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Notiziario Marketpress di Venerdì 15 Maggio 2009
 
   
  I BORGHI VIVI DI LUNIGIANA

 
   
   Il tema del recupero integrato dei borghi - semi spopolati a seguito dei flussi migratori - e della loro riqualificazione ambientale, economica, sociale, edilizia ed urbana, basata su un equilibrio finanziario da realizzarsi tra investimenti “caldi” (a redditività nel tempo) e “freddi” (non redditivi, ma indispensabili per la buona riuscita del progetto), con al centro la formula dell’ “albergo diffuso”, quale investimento caldo per eccellenza, nasce in Europa, con il finanziamento, da parte della Commissione europea, di un’azione sperimentale, denominata “Villages d’Europe”, che ha visto coinvolti, tra gli altri, tre comuni lunigianesi, alla fine degli anni ’90. Tale progetto, che ha assunto successivamente la denominazione “Borghi Vivi”, è cresciuto, in questi anni, sul piano progettuale, coinvolgendo l’intero territorio lunigianese e tutti i 14 Comuni, fino a divenire il “Progetto Strategico Territoriale d’Area”, al quale i cittadini e le amministrazioni locali guardano, in modo condiviso, con forti aspettative. L´interesse pubblico, in particolare, può derivare da sette condizioni : frenare l´esodo degli abitanti dei borghi rurali, in via di abbandono, e avviare il rilancio dell´economia rurale; recuperare la vivibilità del borgo e la sua valorizzazione demo-etno-antropologica, fondendo la presenza turistica con le abitudini e la cultura degli abitanti; realizzare il recupero e la valorizzazione delle attività lavorative tradizionali e tipiche nel borgo e nelle nuove filiere produttive conseguenti alla natura dell´investimento, attuando un vero processo di sviluppo locale a finalità occupazionale; attuare il recupero e la valorizzazione del patrimonio edilizio rurale e del territorio circostante, nel rispetto degli aspetti storico-culturali-ambientali-paesaggistici, in grado di rappresentare il più alto valore aggiunto del "brand" Lunigiana; attuare azioni tese a monitorare e consolidare, in via preventiva, il patrimonio rappresentato dall’edilizia storica e dai giacimenti culturali presenti nel territorio lunigianese; produrre l’aumento, la qualificazione e la diversificazione dell´offerta turistica, con l’avvio di processi di destagionalizzazione e con l’innalzamento degli standard qualitativi, legati all’esigenza di uniformità con la normativa europea in materia turistica; ridurre la tendenza all’acquisto dei beni immobiliari, rappresentati dai borghi e dai cascinali, da parte di coloro, soprattutto non toscani, che ne fanno un utilizzo parziale, con presenze sporadiche di poche settimane all’anno. Molte iniziative, all’interno del progetto “Borghi Vivi” hanno raggiunto la progettualità definitiva ed esecutiva, secondo quanto previsto dalla Legge Merloni e, la Comunità Montana della Lunigiana, mantenendo l’unitarietà del progetto integrato, dopo aver introdotto, a livello provinciale, l’intero pacchetto dei progetti nel Programma Azioni Sviluppo Locale (Pasl), promosso dalla Regione, sta partecipando, in nome e per conto dei Comuni, ai bandi della nuova programmazione 2007-2013 dei Fondi europei della Regione Toscana, ottenendo diverse risorse sui vari Assi dei Por (e prossimamente anche di quelle del Prse e del Fas Toscana), a favore dei 14 Comuni, grazie al fatto che la nuova normativa europea privilegia il finanziamento di iniziative che si trovino all’interno di percorsi di progettazione integrata. Lo stato di attuazione del progetto vede, inoltre, numerosi Comuni della Lunigiana che hanno già attuato i bandi pubblici per l’individuazione dei privati, disponibili a mettere a disposizione del relativo Comune, per 25 anni, attraverso la formula giuridica dell’enfiteusi, il proprio patrimonio edilizio, al fine di consentire di ristrutturarlo, arredarlo e immetterlo sul mercato turistico, con il marchio “Borghi Vivi”. Va sottolineato, stante la particolare caratteristica del progetto “Borghi Vivi” (unico progetto integrato certificato, oltre che dal Nurv, dalla Regione tramite le procedure di “advisoring” gestite unitamente al Governo nazionale), che il coinvolgimento della Regione e della Provincia nella realizzazione della Conferenza può rappresentare l’occasione per migliorare, integrandolo di alcuni assi, e definire un modello, ripetibile in casi analoghi, da esportare in altri territori della Toscana, come richiesto in queste settimane anche dall’Uncem Toscana. La pluralità dei soggetti pubblici coinvolti - oltre agli Enti locali rappresentati dalla Comunità Montana - richiede l’esame di necessari raccordi interistituzionali tra questi, la Comunità Montana Lunigiana ed altri Enti pubblici, ai fini di quella che viene chiamata, con linguaggio non giuridico, l’attività di “governance”. La prima considerazione verte sulla constatazione che, il progetto “Borghi Vivi” Lunigiana, rappresenta un programma con forti contenuti “pubblicistici” e, conseguentemente, individua le politiche da attuare di competenza degli Enti locali e degli altri soggetti pubblici coinvolti. Occorre, quindi, un coordinamento degli interessi plurimi e differenziati da realizzare coinvolgendo non solo il livello primario degli attori pubblici locali, ma anche gli Enti settoriali e quelli che detengono i poteri programmatori, di indirizzo e di controllo, di media o vasta area (Provincia, Regione, Soprintendenza ai beni culturali, Autorità di bacino, Parchi, ecc. ). Dall’analisi del progetto “Borghi Vivi” Lunigiana e, da quanto desunto, dai vari incontri di partenariato, è stata riscontrata una forte coesione d’intenti, a livello territoriale, tra le Amministrazioni pubbliche coinvolte. Questa preliminare convergenza deve trovare nella sede adeguata, ravvisabile nella Conferenza programmatica, nella quale si riuniranno i diversi soggetti istituzionalmente, economicamente, ambientalmente e socialmente coinvolti, al fine di stipulare un protocollo d’intesa, in relazione alla condivisione delle azioni generali proposte e all’impegno di ciascuna parte nel rendersi garante e parte attiva, circa l’adozione degli atti conseguenti, per l’attuazione delle azioni concordate. Il contenuto dell’intesa, che scaturirà in Conferenza tra soggetti pubblici locali ed altri enti pubblici, avrà natura organizzativa e da esso deriveranno gli impegni delle parti a favore dell’attuazione del programma concordato. L’intesa potrà produrre un formale accordo tra le parti (ai sensi dell’art. 15 della L. 241/90 sul procedimento amministrativo) che stabilisca gli obiettivi, la durata, le attività da svolgere in comune, al fine di dare maggiore stabilità alla struttura organizzativa preposta alla realizzazione del progetto “Borghi Vivi”. Dell’accordo possono far parte, oltre ai Comuni interessati e alla Comunità Montana della Lunigiana, Regione, Provincia, con rispettivi protocolli d’intesa da firmare, la Sovrintendenza, l’Autorità di Bacino interregionale del Fiume Magra, i Parchi e tutti gli altri soggetti che potrebbero essere, in proseguo, individuati come elementi necessari nei processi di “governance”. La governance multilivello del progetto, da parte del versante pubblico istituzionale, attraverso la firma di un Protocollo di Intesa, coinvolge: Regione Toscana, Provincia di Massa-carrara, Comunità Montana della Lunigiana, mentre i 14 Comuni devono far emergere, a livello programmatorio, la loro volontà di far divenire il progetto “Borghi Vivi” Lunigiana come il contenitore principale, attraverso il quale i Comuni intendono presentarsi nella richiesta di risorse multilivello per lo sviluppo del territorio, onde evitare altre forme organizzative, in concorrenza tra loro; E’ evidente, che quanto più si riescono a saldare, in modo stabile, gl’interessi pubblici e privati attorno al programma, tanto più si pongono le condizioni per ridurre i conflitti, accelerare i tempi delle decisioni, fluidificare i procedimenti amministrativi, connessi con i diversi provvedimenti da emanare. Molti interventi, presumibilmente, possono accedere a finanziamenti pubblici, ma richiedono comunque l’apporto dei privati in fase di realizzazione e, soprattutto, di gestione a fini della remunerazione dell’investimento. A quali scelte punta la Conferenza Programmatica Borghi Vivi? a. Cogliere e valorizzare l’aspirazione, dei 14 Comuni e della Comunità Montana Lunigiana, circa gli obiettivi e la scelta di ricorrere agli strumenti di programmazione integrata e negoziata in uso a livello territoriale locale e regionale; b. Attuare in ogni sua parte la relazione di advisoring allo Studio di Fattibilità e alla Progettazione Preliminare di Borghi Vivi, realizzata da Sviluppo Italia Spa, su incarico del Governo nazionale (Ministero dello Sviluppo Economico – Direzione della Coesione), con il coinvolgimento di: Regione Toscana, Provincia di Massa-carrara e Comunità Montana Lunigiana; c. Affermare l’interesse pubblico e collettivo nella realizzazione del progetto Borghi Vivi, considerato a forte caratterizzazione pubblica; d. Definire la scelte e le modalità per proporre l´allargamento degli Assi del Progetto Borghi Vivi, dagli attuali quattro Assi (infrastrutture; ambiente; beni culturali; turismo, quest’ultimo con inclusa la formula dell’albergo diffuso) ad un certo numero, più esteso (con l’eventuale aggiunta di ulteriori Assi, quali: governance e processi partecipativi; sviluppo sostenibile e Agenda 21 Lunigiana; produzione di energie sostenibili; tutela del territorio e delle acque; sviluppo rurale; e-government; servizi alle imprese artigianali, turistiche, commerciali e di attività terziarie; bonifiche e rifiuti; servizi sociali e diritto alla salute; reti di solidarietà; formazione e occupazione; sviluppo di conoscenza, ricerca e innovazione; infrastrutture telematiche; nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione; sport e tempo libero; cooperazione internazionale; pianificazione territoriale; strumenti di gestione organizzativa e finanziaria per la realizzazione del progetto, con il fine di far divenire, Borghi Vivi, l’unico contenitore progettuale integrato a livello territoriale, in grado di assumere la funzione di “Piano di Sviluppo della Comunità Montana”; e. Privilegiare, da parte della Comunità Montana, il pieno coinvolgimento dei Comuni e dell’Amministrazione Provinciale, nelle fasi e nei passaggi della Conferenza Programmatica, stante il percorso di alcuni mesi che la stessa Conferenza richiederà, atteso che la Provincia è il referente, a livello territoriale, per la Regione, relativamente alla programmazione territoriale locale; f. Definire le proposte di modifica, che scaturiranno in questi mesi di attività, in modo condiviso e concertato, così come saranno indicate dalla Conferenza, che sarà realizzata attraverso una molteplicità di incontri e di intese, multilivello, multisoggetto, multirisorse, e che potranno essere trasformate in una progettualità preliminare che potrà essere introdotta, attraverso la “finestra”, all’interno del Pasl di Massa-carrara, poiché è previsto che l’aggiornamento del Pasl si realizzi entro la data del 30 Settembre 2009; in quell’occasione potranno essere inserite tutte le modifiche ritenute necessarie e condivise dalle istituzioni locali e dai soggetti economici, sociali e ambientali presenti nel territorio; g. Predisporre tali modifiche in modo che siano proposte alla Regione dalla Provincia, quale portatrice delle istanze condivise da parte dei territori locali, compresa l’indicazione concertata delle relative priorità; h. Ribadire che le modifiche proposte dovranno tener conto e coordinarsi con le Politiche regionali già esistenti e con gli strumenti di Programmazione in essere; Quali obiettivi si pone? a. Definire un protocollo d’intesa tra Provincia, Comunità Montana e Comuni lunigianesi, onde condividere i percorsi da realizzare in modo concertato; b. Conoscere, diffondere e praticare i percorsi programmatori condivisi a livello di istituzioni, coinvolgenti, attraverso un processo di governance multilivello, i governi e i soggetti economici, sociali e ambientali del territorio, al fine di costruire e praticare un sistema territoriale capace di cooperare e competere a livello globale; c. Perseguire la negoziazione sull´aggiornamento del Pasl, tra Regione e Provincia, che, entro la data del 30 Settembre 2009, porterà ad individuare le priorità di sviluppo del territorio della Lunigiana; d. Condividere e concertare l´aggiornamento del Pasl, in modo che il progetto Borghi Vivi venga inserito come prioritario sia per il livello regionale che per quello provinciale, e venga assunto come progetto integrato di riferimento per il territorio della Lunigiana; e. Ottenere, da parte della Regione l’accompagnamento di tutto il processo, anche attraverso il coinvolgimento dell’Area della Programmazione regionale e locale e dei Dipartimenti regionali che risulteranno coinvolti a seguito delle scelte avanzate dal livello territoriale; f. Puntare ad ottenere, grazie alla progettualità integrata posta in essere, risorse multilivello: europeo, nazionale, regionale e provinciale e multisoggetto: pubblico e privato, ecc. ; g. Coinvolgere i privati che dispongano di un patrimonio edilizio storico, al fine di concederlo (attraverso enfiteusi, diritto di superficie o altra forma) ai Comuni, che avranno l’obbligo di preservarlo, valorizzarlo e promuoverlo quale investimento “caldo” (che danno una redditività nel tempo) da inserire nel progetto Borghi Vivi, con l’intento di renderlo produttivo e di utilizzarlo socialmente anche per il sostegno agli investimenti “freddi” (che danno una redditività sociale nel tempo e risultano indispensabili per la buona riuscita del progetto); h. Sottoscrivere un protocollo da parte dei Sindaci, della Comunità Montana Lunigiana e dell´Erp Spa di Massa-carrara, in applicazione dei contenuti della relazione di advisoring, per cui, la Comunità Montana della Lunigiana, possa essere considerata idonea a svolgere il ruolo di agenzia pubblica di sviluppo territoriale e, l’Edilizia Residenziale Pubblica Spa, possa essere considerata idonea a svolgere le funzioni di Spa pubblica ad apporto di patrimonio, in quanto partecipata dai 14 Comuni lunigianesi, e atta a gestire, con relativo contratto di servizi, il patrimonio pubblico e/o quello privato, reso nella disponibilità del pubblico, oltre ad attuare alcune fasi operative del progetto Borghi Vivi; Quale possibile modello di governance? a. Sviluppare la Conferenza Programmatica Borghi Vivi all’interno dei principi stabiliti dall’Unione europea, con il Libro Bianco di Prodi sulla Governance e all’interno degli obiettivi stabiliti dalle Agende di Lisbona e di Goteborg; b. Definire i processi di Governance, attraverso i quali i governi locali, i cittadini e le loro organizzazioni gestiranno le relazioni tra di loro per affrontare e risolvere i problemi dei sistemi locali in cui vivono ed operano; c. Sviluppare relazioni la cui qualità permetta di crescere insieme, riconoscendo il ruolo e l’autonomia di ciascuna componente del sistema locale; d. Coltivare le relazioni e supportarle per aumentare la capacità di ciascuna componente in termini di responsabilità, consapevolezza, impegno e partecipazione; La Governance è un processo basato sulle intrecciate relazioni tra Capitale Istituzionale, Capitale Umano e Capitale Sociale. La combinazione tra i suddetti tre Capitali sviluppa la Governance territoriale assicurando legittimità di diversi punti di vista, prospettive nei processi decisionali, qualità nei corsi di azione, siano essi programmazione di strategie, pianificazione di iniziative, progettazione e implementazione di interventi specifici, monitoraggio e valutazione di risultati e impatti. La Conferenza programmatica punta pertanto a coinvolgere, in questa fase, il “capitale istituzionale” (Erp, Parchi Nazionale Appennino, Parco Regionale Apuane, Autorità di Bacino, Soprintendenza, Uncem Toscana, Uncem nazionale, Cispel Toscana, Camera di Commercio, Distretto Rurale, Apt, Asl, Cassa Depositi e Prestiti, Irpet, Inea, Sviluppo Toscana, Arsia, Arpat, Artea, Assogestioni, Fondazioni bancarie, Gal, Comunità Montane limitrofe (Val di Vara, Garfagnana, Val di Taro), Musei, Istituto Lunigianese dei Castelli, ecc. ), il “capitale umano” (Università Statale di Pisa, Scuola Sant’anna di Pisa, Università di Firenze, Scuole secondarie superiori, Scuole professionali, ecc. ) e il “capitale sociale” (Associazioni di categoria, Ordini professionali (geometri, ingegneri, architetti, geologi, ecc. ), Sindacati, Consorzi turistici, consorzi agricoli, cooperative, consorzi artigiani e di imprese, associazionismo (ambientalista, sociale, culturale, economico: pro-loco e altri), attraverso altrettanti protocolli da sottoscrivere, con lo scopo di puntare direttamente all’attuazione delle sfide europee di Lisbona e Göteborg nel territorio lunigianese. In tale contesto si ritiene importante il ruolo da far svolgere alle Fondazioni bancarie, alla Camera di commercio, oltre che ad altre istituzioni ed enti pubblici che saranno via via coinvolti nell’attuazione del progetto; in particolare si ritiene di coinvolgere la Cassa Depositi e Prestiti, la quale può giocare un ruolo decisivo, così come è ritenuto importante il coinvolgimento del Distretto Rurale e dei Parchi, mentre già esistono forti sinergie con il progetto interregionale sulla valorizzazione turistica della “Via Francigena”, itinerario culturale e turistico, che da Canterbury conduce a Roma. L’obiettivo è quello di unificare a livello locale, sotto il coordinamento della regione, provincia e comunità montana, l’insieme di progetti e di soggetti, in modo da costruire una metodologia da cui derivi un vero e proprio “manuale per l’economia montana”, in particolare, con la messa a punto dei processi di governance, per programmi integrati, aventi caratteristiche simili. Sul piano gestionale, relativamente al patrimonio privato, affidato in enfiteusi ai Comuni, si è coinvolto l’Erp di Massa-carrara, stante le nuove caratteristiche dello Statuto dell’Ente, che consente interventi anche su immobili a diversa destinazione di quella residenziale e stante il fatto che la società è partecipata da tutti i Comuni della Lunigiana, quale soggetto pubblico cui affidare la fase attuativa e la gestione delle varie fasi del progetto, ferma restando la titolarità politico-istituzionale in capo alla Comunità Montana. L’erp, in effetti, può intervenire, in nome e per conto dei Comuni coinvolti, dietro apposito contratto di servizi, nell’assumere la gestione degli immobili, concessi attraverso i contratti di enfiteusi, realizzati con i privati partecipanti al progetto, e può, in nome e per conto dei Comuni e della Comunità Montana, coordinare e gestire alcune fasi attuative del progetto. L’erp deve definire i contenuti delle gare europee per l’appalto della ristrutturazione e arredo degli immobili, per la commercializzazione e la gestione degli stessi, per l’individuazione del gestore dei “fondi chiusi” relativi alla copertura dei costi non cofinanziati da risorse pubbliche. .  
   
 

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