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Notiziario Marketpress di Lunedì 18 Maggio 2009
 
   
  OTTO DONNE E UN DELITTO: DEBUTTO NAZIONALE AL TEATRO LITTA DI MILANO

 
   
  Milano, 18 maggio 2009 - “Prendete otto donne, chiudetele nella scatola nera del teatro, non dimenticate di riporre un cadavere nella botola del palco e di farne sparire la chiave… e si otterrà un rapido crescendo di esilaranti colpi di scena!” La stagione teatrale del Teatro Litta si conclude con una produzione firmata da Silvia Giulia Mendola, giovane regista che insieme a Sandro Mabellini, ha partecipato al progetto Open Source del Teatro Litta, dedicato a giovani registi professionisti. L’idea è quella di un teatro che vuole effettivamente connotarsi sull’innovazione, lasciando spazio ai giovani, fornendo loro un ambiente dove crescere e far crescere i loro progetti. “Con Open Source vogliamo dichiarare una vocazione chiara, precisa e programmatica nell’intenzione di dare valore e sviluppo, creare lavoro, costruire appuntamenti eccellenti con il pubblico, con gli addetti ai lavori e con le Istituzioni”. Gaetano Callegaro e Antonio Syxty – direzione artistica Teatro Litta. Dopo aver portato in scena Le relazioni pericolose, tratto dal romanzo epistolare di Choderlos De Lacos, Silvia Giulia Mendola si cimenta con il testo Otto donne (1961) del commediografo francese Robert Thomas, che tratta di un misterioso omicidio avvenuto in una sperduta villa della campagna francese. Un uomo assassinato e otto donne, tutte con un movente e in qualche modo legate alla vittima, sono bloccati in una casa senza nessuna possibilità di comunicazione con l’esterno. Tra segreti e continue menzogne tentano di scovare la colpevole tra loro, a colpi di accuse, recriminazioni e conflitti mai sopiti. Otto donne e un delitto è lo spettacolo di Silvia Giulia Mendola in scena al Teatro Litta di Milano dal 15 giugno al 4 luglio 2009. Buio. Fasci di luce illuminano in alternanza i volti delle donne…un urlo: “Il signore è morto!” , il cadavere dell’uomo è sotto i loro piedi , in una metaforica, gigantesca tomba, il sotto palco. Da qui hanno inizio le indagini: quelle per scoprire il colpevole, quelle sui rapporti tra otto donne profondamente diverse e quelle sull’ universo femminile in relazione a quello maschile. Un maschile che, anche se assente, è sempre imprescindibile e necessario per capirsi e confrontarsi. Le otto donne si muovono impazzite e nevrotiche all’interno della loro gabbia dorata, come cavie in un esperimento di laboratorio, mettendo alla prova il loro talento, sfidando i loro limiti, esasperando i loro caratteri, attraverso una recitazione che arriverà al grottesco. Ognuna di loro avrà “l’occasione” per raccontare i suoi segreti, i desideri inespressi, le ferite più profonde, utilizzando, anche, linguaggi diversi dalla parola: poesia, canto, danza. Le nostre eroine non potranno che attaccarsi, cambiare pelle, aggressività e dolcezza in una messinscena estremizzata in cui piangono e ridono, malignano e consolano, si amano con perfidia. L’uomo appare quanto mai fragile e vulnerabile, vittima degli intrighi orditi con inganno, arguzia e poco amore da queste donne, calcolatrici avide e ben poco romantiche. E’ davvero così? È solo l’incapacità d’incontrarsi e mettersi in relazione? Le nostre otto donne dai caratteri estremi ed apparentemente di un solo colore, eccessive e sarcastiche, in realtà nascondono sofferenze, solitudini, frustrazioni amorose e sessuali, e agiscono sempre in bilico tra pochade e verità disarmante. La scena rappresenta la gigantografia di una scala all’interno di una villa borghese, ogni scalino è dedicato ad una donna e diventerà la sua stanza, il suo nascondiglio, la rappresentazione del suo mondo. .  
   
 

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