scaricare il testo del rapporto 2008 e consultare studi e dati provenienti da diverse banche dati, ma è anche prevista la possibilità di agire dinamicamente con i dati per creare dei report personalizzati. "Un primo passo - chiarisce Cataldi in conclusione - per creare una ´rete degli uffici studi´ al livello regionale che consenta di condividere e ottimizzare il patrimonio di informazioni su queste tematiche". .  
   
 

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