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Notiziario Marketpress di
Lunedì 02 Ottobre 2006 |
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AL TEATRO FILODRAMMATICI OMAGGIO A BERTOLT BRECHT CON ADRIANA ASTI IN JADASMEERISTBLAU IL MARE È BLU
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Milano, 2 ottobre 2006 - L’opera di Bertolt Brecht è un immenso, inquietante, fascinoso e provocatorio diario lirico. Il teatro, la poesia, le canzoni, le schegge, i frammenti, le osservazioni lancinanti sul mondo e l’arte costruiscono una vera e propria biografia letteraria, culturale e sociale della prima metà del Novecento. Lo spettacolo che Adriana Asti e il Teatro Filodrammatici dedicano al “maestro” vuole essere un omaggio alla sua arte a cinquant’anni dalla scomparsa. Uno sguardo sul “secolo breve” tra immani tragedie e nuove concezioni del mondo e dell’umanità. Uno sguardo, quello di Brecht, che sa essere accusatorio verso le miserie e le bassezze umane, ma anche bonario, leggero e pieno di stupore per le piccole e grandi ricchezze che come i susini “forse continueranno a fiorire”. Che sa farsi astrazione pura, tensione luminosa, ma sa anche farsi carne, prosa, divenire voce umanissima. Così sarà in questo spettacolo, in cui, accanto ad alcuni grandi capolavori del maestro tedesco, sarà dato spazio anche a lati meno noti. Non solo, dunque, al poeta dell’impegno, della dimostrazione, dell’allegoria, ma anche a quello della carne, a quello che si mescola fra la gente. Jadermeeristblau (titolo tratto da una canzone di Happy End) è composto da un repertorio vario dell’opera brechtiana ed è una nuova occasione per Adriana Asti di dedicarsi ad uno spettacolo “totale”. Dopo il grande successo di Stramilano, si tratta infatti di un’altra vera e propria “operina” curata da Giorgio Ferrara tra ballate, canzoni, pezzi teatrali, parole e musica, eseguita da Adriana insieme al pianoforte di Alessandro Nidi, autore anche degli arrangiamenti e della direzione musicale. Passaggi sorprendenti tra i song di Happy End e quelli dell’Opera da tre soldi, intervallati da poesie, citazioni, pensieri. Lotta, dolore e pietà, ma anche leggerezza, gentilezza ed ironia. Al centro il suggestivo affresco teatrale, praticamente inedito per le nostre scene, de La moglie ebrea, trasformato in un appassionante dialogo tra attrice e pianoforte. . |
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