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Notiziario Marketpress di Lunedì 18 Maggio 2009
 
   
  UN GIALLO DA OTTO SECONDI NEL VENETO

 
   
  Venezia, 18 maggio 2009 - La questione dei T-red è un giallo (è proprio il caso di dirlo), che il Veneto ha voluto risolvere alla radice. Con una nota di indirizzo approvata dalla Giunta e che sarà inviata dal presidente della Regione Giancarlo Galan a tutti i Comuni, si suggerisce che “debbano essere adottate “durate del giallo” adeguate a criteri oggettivi di sicurezza e comunque non inferiori a 8 secondi”. E’ l’uovo di Colombo su un tema cruciale: per garantire la sicurezza, fare in modo che gli automobilisti possano “regolare” il loro comportamento sulla base di un elemento oggettivo e univoco, evitare “furbizie”, dal sapore più vessatorio che preventivo, come quelle che in questi ultimi mesi hanno riempito le cronache degli organi di informazione relativamente alle multe comminate appunto mediante i cosiddetti T-red. Intendiamoci: una nota di indirizzo non è obbligo di legge, e le amministrazioni comunali sono libere nella loro autonomia di adottare le decisioni in merito. Ma è certo un passo avanti, una indicazione precisa, rispetto all’attuale incertezza normativa. “Sulla durata del giallo, infatti – ha ricordato l’assessore alle politiche della mobilità Renato Chisso – il nuovo codice della strada enuncia un principio generale senza stabilire un tempo minimo. Per questo, al di là della nota di indirizzo regionale, come Regione ci attiveremo presso il ministero perché la questione venga definitivamente chiarita”. “Come Regione, peraltro – ha aggiunto Chisso – abbiamo affrontato la questione più generale delle cosiddette “multe differite”, delle quali il T-red è solo una componente”. Il nuovo Codice della Strada e la giurisprudenza in materia hanno indicato i casi in cui è possibile la contestazione differita dell’infrazione, che può avvenire utilizzando una apparecchiatura automatica omologata il cui utilizzo deve essere deliberato dall’ente titolare della strada con un provvedimento motivato in relazione alle esigenze della circolazione e della sicurezza del traffico. “Questa è una premessa essenziale – ha sottolineato Chisso – perché se è vero che le infrazioni, che di per sè costituiscono un rischio per la sicurezza, vanno assolutamente sanzionate, l’utilizzo delle apparecchiature devono servire ad aumentare la sicurezza. Per questo devono essere segnalate, cosa che svolge già una funzione deterrente, e vanno utilizzate la dove esistono situazioni di effettiva pericolosità, facilmente rilevabili dagli indici di incidentalità. E questi dati devono essere riportati nella delibera che prevede la loro istallazione”. Non solo: “i dati che emergono dalle apparecchiature omologate e che consentono la contestazione differita dell’infrazione – specifica in proposito la nota di indirizzo – sono dati sensibili e pertanto devono assolutamente essere trattati da personale autorizzato e non da privati”. E “le Amministrazioni che utilizzano documentatori fotografici di infrazioni al semaforo rosso in maniera automatica sono tenuti a fare eseguire verifiche ed eventuali tarature dell’apparecchiatura, con cadenza almeno annuale, a supporto della corretta funzionalità dei dispositivi stessi. La documentazione corrispondente dovrà essere tenuta agli atti per almeno cinque anni”. Insomma multe sì, ma finalizzate alla sicurezza, non alla cassa. .  
   
 

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